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INSEE: Nuovo progresso per il manifatturiero che aggiorna i massimi, i servizi frenano ancora il dato sull’industria

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a cura di Lorenzo Biagioli


ABSTRACT

L’indice INSEE di fiducia delle imprese manifatturiere, a gennaio, ha riportato un progresso di 2 punti a 112 (il dato di dicembre è stato rivisto verso il basso di 1 punto), ampiamente sopra la media di lungo periodo e sui livelli più alti da febbraio 2018.
La lettura dello spaccato evidenzia il forte rimbalzo nel settore dei mezzi di trasporto, passato da 91 a 105 (per la prima volta al di sopra dei 100 punti dall’inizio della crisi), a fronte di una stabilità per i macchinari (a 116), ed un calo nella componente residuale della produzione manifatturiera, passata da 112 a 110.
L’indice composito di fiducia delle imprese ha invece riportato una correzione di 2 punti a 107 (la lettura di dicembre è stata rivista verso il basso di un punto, a 109), riportandosi poco al di sotto dei livelli registrati lo scorso mese di maggio.
Hanno pesato ancora una volta i servizi, in particolare, nell’accoglienza e ristorazione, dove si è registrata una discesa di 10 punti, a 89, per effetto dell’evoluzione del contesto sanitario.
In calo, sebbene più moderato, anche le opinioni nel settore trasporto merci su gomma (-7 punti, a 106) e servizi amministrativi (-4 punti, a 100), comunicazione (-1 punto, a 108), a fronte di un progresso dell’immobiliare (+4, a 106) e attività tecnico-scientifiche (+1, a 109).
A gennaio, registrano una flessione anche le costruzioni , che passano da 115 a 113, così come il commercio al dettaglio (da 107 a 105) e quello all’ingrosso (a 113 da 114).
In sintesi, l’indagine INSEE di gennaio conferma la tenuta del comparto manifatturiero, che nella parte finale dell’anno ha visto migliorare il grado di utilizzo della capacità produttiva praticamente in tutti i comparti, in particolare nel settore auto.
Nel breve termine, lo scenario resta espansivo per l’industria, mentre i servizi continueranno a essere penalizzati dall’introduzione di misure più severe di contenimento dei contagi da COVID-19, nonché dalla maggiore cautela nei comportamenti dei consumatori.
L’attività economica complessiva potrebbe risultare solo poco più che stagnante tra fine 2021 e inizio 2022.

 


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