10 Dicembre 2021 – nota economica giornaliera
GERMANIA – La stima finale ha confermato che a novembre l’inflazione armonizzata è salita al 6,0% a/a, sui massimi dall’inizio delle rilevazioni nel 1997, mentre quella nazionale si è portata sui massimi dal 1992, al 5,2%.
L’inflazione tedesca potrebbe aver toccato un picco a novembre per calare gradualmente nei prossimi mesi e con più forza da gennaio, ma potrebbe restare al di sopra della soglia del 2% per tutto il prossimo anno.
STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione di inizio dicembre hanno mostrato un calo a 184 mila, minimo dal 1969 (la media dei nuovi sussidi nel 2019 era 218 mila), mentre i sussidi esistenti di fine novembre sono aumentati a 1,992 mln.
I dati risentono della difficoltà di correzione stagionale intorno a Thanksgiving, ma continuano a segnalare un mercato del lavoro sotto pressione.
COMMENTI:
STATI UNITI – Sul fronte del limite del debito, le notizie sono incoraggianti, a circa una settimana dal momento in cui il Tesoro potrebbe non essere in grado di emettere nuovo debito.
Il Senato ha approvato una modifica procedurale, votata anche dai repubblicani, che permetterà di aumentare il limite del debito con i soli voti democratici, evitando i rischi di default e spostando probabilmente in avanti di circa un anno il prossimo scontro in Congresso sul tema.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro si è sostanzialmente ripreso ieri dal calo del giorno precedente, favorito da attese di accelerazione del tapering al FOMC di mercoledì prossimo.
L’ulteriore salita dell’inflazione attesa oggi dovrebbe convalidare tale scenario e favorire un consolidamento del biglietto verde.
EUR – L’euro è ridisceso da 1,13 a 1,12 EUR/USD penalizzato anche dal profilarsi della possibilità che la BCE possa considerare di aumentare temporaneamente l’APP una volta terminato il PEPP a fine marzo.
Insieme all’imminente accelerazione del tapering Fed questo dovrebbe contribuire a indebolire ulteriormente l’euro (downside nella fascia 1,11-1,10 EUR/USD).
GBP – La sterlina è moderatamente risalita ieri da 1,31 a 1,32 GBP/USD in un movimento perlopiù di natura tecnica dato il raggiungimento dei nuovi minimi, ma è di nuovo sulla difensiva oggi, complici i dati domestici che hanno deluso (PIL mensile e produzione industriale) sia l’attesa per i dati USA.
La prospettiva di un’accelerazione del tapering Fed mercoledì prossimo a fronte di tassi BoE fermi alla riunione di giovedì potrebbe indebolire ulteriormente la valuta britannica (supporti chiave da monitorare in area 1,30 GBP/USD).
Contro euro la sterlina si è rafforzata, mantenendosi però in area 0,85 EUR/GBP: il downside rispetto alla moneta unica è più contenuto.
JPY – Lo yen si è marginalmente rafforzato ieri, restando comunque in area 113 USD/JPY, complici un nuovo leggero aumento della risk aversion per via dell’incertezza dovuta a Omicron e la sostanziale stabilizzazione (anziché salita) dei redimenti a lunga USA.
Dovrebbe però iniziare a cedere sui dati USA di oggi e/o in vista del FOMC.
Contro euro il rafforzamento è stato più ampio da 129 a 127 EUR/JPY per via del calo dell’EUR/USD, ma oggi sa cedendo.
PREVISIONI:
ITALIA – La produzione industriale potrebbe risultare poco variata a ottobre (-0,1% m/m), come già il mese precedente (+0,1% m/m).
In termini tendenziali (corretti per gli effetti di calendario), l’output rimarrebbe in crescita, pur rallentando a 3,8% da 4,4% precedente.
SPAGNA – In calendario il dato sulla produzione industriale.
STATI UNITI
– Oggi è il giorno del CPI, ormai ancora più importante di quello dell’employment report.
I dati di novembre dovrebbero mostrare un aumento di 0,7% m/m (6,8% a/a), con rischi verso l’alto, per l’indice headline e di 0,5% m/m (4,9% a/a) per l’indice core.
I beni dovrebbero essere spinti da un nuovo balzo delle auto usate, ma anche altri comparti saranno probabilmente segnati da aumenti causati da eccesso di domanda.
Anche nei servizi si dovrebbero vedere incrementi elevati e diffusi, non solo nelle tariffe aeree ma anche nell’abitazione (con una variazione attesa di 0,4% m/m, ben al di sopra della media storica) e in altri settori in cui le imprese stanno trasferendo gli aumenti salariali sui prezzi, come per esempio la ristorazione e la ricreazione.
Il messaggio dei dati dovrebbe essere chiaro: l’inflazione continua a salire.
I dati dovrebbero suggellare l’attesa accelerazione del tapering e anticipazione della svolta dei tassi che dovrebbero emergere dalla riunione del FOMC del 15 dicembre.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a dicembre (prel.) è attesa in ulteriore calo, in linea con le indicazioni di altre indagini, sulla scia delle crescenti preoccupazioni delle famiglie per il rialzo dell’inflazione.