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Francia: Budget 2022 tra fine del “whatever it takes” fiscale e avvio del “whatever it costs” elettorale

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a cura di Lorenzo Biagioli


ABSTRACT

Nel corso del 2022, la Francia dovrebbe avviare un percorso di progressiva normalizzazione dei conti pubblici (annunciato a più riprese come fine del “whatever it takes fiscale”), grazie agli effetti della ripresa economica e al venir meno di gran parte delle misure di sostegno richieste dall’emergenza sanitaria.
Nelle intenzioni del Governo, il debito nazionale dovrebbe confermarsi sostanzialmente stabile attorno al 114% del PIL nel 2022-2023, per poi moderare progressivamente negli anni successivi; l’indebitamento netto, dopo il -8,1% del 2021, è atteso al -5% del PIL nel 2022 (livelli entrambi rivisti, rispetto alla bozza di settembre della PLF 2022, da -8,4% e -4,8%).
Il Projet de Loi de Finances 2022 (PLF), presentato dal Governo lo scorso 22 settembre, è in questi giorni in discussione all’Assemblea Nazionale.
La disponibilità di un aggiornamento favorevole al quadro macroeconomico, tuttavia, ha consentito al Ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, di correggere parzialmente il contenuto della manovra, nel dettaglio:
per il 2021 è ora attesa una crescita del 6,25%, da un precedente 6%, coerente con un mercato del lavoro capace di creare più occupati rispetto a quanto inizialmente stimato, ed un maggiore gettito fiscale, pari a 4,7 mld;
di conseguenza, il Governo ha deciso di usare gli “spazi fiscali” creatisi quest’anno per rendere più espansivo il budget 2022 con un pacchetto espansivo aggiuntivo da 10,2 mld, che sposta verso il basso di due decimi il disavanzo atteso (mentre resta confermato l’obiettivo di un debito pubblico prossimo al 114% nel biennio 202223).
Tra le principali misure contenute nel progetto di legge di budget 2022 evidenziamo:
– la diminuzione dell’aliquota standard dell’imposta sulle società;
– la conferma del contributo previsto dal piano “MaPrimeRénov’” per incentivare l’ammodernamento energetico delle abitazioni;
– la riduzione (ulteriore) del numero di famiglie soggette a taxe d’habitation, cioè all’imposta sulla prima casa (versata a favore degli enti locali);
– un aumento degli stanziamenti per l’istruzione e la ricerca;
– l’abolizione di due tasse sui TGV per incoraggiare lo sviluppo del settore ferroviario;
– in materia di prevenzione dei rischi, l’innalzamento del bilancio del fondo “grandi rischi naturali”;
– il mantenimento fino alla fine del 2022 dell’aliquota IVA ridotta al 5,5% per i dispositivi di protezione individuale e i prodotti d’igiene per lalotta contro il Covid-19.
Dal complesso delle misure, risulta un ulteriore calo della pressione fiscale, al 43,5% del PIL da 43,7% nel 2021; sarebbe il tasso più basso da dieci anni (nel 2017 si era al 45,1%).
Il Primo Ministro Jean Castex ha indicato come circa 38 milioni di cittadini con reddito mensile inferiore ai 2000 euro riceveranno un bonus di 100 euro, per compensare gli effetti negativi dell’inflazione.

 


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