07 Settembre 2021 – nota economica giornaliera
GERMANIA – Stamane i dati sulla produzione industriale tedesca hanno mostrato un rimbalzo dell’1% m/ma luglio, speculare rispetto al calo della stessa entità visto a giugno.
Il recupero è trainato dai beni di investimento (+3,2% m/m), e frenato dall’energia (-3,2% m/m).
L’output resta del 5,5% inferiore rispetto ai livelli di febbraio 2020.
Il dato, accanto ai numeri superiori alle attese diffusi ieri sugli ordini, conferma che l’espansione dell’industria tedesca continua, sebbene a ritmi meno ampi di quelli segnalati dalle indagini (per via dei colli di bottiglia dal lato dell’offerta).
CINA – Il commercio estero nel mese di agosto è nettamente accelerato, contrariamente alle attese di consenso e alle indicazioni di contrazione degli ordini provenienti dalle indagini PMI.
Le esportazioni sono salite del 25,6% a/a in agosto (Consenso Bloomberg: 17,3% a/a) da 19,3% a/a in luglio, trainate soprattutto dall’accelerazione delle esportazioni verso la UE, i 3 Paesi principali dell’area (vs. Germania, Italia e Francia: + 28,1% a/a in agosto da 14,7% a/a in luglio) e il Giappone.
Dal punto di vista merceologico l’accelerazione ha riguardato tutte le categorie di prodotti e in particolare i beni di consumo (elettronica, mobili, prodotti ricreativi), verosimilmente per via del rifornimento dei magazzini dei rivenditori al dettaglio in vista delle festività natalizie.
Il passo di crescita delle importazioni è similmente salito da 28,1% a/a in luglio a 33,1% a/a in agosto (Consenso Bloomberg: 26,9% a/a), spinto al rialzo soprattutto dalle importazioni dagli USA e dal Giappone; le importazioni dall’area ASEAN hanno registrato ancora una crescita elevata, seppur in lieve moderazione. I dati in volume evidenziano un aumento delle importazioni di tutte le materie prime industriali ed energetiche e dei circuiti elettronici.
Il surplus commerciale nel mese di agosto è salito a 58,34 miliardi di dollari da 56,58 miliardi nel mese di luglio, portando l’avanzo cumulato nei primi otto mesi del 2021 a 362 miliardi di dollari, in netto aumento dai 281 miliardi del 2020.
COMMENTI:
STATI UNITI – Non ci sono dati in uscita oggi, in una settimana che sarà poco informativa dal lato macroeconomico, ma che avrà eventi da seguire in termini di politiche economiche.
Dal lato fiscale, si apre il dibattito alla Camera sul disegno di legge da 3,5 tln per l’“infrastruttura umana” (con misure su sanità, istruzione, redistribuzione, cambiamento climatico), mentre si avvicinano il limite del debito (probabilmente intorno a novembre) e la scadenza delle leggi di spesa (fine settembre).
Dal lato della politica monetaria, diversi discorsi dalla Fed inizieranno a disegnare la mappa delle reazioni dei partecipanti al FOMC all’employment report di agosto e le posizioni riguardo alla tempistica del tapering.
AUSTRALIA – La Reserve Bank of Australia (RBA) ha confermato la riduzione degli acquisti settimanali di titoli da 5 a 4 miliardi di AUD, ma ha esteso il programma fino al febbraio 2022.
I tassi ufficiali sono invariati a 0,1%. Secondo il governatore, la variante Delta “rallenterà ma non interromperà la ripresa”.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro ha aperto la settimana all’insegna di una sostanziale stabilità in assenza di spunti nuovi dopo l’employment report di venerdì.
Mancano oggi spunti significativi, per cui il dollaro potrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa della riunione BCE di giovedì, fermo restando che indicazioni più robuste giungeranno in occasione del FOMC del 22 settembre.
EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo ieri dai massimi di venerdì in area 1,19 EUR/USD, muovendosi però in un corridoio molto stretto in area 1,18 EUR/USD dove apre in marginale rialzo anche oggi.
Il quasi azzeramento del lungo speculativo euro spiega in parte la cedevolezza della moneta unica, ma può simultaneamente favorirne un seppur temporaneo rafforzamento in occasione della riunione BCE se le attese di un miglioramento dello scenario dell’area non verranno smentite.
Oggi intanto si potrà testare la forza o meno del cambio sulla reazione allo ZEW tedesco, atteso in calo.
GBP – La sterlina ha aperto la settimana sulla difensiva ieri sia contro dollaro sia contro euro, pur mantenendosi a livello intraday rispettivamente in area 1,38 GBP/USD e 0,85 EUR/GBP.
In assenza di dati domestici incontrovertibilmente positivi, l’incertezza strisciante dovuta agli effetti della variante Delta contribuisce a spegnere – nel breve – gli slanci della valuta britannica.
JPY – Lo yen ha aperto la settimana privo di spunti direzionali, sia contro dollaro in area 109 USD/JPY sia contro euro in area 130 EUR/JPY.
Indicazioni ribassiste di rilievo contro dollaro giungeranno quando i dati USA prospetteranno un effettivo avvicinarsi del tapering della Fed, mentre contro euro modesti input ribassisti potrebbero aversi già in seguito alla riunione BCE.
AUD – Il dollaro australiano si è inizialmente rafforzato sull’annuncio della decisione di politica monetaria della Reserve Bank of Australia questa mattina ma ha corretto subito dopo, mantenendosi comunque in area 0,74 AUD/USD.
Il rafforzamento iniziale è dovuto al fatto che la RBA ha ridotto il ritmo degli acquisti di titoli governativi così come aveva indicato alla riunione precedente, decisione che non era scontata in quanto a causa degli effetti negativi del propagarsi della variante Delta non era escluso che optasse per rinviare la riduzione degli acquisti a un momento successivo.
Ora gli acquisti sono programmati a un ritmo di 4 miliardi a settimana (dai 5 precedenti) fino ad almeno metà febbraio 2022.
Come atteso i tassi di policy sono rimasti invariati a 0,10%.
La ragione per cui poco dopo il dollaro australiano è sceso si deve al fatto che la RBA ha indicato che a causa dell’aumento dei contagi dovuti alla variante Delta e alle misure restrittive adottate di conseguenza la ripresa economica verrà ritardata: la crescita sarà negativa nel trimestre corrente, ma il rimbalzo è atteso già dal 4° con ritorno previsto a livelli pre-crisi nella seconda metà dell’anno prossimo.
La RBA ha lascato immutata la guidance: non alzerà i tassi fino a che l’inflazione non sarà rientrata stabilmente nel target range 2%-3%, condizione che si aspetta venga soddisfatta non prima del 2024.
Manteniamo pertanto invariato il profilo atteso del dollaro australiano, in indebolimento nel breve in funzione dei temporanei effetti negativi degli sviluppi pandemici sulla crescita e dell’avvicinarsi della svolta Fed, e in risalita successivamente al procedere e al consolidarsi della ripresa economica a livello domestico.
PREVISIONI:
AREA EURO – La stima finale del PIL è attesa confermare una crescita del 2% t/t (13,6% a/a) nel 2° trimestre; l’espansione è vista proseguire, su ritmi simili, nel trimestre in corso.
In attesa della riunione BCE di giovedì, saranno pubblicati oggi alle 15 i dati sullo spaccato settimanale degli acquisti effettuati nell’ambito dei programmi PEPP e QE.
GERMANIA – Oggi lo ZEW è atteso correggere a settembre, sulla scia della maggiore incertezza legata alla diffusione della variante Delta.
L’indice generale è visto a 28 da 40,4 punti precedente; l’indicatore sulla situazione corrente dovrebbe scendere a 22,5 punti da 29,3 di agosto.