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06 Settembre 2021 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Stamane gli ordinativi industriali hanno registrato una crescita di +3,4% m/m in luglio, dopo il +4,6% m/m (rivisto al rialzo di cinque decimi) del mese precedente; rispetto a febbraio 2020 gli ordini risultano più alti del 15,7%.
L’aumento di luglio è legato alla crescita degli ordinativi esteri (+8% m/m), mentre le commesse domestiche sono salite di +2,5% m/m.

STATI UNITI
– Sul quadro congiunturale pesa la delusione dei dati di occupazione di agosto pubblicati venerdì.
La variazione di occupati non agricoli è stata di solo 235 mila posti, anche se il tasso di disoccupazione è sceso di due decimi a 5,2%, in presenza di un tasso di partecipazione invariato.
Le informazioni dell’employment report segnalano una persistente (e, rispetto ai due mesi precedenti, crescente) restrizione dal lato dell’offerta, ratificata dall’aumento dei salari orari di 0,6% m/m.
La lettura dei dati mette il focus sui possibili effetti della diffusione dei contagi spinti dalla variante Delta, alla luce del rallentamento della dinamica dei nuovi posti nei servizi privati e, in particolare, in quelli rilevati nei settori ricreativi e aggregativi.
L’attribuzione del dato deludente di agosto alla variante Delta e, soprattutto, le sue implicazioni per l’andamento atteso dell’occupazione, vanno messe in prospettiva.
Prima di tutto, la media mensile a tre mesi dei nuovi occupati, in questa fase volatile, rimane elevata (765 mila).
In secondo luogo, gli indicatori di attività nei settori dei servizi rimangono su livelli elevati e non sono in calo.
In terzo luogo, la domanda di lavoro rimane su livelli molto elevati e la previsione è di proseguimento di un ritmo solido di crescita degli occupati, se pure volatile su base mensile.
– L’ISM dei servizi di agosto, pubblicato venerdì, in calo a 61,4 ma ancora in linea con un’espansione forte, dà indicazioni favorevoli al proseguimento della ripresa senza significativi intoppi, nonostante la variante Delta.
Anche negli Stati con maggiore diffusione dei contagi non ci sono indicazioni di chiusure delle attività e, negli Stati del sud, maggiormente colpiti dalla nuova ondata, si stanno registrando una stabilizzazione dei contagi.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi, sarà diffuso il nuovo rapporto monografico sull’Italia dell’OCSE, che dovrebbe contenere una re visione al rialzo delle stime di crescita rispetto al 4,5% per quest’anno e 4,4% per il prossimo attesi lo scorso maggio.
Ieri, il Ministro dell’Economia Daniele Franco ha detto di attendersi per quest’anno una crescita anche superiore al 5,8% previsto dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

STATI UNITI – Il FOMC a settembre discuterà comunque il programma di tapering, pur sottolineando la presenza di rischi collegati alla pandemia, lasciando aperta la possibilità di annunciare e attuare il tapering entro fine 2021.
La dinamica in accelerazione dei salari e la distinzione fra condizioni per il tapering e condizioni per la svolta sui tassi dovrebbero mantenere ben aperta l’opzione di riduzione degli acquisti in tempi brevi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha avuto una dinamica movimentata nel corso dell’ultimo mese, in ampio rafforzamento fino a raggiungere nuovi massimi dell’anno nelle prime tre settimane di agosto – a parte una fugace ma vistosa correzione il 13 agosto sul dato di fiducia di consumatori dell’Università del Michigan risultato molto negativo – e in calo successivamente, fino a vedere riassorbiti quasi completamente i guadagni di agosto.
Il driver chiave della dinamica del biglietto verde è stato il timing atteso dell’annuncio del tapering Fed.
L’ascesa iniziale del dollaro è stata infatti favorita dall’ottimo employment report del 6 agosto, che poteva aprire alla possibilità di un annuncio di tapering prima, piuttosto che poi, ipoteticamente già al FOMC del 22 settembre piuttosto che a quella di dicembre, qualora anche i dati successivi avessero offerto conferme positive.
Il rafforzamento generalizzato registrato dal dollaro nella settimana dal 16 al 20 agosto, quella che lo ha visto aggiornare i massimi dell’anno, è stato dovuto invece a un temporaneo ma ampio aumento della risk aversion, in funzione sia delle preoccupazioni per l’aumento dei contagi dovuti alla variante Delta sia di fattori geopolitici (crisi in Afghanistan).
La fase correttiva della divisa statunitense dal 20 agosto in poi è stata invece determinata dal significativo ridimensionarsi delle aspettative di annuncio di tapering a settembre, complici alcuni dati non favorevoli (dalla suddetta fiducia dei consumatori fino all’employment report del 3 settembre che ha mostrato un aumento degli occupati molto inferiore alle attese) e le indicazioni offerte da Powell al Simposio di Jackson Hole.
Powell aveva infatti lasciato intendere che il tapering è oramai molto vicino, ma che le condizioni del mercato del lavoro, per quanto in miglioramento notevole, potevano non essere ancora sufficientemente favorevoli, a suggerire che il FOMC di settembre potrebbe non essere ancora quello della svolta effettiva.
Tuttavia, se i dati in uscita da qui al prossimo mese non deluderanno, la svolta di policy dovrebbe aversi poco più avanti, tra novembre e dicembre.
La settimana entrante propone pochi spunti sul fronte USA, a parte i dati sui sussidi di disoccupazione giovedì, che però impatterebbero sul dollaro solo in caso di ampia sorpresa positiva o ampia delusione, e alcuni discorsi Fed.
Pertanto, il biglietto verde potrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, salvo reagire di riflesso all’euro in risposta all’esito della riunione BCE di giovedì.

EURLa dinamica dell’euro nell’ultimo mese è stata ancora perlopiù il riflesso dei driver di dollaro, per cui il cambio è sceso nelle prime tre settimane di agosto da 1,19 EUR/USD di fine luglio fino a inaugurare nuovi minimi dell’anno in area 1,16 EUR/USD, risalendo successivamente per tornare ai livelli di fine luglio.
Questa settimana però il focus sarà sulla riunione BCE di giovedì, dove si attende non solo una revisione migliorativa dello scenario macro (al rialzo sia per la crescita, anche se probabilmente solo per quest’anno, sia per l’inflazione, quest’anno e successivamente) ma anche il ritorno a un ritmo di acquisti nell’ambito del PEPP inferiore rispetto agli ultimi mesi, a indicare che la fase più critica dovrebbe essere alle spalle.
Questo potrebbe favorire un rafforzamento dell’euro, nel momento in cui invece la Fed indugia ancora con l’annuncio del tapering.
L’upside dovrebbe tuttavia essere contenuto, entro 1,19-1,20 EUR/USD, perché la svolta di policy della Fed è solo rinviata e, soprattutto, lo è di poco.

GBPSimilmente all’euro, anche la sterlina nell’ultimo mese si è mossa perlopiù seguendo i driver di dollaro, per cui prima è scesa da 1,39 a 1,36 GBP/USD e poi è risalita fino a 1,38 GBP/USD.
Contro euro ha avuto invece una dinamica più contrastata, perché si è rafforzata a inizio agosto, inaugurando qui i nuovi massimi dell’anno da 0,85 a 0,84 EUR/GBP, dopo la riunione BoE che aveva lasciato intendere che la svolta sui tassi potrebbe arrivare già l’anno prossimo, mentre è ridiscesa successivamente, fino a 0,86 EUR/GBP, penalizzata da alcuni dati domestici risultati più deboli delle attese.
Questa settimana tali tendenze potrebbero permanere, favorendo leggermente la sterlina contro dollaro negli indugi della Fed, ma penalizzandola leggermente contro euro a meno che i dati sull’economia britannica (in uscita venerdì quelli di produzione industriale e manifatturiera previsti solo moderatamente positivi) non sorprendano ampiamente verso l’alto.

JPYLa dinamica dello yen nell’ultimo mese è stata il riflesso sia dei driver di dollaro sia dell’evoluzione della risk aversion, per cui si è indebolito a inizio agosto, in particolare dopo l’employment report USA, da 108 a 110 USD/JPY, tornando a rafforzarsi – moderatamente, fino a 109 USD/JPY – nella settimana del 16-20 agosto sul generalizzato aumento dell’avversione al rischio, finendo per stabilizzarsi qui (in area 109) nel prosieguo.
Contro euro ha prevalso la dinamica del cambio EUR/USD, per cui il cross si è portato da 130 a 127 EUR/JPY nelle prime tre settimane di agosto, per rientrare verso il punto di partenza successivamente.
Nel breve, negli indugi della Fed, lo yen dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi contro dollaro, indebolendosi al di sopra di quota 110 USD/JPY successivamente, all’effettivo avvicinarsi della svolta Fed. Contro euro, potrebbe quindi ancora prevalere la dinamica dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Questa settimana il focus sarà sulla riunione di politica monetaria della BCE, giovedì, che potrebbe annunciare un rallentamento negli acquisti PEPP e una revisione al rialzo delle previsioni di crescita e inflazione.
La lettura finale del PIL Eurozona del 1° trimestre dovrebbe confermare la crescita vista nella stima preliminare, con il contributo positivo della domanda interna, e negativo dal canale estero.
La tornata di dati sulla produzione industriale di luglio nei principali Paesi darà indicazioni miste.

GERMANIA – Nei prossimi giorni, l’indice ZEW, prima indagine di fiducia relativa al mese di settembre, dovrebbe confermare che il picco della ripresa è ormai alle spalle.
Infine, la stima finale dell’inflazione tedesca di agosto è attesa confermare la prima lettura.

STATI UNITI – Oggi i mercati sono chiusi per la festività di Labor Day.
Il calendario della settimana è scarno, con soltanto il PPI di agosto (atteso in rialzo di 0,6% m/m), le informazioni sui sussidi di disoccupazione di fine agosto e il Beige Book.