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29 Giugno 2021 – nota economica giornaliera

GIAPPONE
– Il tasso di disoccupazione a maggio aumenta più delle attese, salendo a 3,0% da 2,8% di aprile e toccando il massimo da fine 2020.
I disoccupati aumentano di 204 mila, gli occupati calano di 130 mila e la forza lavoro si contrae di 60 mila.
L’occupazione è in calo nei per il terzo mese consecutivo nel comparto del tempo libero, mentre si registra una ripresa nell’ospitalità dopo due ampie correzioni, probabilmente in preparazione per la riapertura delle attività con la riduzione delle misure restrittive collegate allo stato di emergenza.
I disoccupati che hanno lasciato il lavoro volontariamente sono in rialzo per il secondo mese consecutivo, +70 mila a maggio dopo +60 mila di aprile.
Il jobs to applicant ratio a maggio è invariato a 1,09.
La riduzione delle misure di contenimento e la fine dello stato di emergenza sono però ora a rischio per via di una nuova ripresa dei contagi, con la possibilità di nuove restrizioni modulate nelle aree con rialzo dei nuovi casi di COVID.
– Le vendite al dettaglio a maggio aumentano di 8,2% a/a, dopo 11,9% a/a di aprile.
Su base mensile le vendite correggono di -0,4% m/m, dopo -4,6% m/m di aprile, sulla scia degli effetti dello stato di emergenza in vigore da aprile.
Il calo delle vendite a maggio è particolarmente marcato per le auto, l’abbigliamento e l’arredamento.
L’aspettativa di una riapertura a luglio generalizzata in quasi tutte le aree soggette allo stato di emergenza, ora ridotto a “quasi-emergenza”, è a rischio, alla luce della ripresa dei contagi in alcune prefetture, fra cui quella di Tokio.

 

COMMENTI:

BCEI discorsi di ieri mostrano che l’evidenza di una solida ripresa economica nei prossimi mesi potrebbe riaprire già a settembre il dibattito interno in merito al volume di acquisti PEPP, e che il Consiglio è diviso riguardo a come garantire un’uscita non traumatica nel 2022.
A un estremo dello spettro di opinioni, Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo BCE, ha dichiarato in un discorso che la banca centrale dovrebbe cercare di preservare la flessibilità del PEPP anche dopo la crisi pandemica, in quanto si è dimostrato efficace per contrastare le differenze geografiche nelle condizioni di finanziamento.
Panetta ha anche avvisato che “qualsiasi tentativo di ridurre prematuramente i nostri acquisti di titoli provocherebbe un inasprimento delle condizioni di finanziamento che finirebbe inevitabilmente per aumentare il volume di acquisti necessario”.
La condizione per ridurre gli acquisti PEPP, è l’evidenza di “una solida ripresa”; in seguito, l’attenzione “dovrà allora rivolgersi a riportare l’inflazione al 2 per cento sull’orizzonte di medio termine”.
Nell’eurozona, “la probabilità che la domanda possa effettivamente raggiungere il limite della capacità produttiva risulta inferiore rispetto agli Stati Uniti”, e il rialzo dell’inflazione “sarà transitorio”.
Weidmann, presidente della Bundesbank, ha ammesso che l’incertezza rende impossibile stabilire molto in anticipo quando le misure emergenziali di politica monetaria potranno essere abbandonate, ma “per non dover interrompere il PEPP bruscamente, tuttavia, gli acquisti netti potrebbero essere ridotti in anticipo gradualmente”.
Le condizioni per interrompere del tutto il PEPP sono l’evidenza di una “solida ripresa economica” e l’abrogazione di tutte “le misure significative di contenimento della pandemia”.
Tali condizioni saranno soddisfatte il prossimo anno, in base alle previsioni attuali. Il 17 giugno Weidmann si era dichiarato contrario all’estensione della flessibilità del PEPP anche all’APP.
Holzmann, presidente della Banca Nazionale Austriaca, non ritiene che vi sarà un aumento dell’APP per smussare l’uscita dal PEPP, anche se ha menzionato tale possibilità come una possibile opzione.
Holzmann ha giudicato “corretta” l’aspettativa prevalente espressa dalla Survey of Monetary Analysts che il PEPP si chiuda il 31 marzo 2022, senza proroghe.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le indagini di fiducia della Commissione Europea di giugno dovrebbero evidenziare un miglioramento dell’indice ESI di fiducia economica a 116,5 da 114,5 precedente.
A spingere l’indice saranno soprattutto commercio e servizi, i settori che più dovrebbero aver beneficiato dell’alleggerimento delle restrizioni in corso in tutta l’Eurozona.
L’indice sui servizi dovrebbe quindi salire a 14,5 da 11,3 precedente mentre quello relativo all’industria potrebbe portarsi a 12,0 da 11,5 di maggio, confermandosi su livelli superiori alla media di lungo periodo e coerenti con una solida ripresa dell’attività nel settore.
La stima finale dell’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe confermare il rialzo a -3,3 emerso dalla lettura preliminare.

GERMANIA – La stima flash dai Länder dovrebbe indicare che a giugno i prezzi al consumo sono cresciuti di quattro decimi sia sull’indice domestico, sia sull’armonizzato.
La tendenza annua è attesa rallentare di due decimi sull’indice nazionale, al 2,3% a/a, e di tre decimi sull’armonizzato, al 2,1% a/a.
Il confronto statistico dovrebbe portare l’inflazione oltre il 3% nel secondo semestre 2021 (il taglio dell’IVA è entrato in vigore il 1° luglio 2020), con possibili picchi oltre il 3,5%; l’effetto-IVA causerà un gradino al ribasso da gennaio.
In sintesi, la media 2021 è attesa salire al 2,6% (2,7% sull’armonizzato) per poi tornare sotto il 2% il prossimo anno.

FRANCIA
– Il tasso di disoccupazione è atteso risalire ad almeno 8,4% nel 1° trimestre 2021, dopo che la rilevazione precedente aveva mostrato un calo a sorpresa a 8% nel 4° trimestre 2020 dal 9,1% del 3° trimestre 2020.
L’effetto-partecipazione, che aveva compresso il tasso dei senza-lavoro a fine 2020, dovrebbe agire in senso contrario nel 2021.
Stimiamo una disoccupazione poco sopra il 9% nel biennio 2021-22.
I rischi sulla previsione sono verso il basso.
– In giugno la fiducia dei consumatori dovrebbe far registrare il terzo progresso da inizio anno, portandosi a ridosso del livello medio di lungo periodo.
Il morale dovrebbe beneficiare del miglioramento della percezione della propria situazione finanziaria e di una accresciuta propensione agli acquisti.

STATI UNITI
 – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a giugno è prevista in rialzo a 119 da 117,2 di maggio.
Le aspettative dovrebbero essere in ripresa a 102 da 99,1 di maggio, mentre la situazione corrente dovrebbe flettere dopo l’ampio rialzo del mese scorso a 144,3.
L’indagine dovrebbe rilevare un crescente ottimismo riguardo alla valutazione del mercato del lavoro, con indicazioni in linea con un ulteriore calo del tasso di disoccupazione.
– L’indice Case/Shiller dei prezzi delle case ad aprile dovrebbe essere in ulteriore accelerazione, con una previsione del consenso a 14,55 a/a da 13,3% a/a di marzo, sulla scia della persistente scarsità di offerta a fronte di una domanda in continuo rialzo.
L’andamento dei prezzi delle case in questa fase congiunturale è rilevante anche per la politica monetaria su due fronti.
Da un lato, il trend in rialzo dei prezzi mette pressioni verso l’alto sulla componente abitazione degli indici dei prezzi, con rischi verso l’alto nei prossimi trimestri.
Dall’altro, diversi partecipanti al FOMC hanno segnalato preoccupazione al riguardo e indicato che il tapering potrebbe avvenire a due velocità, una per i Treasury e una per i titoli MBS.
Alcuni presidenti (con qualche eccezione) di Fed regionali hanno sollevato preoccupazioni riguardo al possibile surriscaldamento del mercato immobiliare, potenzialmente alimentato anche dal contributo degli acquisti di MBS da parte della Fed.