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28 Giugno 2021 – nota economica giornaliera

ITALIALa fiducia dei consumatori è salita per il terzo mese a giugno, accelerando ulteriormente a 115,1 da 110,6 del mese scorso.
Il dato è più forte sia delle stime di consenso (che si posizionavano a 112) che della nostra (più ottimistica) previsione (114), e porta l’indice ai massimi da ottobre del 2018.
Il miglioramento è trainato dal clima economico nazionale, e, in minor misura, dai giudizi sulle condizioni correnti, mentre i progressi sulla situazione personale degli intervistati e sulle aspettative sono stati meno ampi (ma il clima personale ha toccato un nuovo massimo storico, così come anche le attese sulla situazione economica dell’Italia e le opportunità attuali legate all’acquisto di beni durevoli).
L’unico segnale meno incoraggiante viene dalle aspettative sulla disoccupazione, tornate ad aumentare (su livelli superiori alla media storica), probabilmente sulla scia delle preoccupazioni sugli effetti del venir meno del blocco dei licenziamenti; si tratta di un segnale coerente con la nostra idea che una svolta per il mercato del lavoro non sia ancora imminente.

ITALIA – L’indice composito Istat sulla fiducia delle imprese è aumentato per il settimo mese consecutivo, accelerando anzi a 112,8 da un precedente 107,3 (rivisto da 106,7 della prima stima): si tratta di un massimo dall’inizio delle rilevazioni ovvero almeno dal 2012.
Tutti i principali macro settori hanno registrato un miglioramento, con la sola eccezione delle costruzioni, dove peraltro il calo è marginale (a 153,6 da 153,9) e appare fisiologico dopo che a maggio era stato toccato un massimo da ottobre del 2011.
Il recupero è particolarmente forte per i servizi (a 106,7 da 99,1) e per il commercio al dettaglio (a 106,7 da 99,9), che fanno registrare dei nuovi massimi rispettivamente da giugno 2018 e da febbraio 2020.
Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è salita ancora una volta più del previsto, a 114,8 a giugno da 110,9 di maggio (rivisto da una stima preliminare a 110,2): si tratta di un nuovo record da novembre del 2000.
Sono migliorate tutte le componenti principali dell’indagine, in particolare gli ordini correnti (particolarmente dall’estero) e le aspettative sull’economia; gli ordini esteri e le attese sui prezzi di venduta hanno toccato nuovi massimi da gennaio del 2000.
Le scorte continuano ad essere giudicate in diminuzione, ma il saldo è meno negativo rispetto al mese scorso (quando si era registrato un minimo da oltre 10 anni).
In sintesi, la tornata di indagini di fiducia di giugno è stata, come già il mese precedente, decisamente migliore delle attese.
Il processo di “riapertura” dell’economia iniziato due mesi fa sta procedendo in maniera più spedita del previsto, e la mobilità verso gli esercizi commerciali e le attività ricreative (secondo gli indicatori diffusi da Google) è già tornata su livelli visti nell’ultimo anno e mezzo solo lo scorso mese di agosto.
I rischi che tale processo possa invertirsi appaiono contenuti, almeno nel breve termine.
Abbiamo da poco rivisto al rialzo le nostre stime sul PIL italiano, a 4,6% per quest’anno (e 4% per l’anno prossimo).
Le indagini di giugno segnalano che, anche dopo la revisione, i rischi su tale profilo atteso di crescita per l’economia italiana sono ora verso l’alto.
I consumi dal lato della domanda, e i servizi dal lato dell’offerta, che avevano frenato drammaticamente il PIL durante la fase più acuta della crisi, sono ora i candidati a fornire la maggiore spinta al PIL già a partire dal trimestre corrente, e per tutta la seconda metà dell’anno.

ITALIA – I dati di maggio sul commercio estero extra-UE hanno evidenziato una correzione congiunturale sia per le esportazioni (-4,1% da +7,4%) che per le importazioni (-1,5% da +4,9%).
La prima contrazione dell’export dopo due mesi di solida crescita riguarda tutti i comparti ad eccezione dell’energia (+15,5% m/m), al netto della quale il calo risulta più ampio (-4,7% m/m) e particolarmente marcato per i beni strumentali (-7,7% m/m).
Lo spaccato delle importazioni risulta invece più variegato: oltre all’energia (+5,4% m/m), si registra un incremento anche per i beni intermedi (+2,1% m/m) mentre la flessione più ampia riguarda i beni di consumo.
La crescita tendenziale dell’export si ridimensiona a 43,9% da 104,6%, mentre quella dell’import risulta poco variata a 55%.
I ritmi di crescita tendenziale risultano comunque distorti dal confronto con i mesi del primo lockdown: la crescita dell’export è infatti diffusa a tutti i principali partner commerciali con aumenti a doppia cifra.
A maggio il saldo commerciale con i Paesi non appartenenti all’UE è risultato pari a +4.767 milioni di euro (+4.114 a maggio 2020) e a +7.681 milioni (+5.201 milioni un anno prima) per i prodotti non energetici.
Nel complesso i primi dati di maggio non modificano lo scenario di importazioni in crescita a ritmi superiori alle esportazioni nel 2° trimestre.
Il trend di ripresa degli scambi internazionali dovrebbe proseguire nei prossimi mesi sull’onda del rafforzamento della crescita economica globale.

AREA EURO – La crescita di M3 a maggio ha rallentato, circa in linea con le attese di consenso, a 8,4% a/a da 9,2% a/a precedente, per via del confronto sfavorevole con lo scorso anno.
L’espansione dell’aggregato monetario continua ad essere trainata dal contributo del credito al settore pubblico (5,9% da 6,7%) grazie al flusso di acquisti da parte della BCE destinato a proseguire anche nei prossimi mesi.
Sul mese l’apporto del credito al settore privato è invece risultato pari a 3,6% da 4,1% di aprile.
I dati sui prestiti ai privati evidenziano infine un rallentamento di quelli alle imprese (1,9% a/a da 3,2% a/a) a fronte di una marginale accelerazione per quelli verso le famiglie (3,9% a/a da 3,8% a/a)

STATI UNITI – La spesa personale a maggio è circa invariata in termini nominali e cala di 0,4% m/m in termini reali.
I consumi di beni correggono di -1,3% m/m, con un’ampia spinta verso il basso dei beni durevoli (-2,8% m/m), e un incremento di 0,7% m/m per i servizi, il terzo consecutivo.
Il reddito personale è in flessione di -2% m/m, mentre il reddito disponibile cala di -2,3% m/m.
ll reddito da lavoro è in solido aumento, +0,7% m/m, con la componente salariale in rialzo di 0,8% m/m, mentre rimangono negativi i trasferimenti pubblici, in calo di -11,7% m/m dopo -41,2% m/m ad aprile.
Il tasso di risparmio rimane elevato, a 12,4%.
Il deflatore dei consumi è in rialzo di 0,4% m/m (3,9% a/a), con l’indice core in aumento di 0,5% m/m (3,4% a/a).
La dinamica dei prezzi rallenta con i servizi in rialzo di 0,3% m/m dopo due mesi consecutivi di variazioni di 0,5% m/m, e i beni in aumento di 0,4%m/m, dopo 0,6% m/m sia ad aprile sia a marzo.
I dati sono migliori del previsto per quanto riguarda il reddito, grazie all’andamento positivo del reddito da lavoro, mentre per l’inflazione, nonostante il livello elevato, si riscontra una moderazione della dinamica mensile, che contiene i timori di spirale inflazionistica in arrivo.

 

COMMENTI:

STATI UNITIRosengren (Boston Fed) ha detto che “è certamente ora di pensare a quanto velocemente sia appropriato rimuovere lo stimolo”.
Rosengren è preoccupato di possibili eccessi sui mercati finanziari e vuole evitare che “gli individui presumano che la politica monetaria resterà accomodante per sempre”.
A suo avviso la Fed deve monitorare da vicino la dinamica dei prezzi delle case, su un trend molto rapido, che segnala la possibilità di periodo di rischiosa forte volatilità.
Secondo Rosengren il recente rialzo dell’inflazione dovrebbe essere transitorio e rientrare nel 2022.
Kashkari (Minneapolis Fed) invece ha detto che, pur essendo alle soglie di una probabile forte ripresa, l’economia è ancora in un “buco profondo” con più di 7 mln di posti di lavoro mancanti rispetto all’inizio della recessione.
Kashkari ha sottolineato che a partire da settembre le tre principali cause di freno all’offerta di lavoro (sussidi elevati, timori per i contagi, scuole chiuse) dovrebbero essere ridimensionate, aprendo la strada a un sentiero di rapida crescita dell’occupazione.
Anche Kashkari, come la maggior parte dei suoi colleghi nel FOMC, ritiene che l’inflazione sia su un sentiero solo temporaneamente elevato.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Le stime preliminari degli indici dei prezzi al consumo di giugno dovrebbero evidenziare un rallentamento dell’inflazione in Germania e in Italia, a fronte di un’accelerazione in Francia; nella media Eurozona l’inflazione è vista stabile.
L’indagine di fiducia della Commissione Europea di giugno dovrebbe riportare un ulteriore miglioramento, trainato soprattutto da servizi e commercio.
Si prevede un rimbalzo delle vendite al dettaglio in Francia e Germania a maggio grazie all’allentamento delle restrizioni rispetto al mese precedente.
I dati sul mercato del lavoro di maggio potrebbero infine evidenziare un contenuto aumento del tasso di disoccupazione in Italia ed una sostanziale stabilizzazione nel complesso dell’area euro.

STATI UNITI – Il focus sarà sull’employment report di giugno, che dovrebbe registrare una dinamica occupazionale circa in linea con quella di maggio, con una variazione di 580 mila da 559 mila.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe correggere a 5,7% e i salari dovrebbero restare su un sentiero sostenuto dagli aumenti concentrati nei settori dei servizi aggregativi.
L’ISM manifatturiero di giugno dovrebbe confermare le indicazioni positive delle altre indagini del mese, con un modesto aumento dell’indice composito e persistenti indicazioni di strozzature all’offerta e rialzi dei prezzi.
La fiducia dei consumatori dovrebbe essere in ulteriore ripresa a giugno.
Fra i dati di maggio, la spesa in costruzioni è prevista in moderato aumento, mentre il deficit commerciale dovrebbe essere in moderato ampliamento rispetto ad aprile.