12 Marzo 2021 – nota economica giornaliera
GERMANIA – La seconda lettura ha confermato che a febbraio i prezzi al consumo sono saliti di +0,7% m/m sull’indice nazionale e di +0,6% m/m su quello armonizzato.
L’inflazione di riflesso è cresciuta da +1,0% a +1,3% a/a sull’indice nazionale e si è mantenuta stabile a +1,6% su quello armonizzato.
Il rialzo è guidato principalmente dall’aumento dei prezzi dei beni (+0,7% m/m e +1,0% a/a), con i listini energetici che hanno segnato il +0,3% a/a (+1,5% m/m): come indicato dalle indagini PMI di febbraio, il miglioramento della domanda ha permesso ai produttori manifatturieri tedeschi di trasferire parte degli aumenti dei costi sui prezzi di vendita.
I servizi rimangono invariati all’1,4% a/a (+0,7% m/m).
Il valore di febbraio è influenzato da problemi nella raccolta dei dati, causati dalle misure restrittive introdotte per frenare la crescita dei contagi.
I prezzi sono attesi risalire nei prossimi mesi; il 2021 potrebbe chiudersi con un’inflazione media annua poco sotto il +3%.
STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 6 marzo calano a 712 mila da 752 mila della settimana precedente.
Su base non destagionalizzata, i nuovi sussidi statali calano a 709 mila(-47 mila), mentre quelli federali erogati con il programma di emergenza sono in rialzo a 478 mila.
I sussidi statali esistenti nella settimana del 27 febbraio correggono a 4,144 mln (-193 mila).
I sussidi totali nella settimana conclusa il 20 febbraio erano pari a 20,116 mln, in rialzo di 2,1 mln dalla settimana precedente, ma risentono del maltempo di metà febbraio.
I dati complessivamente sono incoraggianti, e confermano un graduale trend verso il basso, coerente con un aumento dell’occupazione, che dovrebbe essere rafforzato dalla ulteriore riduzione delle misure di contenimento in diversi stati.
COMMENTI:
BCE – Al termine della riunione di politica monetaria, il Consiglio Direttivo ha annunciato che nei prossimi tre mesi il ritmo degli acquisti PEPP sarà “significativamente più elevato rispetto ai primi mesi” del 2021.
In pratica, ci attendiamo che si spostino da 12-17mld mensili a 20-25 miliardi mensili.
La BCE ha reso chiaro il collegamento fra questa decisione e la valutazione dello scenario, rinviando a giugno per eventuali nuovi aggiustamenti.
Ci aspettiamo che il consolidamento della ripresa riportigli acquisti netti verso 10-15 miliardi nel terzo trimestre. Le previsioni dello staff non sono cambiate in modo significativo.
Le stime di crescita sono salite a 4,0% nel 2021, calano a 4,1% nel 2022 e restano a 2,1% nel 2022.
La BCE ha più problemi con l’inflazione, a causa della volatilità dei prezzi energetici e degli impatti di chiusure e variazioni dell’IVA. La proiezione 2021 sale a 1,5%; rivisto al rialzo anche il 2022 (1,2% da 1,1%), mentre il 2023 è rimasto a 1,4%.
Da segnalare che lo scenario “severo”, connesso a ipotesi sfavorevoli di sviluppo della pandemia, ha visto una netta revisione al rialzo del 2021 da 0,4 a 2,0%, sebbene bilanciata da revisioni al ribasso per il biennio successivo: ciò mostra una riduzione dei rischi al ribasso rispetto a tre mesi fa.
UNIONE EUROPEA-Covid19 – Il rapporto settimanale ECDC colloca quasi tutto il continente europeo nelle due categorie di rischio più elevato, con l’eccezione di Portogallo, Danimarca, Finlandia, gran parte dell’Irlanda e quattro province spagnole.
Le mappe ECDC collocano Trentino Alto-Adige, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche e Campania al massimo livello di rischio.
Il tasso quindicinale medio di notifica dei nuovi casi si colloca a 329 ogni 100 mila abitanti, ma Francia (444), Italia (432), Polonia (427), Olanda (362), Svezia (528), Ungheria (645)e altri paesi centro-europei più piccoli si collocano sopra la media.
La mortalità è stata in media di 67 ogni 100mila abitanti.
L’eccesso di mortalità rilevato da EuroMoMo è tuttavia negativo anche nella 9° settimana del 2021 (-4024), saldo quasi interamente dovuto alla fascia di età 65+, di cui ¾ fra gli ultra-85enni.
Sul fronte delle vaccinazioni, l’EMA ha autorizzato l’uso del vaccino mono-dose J&J, che però non inizierà ad arrivare prima di metà aprile; di contro, alcuni casi di trombosi hanno portato alla sospensione del vaccino Oxford/AstraZeneca in Danimarca per 2 settimane, oltre alla sospensione di specifici lotti dello stesso vaccino in Italia, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo.
Il numero di dosi somministrate settimanalmente continua ad accelerare, ma resta basso rispetto al Regno Unito e incompatibile con gli obiettivi europei di immunizzazione.
STATI UNITI – Il presidente Biden ha firmato l’American Rescue Plan per 1,9 tln.
La legge entra in vigore oggi e l’accredito degli assegni da1400 dollari/persona dovrebbe iniziare immediatamente, dando una nuova spinta alla dinamica del reddito disponibile e al risparmio delle famiglie già a partire da questo fine settimana.
Il reddito disponibile dovrebbe registrare un incremento di circa il 25% a marzo, dopo il rialzo di11,2% m/m a gennaio.
Le misure a favore delle famiglie rappresentano oltre il 40% del totale, suddivise in 410 mld di trasferimenti diretti, 240 mld di estensione dei sussidi di disoccupazione e 143 mld di rafforzamento del credito di imposta per i figli.
In un discorso alla nazione dopo la firma della legge, Biden ha detto che richiederà agli stati di rendere disponibili i vaccini a tutta la popolazione adulta entro maggio, ha promesso uno sforzo “massiccio” per riaprire le scuole e ha previsto il ritorno a una quasi-normalità entro l’inizio di luglio
STATI UNITI-Covid19 – La curva dei contagi prosegue su un trend in modesto calo, con i nuovi casi a 62.690 ieri, e la media settimanale in calo di -18% rispetto a 14 giorni prima.
Il ritmo di somministrazioni giornaliere ha ripreso ad aumentare (media settimanale 2,23 mln al giorno)e, se mantenuto, determinerebbe l’immunizzazione parziale o totale del 70% della popolazione entro inizio luglio e del 90% della popolazione entro il 22 agosto.
A ieri, il 19% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e il 10% è stato pienamente immunizzato.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è sceso ancora ieri, per il terzo giorno di fila, penalizzato dalla dinamica dei rendimenti – soprattutto quelli reali – che si sono mantenuti sulla difensiva, nonostante i dati sui sussidi di disoccupazione siano risultati migliori delle attese.
Oggi apre al rialzo sul recupero dei rendimenti.
La fiducia delle famiglie oggi è prevista in aumento. Se il recupero dei rendimenti prosegue, può proseguire anche quello del dollaro.
EUR – L’euro si è rafforzato ancora ieri, principalmente di riflesso al ritracciamento del dollaro, mantenendosi però in area 1,19 EUR/USD.
La BCE, come atteso, ha mantenuto invariati I parametri di policy e ha indicato che, alla luce della recente salita dei tassi di mercato, condurrà gli acquisti nell’ambito del PEPP in modo da prevenire un’inopportuna restrizione delle condizioni finanziarie.
Questo non ha compromesso la tenuta dell’euro, ma ha contribuito a limitarne la salita e oggi il cambio apre in calo sul recupero del dollaro.
Quando il contrasto tra economia USA e area euro diventerà più evidente e/o la retorica della Fed meno cauta, il cambio dovrebbe cedere ulteriormente.
GBP – Come l’euro anche la sterlina si è rafforzata ieri sul cedimento del dollaro, mantenendosi però in area 1,39 GBP/USD, il che ha lasciato il cambio contro euro pressoché stabile in area 0,85 EUR/GBP.
Oggi la valuta britannica apre in calo sul recupero del dollaro.
La dinamica dei rendimenti USA resterà il driver principale anche oggi, mentre i temi domestici torneranno in primo piano la prossima settimana con la riunione BoE di giovedì.
JPY – Lo yen invece si è riportato sulla difensiva contro dollaro, pur mantenendosi in area 108 USD/JPY, mentre è sceso di più contro euro (per via della salita dell’EUR/USD) da 129 a 130 EUR/JPY, rivedendo livelli abbandonati oltre due anni fa (novembre 2018).
La tendenza di fondo della valuta nipponica resta al ribasso e un eventuale rafforzamento contro dollaro in caso di nuova discesa dei rendimenti USA dovrebbe essere transitorio.
PREVISIONI:
AREA EURO – La produzione industriale dovrebbe mostrare una crescita a gennaio (+0,6% m/m, dopo il -1,6% m/m di dicembre); la variazione annua è attesa rimanere in territorio negativo, a -1,6% da -0,8% a/a.
Come indicato dalle indagini congiunturali, è possibile un nuovo balzo nel mese di febbraio: l’industria dovrebbe continuare a dare un contributo positivo al PIL dell’area anche nel 1° trimestre.
STATI UNITI
– Il PPI a febbraio è previsto in rialzo di 0,4% m/m, dopo 1,3% m/m di gennaio.
Anche l’indice core dovrebbe moderare la crescita rispetto al balzo di gennaio (1,2% m/m), con una variazione di 0,2% m/m a febbraio.
Le pressioni sui prezzi alla produzione sono in forte rialzo sulla scia dell’aumento sostenuto della domanda e dei persistenti (e crescenti) colli di bottiglia dal lato dell’offerta, come evidente sia dalle indagini sia dai prezzi delle materie prime, non solo energetiche.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo (prel.) dovrebbe aumentare a 81 da 76,8 di febbraio.
Il miglioramento della pandemia, l’aumento del reddito disponibile, l’aspettativa di un nuovo pacchetto di stimolo fiscale e la riaccelerazione della dinamica occupazionale dopo la frenata di fine 2020 dovrebbero imprimere una svolta verso l’alto alla fiducia dopo un periodo di movimenti laterali in atto tra novembre e febbraio.
Le aspettative di inflazione dovrebbero salire ulteriormente, sia sull’orizzonte a 1 anno sia su quello a 5 anni, da 3,3% e 2,7%, rispettivamente.