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17 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – A ottobre, fatturato e ordini industriali hanno mostrato un parziale recupero su base congiunturale dopo il calo di settembre (rispettivamente, da -2,9% a +2,2% e da -5,6% a +3%).
Il rimbalzo nel mese è dovuto soprattutto al mercato domestico e, nel caso del fatturato, ai beni strumentali.
Sull’anno, il fatturato migliora ma resta in calo (-1,7%, ma +0,4% al netto dell’energia, con beni durevoli a +9,3% e beni strumentali a +5,1%), mentre gli ordinativi rallentano a +1,2%; sull’anno, per entrambi gli indicatori pesa soprattutto il mercato estero.
I settori più colpiti su base annua sono la raffinazione (-32,5% il fatturato) e il tessile (-11,5% il fatturato, -8,7% gli ordini), mentre mostrano un ottimo recupero i mezzi di trasporto (+22,2% il fatturato, +12,2% gli ordini).
Da novembre, peseranno anche sull’industria (sia pure in misura decisamente minore che sui servizi) le nuove misure di confinamento implementate non solo in Italia ma anche in alcuni dei maggiori partner commerciali del nostro Paese.

AREA EURO – La stima flash del PMI manifatturiero ha segnato un miglioramento a 55,5 da 53,8 di novembre, toccando il massimo da giugno del 2018.
L’indice rimane in territorio espansivo per il sesto mese consecutivo, dopo il crollo dei mesi primaverili.
Gli indici per la produzione e per i nuovi ordini esteri confermano la forte crescita iniziata a luglio (rispettivamente a 56,6 e 56,7); l’occupazione resta su valori coerenti con una contrazione degli organici (48,9). I prezzi sono visti in crescita.
A dicembre diminuisce il ritmo di contrazione del settore dei servizi, in seguito all’alleggerimento delle misure di contenimento e alle buone notizie dal fronte vaccini: l’indice è salito da 41,7 a 47,3.
La ripresa dell’attività corrente si accompagna ad aspettative diffuse di miglioramento (62,8); migliorano anche le condizioni nel mercato del lavoro.
Non vi è evidenza di pressioni inflattive: aggregando manifatturiero e servizi emerge una tendenza all’aumento dei prezzi pagati (55,2) che non si riflette sui prezzi ricevuti (49,3).
Il PMI composito si avvicina alla soglia di non cambiamento (a 49,8da 45,3 precedente), indicando che a dicembre l’attività economica nell’Eurozona si è ridotta meno rispetto al mese precedente.
Lo spaccato per Paese ha visto il PMI manifatturiero della Francia passare in territorio espansivo (a 51,1 da 49,6), mentre i servizi registrano una contrazione decisamente meno diffusa rispetto a novembre(a 49,2 da 38,8).
L’indice composito, da 40,6 a 49,6, rimane in territorio recessivo: le indicazioni riflettono la forte incertezza sull’aumento dei contagi, che potrebbe frenare la ripresa.
Nel suo Point de Conjoncture, Banque de France ha stimato la perdita di PIL dovuta alle restrizioni in 11% a novembre e 8% a ottobre, che (considerando il trascinamento positivo da 3° a 4° trimestre), si tradurrebbe in una contrazione di -4% t/t.
In Germania, il PMI manifatturiero mostra un nuovo miglioramento, a 58,6 da 57,8 precedente. Rimangono su valori elevati sia l’indice sui nuovi ordini totali (63,8), che quello sulla produzione (61,5), e la riduzione delle scorte indica che la crescita dell’output è sostenibile; l’occupazione continua a segnare una contrazione(46,0).
Nei servizi, l’indice di attività, seppur in salita di 1,7 punti, rimane in territorio recessivo (47,7); tuttavia, le imprese ritengono il calo transitorio: l’indice delle aspettative è balzato da 58,5 a 59,6, e l’occupazione rimane al di sopra della soglia di non cambiamento.
L’indice composito è passato da 51,7 di novembre a 52,5 in dicembre.

STATI UNITI
 – Le vendite al dettaglio a novembre sorprendono verso il basso con una correzione di -1,1% m/m (4,1% a/a), dopo -0,1% m/m di ottobre (rivisto da +0,3%).
Il calo è in larga misura causato dal peggioramento dei contagi e dalle nuove restrizioni in atto. Al netto delle auto la flessione delle vendite è di -0,9% m/m (auto in calo di -1,7% m/m).
Le vendite al netto dei servizi di ristorazione sono in calo di -0,8% m/m, a fronte di un rialzo solido del commercio online e di una variazione di -4% m/m dei servizi di ristoranti e bar.
Le principali voci negative sono l’abbigliamento (-6,8% m/m), l’elettronica (-3,5% m/m), la salute e cura della persona (-0,7% m/m), oltre alla benzina (-2,4% m/m).
Sono positivi solo i materiali da costruzione (+1,1% m/m) e gli alimentari (+1,6% m/m).
I dati danno indicazioni di rallentamento marcato dei consumi nel 4° trimestre, senza però puntare a contrazioni, anche grazie all’entrata forte dall’estate.
L’inizio del 2021 sarà debole, ma il sostegno del probabile stimolo fiscale e la diffusione dei vaccini fanno prevedere una netta riaccelerazione a partire dalla primavera.
– Il PMI manifatturiero flash a dicembre corregge solo marginalmente a 56,5 da 56,7 di novembre, restando comunque sui massimi da maggio 2018.
Le principali componenti restano su livelli espansivi: occupazione da 51,6 a 52,1, nuovi ordini da 57,4 a 55,8, ordini all’export da 51,1 a 50,3, output da 58,7 a 57,3.
Nel complesso, l’indagine conferma un quadro ancora solido nel manifatturiero a novembre e non fa prevedere un significativo rallentamento a dicembre, nonostante il peggioramento dei contagi.
Il PMI dei servizi flash registra una flessione contenuta, da 57,7 a 55,3, attribuibile alla correzione significativa dell’occupazione (da 58,6 a 53,9), dell’attività (da 58,4 a 55,3) e del nuovo business (da 56,4 a 55).
L’indice composito flette da 58,6 a 55,7, con una correzione dell’output da 57,9 a 55,7 e dell’occupazione da 57,4 a 53,6.
I dati degli indici PMI, insieme a quelli delle vendite di novembre sono in linea con un rallentamento della crescita spinto dalla curva pandemica, con effetti probabilmente più rilevanti sul 1° trimestre 2021 che sui risultati dell’autunno.
– La Business Leaders Survey condotta dalla NY Fed presso le imprese non manifatturiero segna un ampio calo in territorio negativo, scendendo a dicembre sui minimi da 6 mesi, a -26,9 (-11 punti, l’indice generale di attività non è mai tornato in territorio espansivo da marzo in poi).
L’indagine registra correzioni per l’occupazione (-11,7) e un rallentamento della dinamica salariale (a +11,2).
L’indice a 6 mesi migliora marginalmente, a 4,7, con segnali ancora deboli per il comparto, che ha sofferto in misura più significativa nel distretto di NY rispetto ad altre aree del Paese per via delle restrizioni più marcate imposte dal governatore di NY.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
 – La riunione del FOMC si è conclusa, come atteso, con politiche invariate e l’introduzione di modifiche alla forward guidance per gli acquisti, votate all’unanimità. Nel comunicato, la valutazione dell’economia è identica a quella di novembre.
Come indicato nei verbali di novembre, il FOMC ha discusso il programma di acquisto titoli, modificando la comunicazione su due fronti.
La specificazione della durata del programma indica un’estensione condizionata alle variabili macroeconomiche.
Ora si afferma che la Fed “continuerà ad acquistare titoli del Tesoro per almeno 80 mld al mese e MBS per almeno 40 mld al mese fino a quando non sarà stato fatto ulteriore significativo progresso verso gli obiettivi del Comitato di massima occupazione e stabilità dei prezzi”.
Fino a novembre l’indicazione temporale era limitata ad acquisti almeno sui livelli attuali “nei prossimi mesi”.
Inoltre, si chiarisce che il programma non è mirato solo al funzionamento dei mercati, ma anche al supporto di condizioni finanziarie accomodanti.
Le modifiche riguardano quindi solo la comunicazione, mentre la sostanza del programma rimane invariata. Le proiezioni macroeconomiche, come atteso, riportano revisioni verso il basso per la disoccupazione e verso l’alto per la crescita su tutto l’orizzonte previsivo, senza modificare la proiezione mediana dei tassi, ancorata a zero fino al 2023 e sottolinea l’atteggiamento espansivo della banca centrale.
La distribuzione delle proiezioni dei singoli partecipanti mostra 5 “punti” in linea con tassi più alti nel 2023, da 4 a settembre, e 12 stabili a zero.
I verbali della riunione, in uscita fra tre settimane, daranno maggiori informazioni sulla formulazione della forward guidance e su quello che i partecipanti ritengono possa costituire “progresso sostanziale” verso gli obiettivi di prezzo e occupazione.
Al momento, sulla base dello scenario per il prossimo biennio, reso molto positivo grazie ai vaccini, prevediamo che le condizioni per considerare l’inizio della graduale riduzione degli acquisti potrebbero essere soddisfatte intorno a fine 2021, con l’aspettativa di tapering a partire da inizio 2022.
Per il primo rialzo dei tassi, si aspetterà probabilmente fino al 2023, come segnalato dalle proiezioni della Fed.
La Fed sarà molto più paziente nel rimuovere lo stimolo in questi anni ’20 rispetto al decennio precedente.
– Nella conferenza stampa, Powell non ha specificato cosa si intende per “progresso sostanziale” verso gli obiettivi di prezzo e occupazione, tuttavia ha affermato che il Comitato lo comunicheràben in anticipo” rispetto a quando verrà effettivamente considerato l’inizio di una graduale riduzione degli acquisti.
Come evidente dalle proiezioni, nonostante un quadro di crescita positivo, la Fed ritiene che la stabilizzazione dell’inflazione su livelli accettabili richiederà tempo.
Powell ha detto che “anche in presenza del grado di stimolo molto elevato (…) ci vorrà diverso tempo” prima che l’inflazione aumenti.
Riguardo alla necessità di ulteriore stimolo, Powell ha giustificato il mantenimento delle politiche in vigore affermando che i rendimenti sono già molto bassi e che i settori sensibili ai tassi di interesse sono in espansione. A suo avviso, il freno alla crescita viene dagli effetti della pandemia, che possono essere affrontati in modo più efficiente con la politica fiscale, intervenendo sui settori dell’economia esposti a Covid, come i disoccupati.
Secondo Powell, la diffusione dei vaccini è un elemento cruciale dello scenario, perché implica che entro il 2° semestre 2021 l’economia dovrebbe essere in netta espansione.
– I leader del Congresso stanno facendo ulteriori progressi sulla definizione di un nuovo pacchetto fiscale con misure per circa 900 mld di dollari, ma senza fondi per stati ed enti locali e norme per garantire l’immunità legale per le imprese su cause collegate a Covid.
Rispetto alle informazioni diffuse fino a ieri, il pacchetto includerebbe circa 150 mld di fondi in più, da utilizzare per l’invio di assegni alle famiglie per 1200 dollari per individuo più 500 dollari per ogni dipendente del nucleo familiare.
Come già anticipato nei negoziati precedenti, il pacchetto dovrebbe includere integrazioni ai sussidi di disoccupazione statale per 300 dollari/settimana fino a marzo 2021, fondi per le piccole imprese, per la sanità e i vaccini e per le scuole.
Il pacchetto dovrebbe essere definito e votato in entrambi i rami del Congresso entro domani, insieme all’estensione delle leggi di spesa in scadenza il 18 dicembre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato inizialmente sull’esito del FOMC ieri sera, ma nel giro di poco i guadagni sono stati riassorbiti e il biglietto verde è rientrato verso i minimi della mattinata (nuovi minimi 2020), toccati sul rafforzamento dell’euro. Oggi apre in ulteriore calo (nuovi minimi dell’anno).
La Fed ha lasciato invariati sia i tassi sia il programma di acquisti, e ha introdotto come forward guidance su quest’ultimo l’indicazione che il programma proseguirà nei termini attuali “fino a che non saranno stati fatti ulteriori sostanziali progressi verso gli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi”.
Le proiezioni di crescita sono state riviste al rialzo sul triennio 2020-2022 a -2,4% quest’anno (da -3,7% di settembre), +4.2% nel 2021 (da 4,0%) e + 3.2% nel 2022 (da 3,0%), marginalmente al ribasso a +2,4% nel 2023 (da 2,5%). Per quanto riguarda i tassi la previsione è rimasta per tassi che non saliranno fino a tutto il 2023.
Tuttavia, la Fed ha ripetuto che la pandemia continuerà a pesare sull’economia nel breve e pone rischi considerevoli per il medio termine.
Powell ha specificato che il ritmo di miglioramento dell’economia negli ultimi mesi si è fatto più moderato e che l’incertezza sul futuro rimane elevata.
Ha però riconosciuto che grazie ai vaccini le prospettive sono migliorate e ha detto ci aspettarsi che la performance dell’economia sarà più forte nella seconda metà dell’anno prossimo.
Ha infine ribadito il ruolo centrale della politica fiscale per favorire la ripresa, aggiungendo però che la Fed rimane pronta a fornire nuovo stimolo se necessario.
L’iniziale reazione rialzista del dollaro è dovuta al fatto che la Fed non ha ampliato il QE in questa occasione, laddove alcuni previsori (una minoranza) si attendeva nuove misure in tal senso subito, e al miglioramento, per quanto contenuto, dello scenario di previsione per l’economia USA.
L’elevata incertezza generale che comunque permane, lo scenario ancora difficile nel breve e la prospettiva che i tassi resteranno fermi per i prossimi tre anni hanno però impedito al dollaro di mantenere i guadagni iniziali.
Nel breve le condizioni rimangono non-favorevoli al biglietto verde, ma successivamente il miglioramento di prospettiva per la seconda parte del 2021 dovrebbe favorire un graduale – e parziale – recupero del dollaro.
In questi giorni intanto i riflettori saranno sull’atteso pacchetto di stimolo fiscale: progressi in tale direzione rimangono un fattore negativo per la valuta statunitense.

EURL’euro ha aggiornato i massimi dell’anno a 1,2211 EUR/USD ieri mattina sui PMI dell’area che sono risultati molto migliori del previsto.
Inizialmente poi sull’esito del FOMC ha corretto portandosi sotto i livelli di apertura, ma poi si è ripreso chiudendo al rialzo e oggi apre in ulteriore rialzo (nuovo massimo a 1,2238).
La duplice reazione del cambio ai dati dell’area prima e all’esito del FOMC offre sostegno all’aspettative che al di là del breve la variabile chiave per la dinamica del cambio sarà la performance della crescita, in termini di confronto relativo tra area euro e USA.

GBPLa sterlina ha aggiornato i massimi dell’anno contro dollaro salendo da 1,34 a 1,35 GBP/USD e si è rafforzata anche contro euro da 0,90 a 0,89 EUR/GBP su nuove notizie che darebbero una crescente probabilità di raggiungimento di un accordo.
La presidente della Commissione UE von der Leyen ha dichiarato che ci sono stati dei progressi nelle trattative, pur aggiungendo che non è in grado di dire se questo sia sufficiente a far concludere un accordo. Oggi intanto la BoE annuncerà la propria decisione di politica monetaria.
Le attese sono per tassi fermi e QE invariato dopo l’ampliamento attuato il mese scorso. La banca centrale sarà pronta a intervenire con nuovo stimolo in caso di no-deal.
L’aspetto rilevante della riunione odierna saranno le eventuali indicazioni in merito alle misure di policy che la BoE intenderebbe adottare in caso di no-deal, nonché la nuova valutazione delle prospettive economiche alla luce dell’avvio della campagna di vaccinazioni.
Qualora la BoE si spingesse anche a esprimersi a favore di un azzeramento/taglio in territorio negativo dei tassi in caso di no-deal, la sterlina ne soffrirebbe.
Il driver di fondo resterà comunque il flusso di notizie sui negoziati con l’UE.

JPYLo yen si è rafforzato contro dollaro ampliando i guadagni in area 103 USD/JPY ma si è indebolito contro euro da 125 a 126 EUR/JPY per il maggior rafforzamento dell’EUR/USD.
L’opposta dinamica rispetto a dollaro ed euro dovrebbe mantenersi in casi di ulteriore generalizzato indebolimento del biglietto verde.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La seconda stima dovrebbe vedere l’inflazione stabile a -0,3% a/a, in linea con la prima lettura.
L’indice core BCE al netto di alimentari freschi ed energia dovrebbe anch’esso confermare il dato della stima preliminare (+0,4% a/a, invariato rispetto al mese di ottobre).
I prezzi dovrebbero essere confermati in calo di tre decimi nel mese, dopo il +0,2% m/m di ottobre: la flessione risulterebbe guidata dai servizi e dall’energia, mentre sono attesi in aumento i prezzi degli alimentari freschi.

FRANCIA – L’indice di fiducia INSEE presso le imprese manifatturiere potrebbe risultare poco variato a dicembre, stimiamo a 93 da 92 di novembre. L’alleggerimento delle misure di confinamento potrebbe avere effetto sul morale delle imprese manifatturiere nel mese finale dell’anno.

STATI UNITI
 – I cantieri residenziali sono previsti in flessione a 1,520 mln a novembre, da 1,530 mln di ottobre.
Il trend dei cantieri dovrebbe mantenersi verso l’alto, grazie al livello delle scorte di case nuove in vendita sui minimi storici a 3,3 mesi, e al sostegno dei tassi sui mutui.
Le licenze dovrebbero riprendere a crescere, dopo la stabilizzazione a 1,544 di ottobre, salendo a 1,550 mln. La fiducia dei costruttori di case a novembre ha toccato un nuovo massimo per la serie, salendo a 90.
– L’indice della Philadelphia Fed a dicembre dovrebbe correggere a 18 da 26,3 di novembre.
Secondo l’ultimo Beige Book, l’attività nel settore ha continuato a crescere modestamente, con indicazioni moderatamente positive per ordini e consegne, anche se alcune imprese riportano outsourcing della produzione in Cina, che non risente degli effetti logistici negativi collegati all’aumento dei contagi in atto negli USA.