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16 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I dati sul commercio estero di ottobre hanno mostrato una diminuzione delle esportazioni (-1,3% m/m) a fronte di un incremento per le importazioni (+1,4%).
La flessione dell’export nel mese è dovuta in gran parte ai mercati extra-UE, nonché ai beni di consumo non durevoli e ai beni intermedi (i beni strumentali sono gli unici a mostrare un aumento).
Entrambi i flussi risultano in ampio calo sull’anno e in peggioramento rispetto al mese scorso (export -8,4%, import -8,2%); si salva solo l’import di beni intermedi (+1,9%).
La flessione dell’export è amplificata dalle movimentazioni nel settore della cantieristica navale verso gli Stati Uniti registrate a ottobre 2019, al netto delle quali il calo annuo sarebbe meno marcato (-6,5%).
Si registrano ampie flessioni tendenziali per l’export verso Paesi ASEAN (-26,5%), Stati Uniti (-20,1%), Repubblica Ceca (-18,3%) e Russia (-18,1%) mentre sono in crescita le vendite verso Paesi MERCOSUR (+16,8%), Svizzera (+6,1%), Polonia (+6%) e Cina (+2,1%).
Dal lato dell’import, il calo più significativo riguarda gli acquisti da Russia (-49,6%), Belgio (-22,5%), Stati Uniti (-18,8%) e Regno Unito (-17,9%), mentre risulta in deciso recupero l’import dai Paesi OPEC (+27,4%).
Tutti i settori contribuiscono al calo dell’export, con la rilevante eccezione degli autoveicoli (+19,6%).
In particolare, oltre ai già citati mezzi di trasporto, i maggiori contributi negativi vengono dalla diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati (-58,6%), specie verso Francia e Paesi OPEC, di macchinari e apparecchi (-6,2%), soprattutto verso i Paesi ASEAN, e di articoli in pelle(-16,3%), specie verso la Svizzera (verso cui prosegue invece la crescita dell’export di metalli).
Il commercio estero ha mostrato sino a fine estate una netta ripresa, ma nei mesi autunnali peserà l’effetto delle restrizioni alle attività economiche adottate in alcuni dei principali partner commerciali dell’Italia (soprattutto in Francia a novembre e in Germania a dicembre).

ITALIA – La seconda stima dei prezzi al consumo di novembre ha confermato la lettura preliminare: l’inflazione annua è salita da -0,3% a -0,2% secondo l’indice NIC e da -0,6% a -0,3% in termini armonizzati UE, e nel mese i prezzi sono diminuiti di un decimo sull’indice domestico e sono rimasti stabili sull’IPCA. Sono stati rivisti al ribasso i rincari degli alimentari (+0,5% m/m, da +1% inizialmente stimato), ma al contrario è ora meno accentuata che nella prima lettura la discesa dei prezzi per hotel, bar e ristoranti (-1,1% m/m da -1,4% della stima flash) e per le comunicazioni (-0,4% m/m da -0,9%).
L’inflazione “di fondoè stata rivista al ribasso di un decimo, a 0,4%, comunque in aumento dallo 0,2% di ottobre.
Pensiamo che la salita di novembre possa rivelarsi temporanea (la chiusura degli esercizi commerciali in circa la metà del territorio nazionale nella seconda metà del mese potrebbe aver creato una lieve distorsione al rialzo della stima dei listini specie in alcuni comparti come abbigliamento e mobili).
In prospettiva, continuiamo a ritenere che l’inflazione possa restare in territorio negativo fino alla prossima primavera, e assestarsi, in media nel 2021, solo marginalmente al di sopra dello zero (a 0,2% da -0,1% nel 2020).

FRANCIA – Il dato finale dell’inflazione di novembre conferma che i prezzi sono cresciuti del +0,2% a/a su entrambi gli indici.
L’accelerazione è trainata dalla crescita dei listini degli alimentari freschi (+11,1 a/a), mentre i prezzi dell’energia hanno visto lo stesso calo di ottobre (-7,8% a/a).
Sul mese, invece, gli indici nazionale e armonizzato hanno segnato un aumento di +0,2% m/m.
L’inflazione è attesa risalire solo molto gradualmente nei prossimi mesi, per via principalmente di effetti statistici, e per la ripresa della domanda: prevediamo un rialzo verso l’1,1% medio nel 2021, dopo lo 0,5% atteso per quest’anno, ma i rischi sulla previsione sono al ribasso.

STATI UNITI
 – L’indice Empire della NY Fed a dicembre corregge marginalmente, scendendo a 4,9 da 6,3 di novembre.
Gli ordini sono poco variati, a 3,4 da 3,7, mentre le consegne, l’occupazione e gli ordini inevasi sono in aumento, a 12,1, 14,2 e 8,3, rispettivamente.
Anche gli indici di prezzo sono in ripresa graduale, con i prezzi pagati a 37,1 e quelli ricevuti a 10.
Gli indicatori a 6 mesi sono ancora in territorio espansivo e all’interno degli intervalli visti da giugno in poi, con indicazioni di accelerazione dell’espansione, dopo la quasi stagnazione attuale, e conferma di previsioni moderatamente ottimistiche per la parte centrale del 2021.
– La produzione industriale a novembre aumenta di 0,4% m/m (-5,5% a/a), dopo 0,9% m/m (rivisto da 1,1% m/m) di ottobre, con l’indice che rimane inferiore del 5% rispetto al livello di febbraio.
La produzione manifatturiera segna il settimo incremento consecutivo, pari a 0,8% m/m, con un ampio contributo del settore auto, in rialzo di 5,3% m/m. Il manifatturiero al netto delle auto registra una variazione di 0,4% m/m.
Le utility correggono di -4,3% m/m per via di temperature superiori alla norma che hanno ridotto la domanda di riscaldamento, mentre l’estrattivo è in rialzo di 2,3% m/m (-12,5% a/a).
I dati confermano un quadro solido per l’industria, che rimane spinta dalla domanda di beni e che dovrebbe proseguire anche in presenza del probabile rallentamento dei consumi dovuto alla recrudescenza dei contagi fra fine 2020 e inizio 2021.

GIAPPONE – La stima flash del PMI manifatturiero registra un miglioramento a dicembre, a 49,7 da 49 di novembre, toccando il massimo da maggio 2019.
L’occupazione, gli ordini e l’output sono in aumento rispettivamente da 49,1 a 50,1; da 48,7 a 49,2 e da 48,9 a 49,5. Invece gli ordini dall’estero correggono da 49,2 a 48,3.
I dati confermano la prosecuzione della crescita nel manifatturiero, sulla scia della domanda in crescita dalla primavera.
Invece l’indice dei servizi corregge a 46,3 da 46,8 di novembre, in seguito al significativo deterioramento del quadro sanitario e alla reimposizione di limiti all’attività nei settori aggregativi, oltre al blocco in alcune aree della campagna “GoTo” di sostegno alla spesa per turismo e ristorazione.
Le indicazioni dell’indagine sono coerenti con un generale moderato peggioramento (attività da 47,8 a 47,2, occupazione da 49,8 a 49,7), associato ad aspettative in calo (da 53,8 a 52,9).
La nostra previsione è che il 1° trimestre 2021 nella migliore delle ipotesi registri stallo della crescita dovuto al blocco dei consumi per motivi sanitari.
– La bilancia commerciale a novembre registra un avanzo di 366,8 mld non destagionalizzato e di 570,2 mld destagionalizzato, con correzioni in termini nominali di 0,3% m/m per le esportazioni e di 4% m/m per le importazioni.
In termini reali, la crescita resta solida per l’export (+2,8% m/m dopo 4,6% m/m a ottobre), con una variazione di 12% t/t rispetto al 3° trimestre.
Le esportazioni sono già al di sopra del livello di febbraio, spinte da un’accelerazione della domanda dall’EU, oltre che dagli USA.
Le importazioni aumentano di 2,5% m/m e portano la media trimestrale in rialzo di 5,8% rispetto all’estate. Il canale estero dovrebbe quindi dare ancora un ampio contributo alla crescita nel 4° trimestre, ma rallentare successivamente nel corso del 2021.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – La riunione del FOMC di dicembre dovrebbe dare seguito alle indicazioni dei verbali di novembre, annunciando una forward guidance per il programma di acquistiben coordinata” con quella per i tassi.
Il Comitato dovrebbe anche indicare che, come dopo la recessione precedente, le mosse sugli strumenti espansivi seguiranno una sequenza, con modifiche agli acquisti precedenti a quelle sui tassi.
La riduzione degli acquisti dovrebbe essere condizionata all’evoluzione del quadro di occupazione e inflazione, espandendo implicitamente la durata del programma: per ora il comunicato affermava solo che gli acquisti sarebbero proseguiti “nei prossimi mesi (…) almeno al rimo attuale.
In base allo scenario macro, le condizioni per l’inizio del tapering potrebbero essere soddisfatte verso la fine del 2021.
L’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche a dicembre dovrebbe vedere rialzi per il PIL e l’inflazione, riduzioni per il tasso di disoccupazione, a fronte di stabilità dei tassi su tutto l’orizzonte previsivo (2023).
In questo modo, il FOMC dovrebbe confermare ulteriormente la propria stance espansiva.
Nel comunicato e nella conferenza stampa si dovrebbe sottolineare la combinazione di rischi verso il basso nel breve e verso l’alto nel medio termine, collegati all’accelerazione dei contagi attuale e alla diffusione attesa dei vaccini nella prima metà del 2021.
Powell dovrebbe dare rilevanza all’aspettativa di approvazione del nuovo pacchetto di stimolo fiscale in discussione in Congresso, pur ribadendo la disponibilità della Fed a intervenire come necessario con nuove misure.
– La probabilità di approvazione entro venerdì di un nuovo pacchetto fiscale di circa 750 mld di dollari è salita ulteriormente ieri, con l’incontro dei leader dei due partiti di Camera e Senato.
McConnell e Schumer hanno detto che sono stati fatti passi avanti significativi e che si potranno avere risultati “piuttosto presto”.
Il pacchetto includerebbe estensione del sostegno alle piccole imprese e ai disoccupati, oltre a fornire fondi per la distribuzione dei vaccini e per le scuole.
Secondo McConnell la prossima amministrazione chiederà altri interventi, e ci saranno quindi altre occasioni per discutere e risolvere le questioni controverse che resteranno fuori dal pacchetto attuale (fondi agli stati e immunità legale per le imprese).
McConnell ha riconosciuto la vittoria di Biden, affermando che “l’Electoral College ha parlato” e ha definito il risultato delle elezioni.
L’inizio ufficiale delle comunicazioni fra McConnell e Biden apre una nuova fase in Congresso, con l’allineamento della leadership repubblicana all’esito elettorale e un possibile contenimento della conflittualità.
Secondo notizie di stampa, McConnell sta lavorando affinché il 6 gennaio, quando il Congresso sarà riunito per la ratifica del voto dell’Electoral College, il Senato sia compatto nella nomina di Biden.
Sembra che un gruppo di rappresentanti della Camera intenda obiettare al risultato del voto, mettendo in moto una procedura prevista dalla Costituzione che, sotto alcune condizioni, potrebbe dar luogo a una nomina di presidente e vice-presidente da parte del Congresso.
Tuttavia, se il Senato sarà compatto nel certificare il voto per Biden, la possibile turbolenza sarebbe contenuta al minimo.

STATI UNITI-COVID19 – L’FDA ha pubblicato la propria valutazione del vaccino sviluppato da Moderna, definito “altamente efficace”.
I documenti e i risultati sono ora al vaglio della commissione esterna di verifica, che giovedì dovrebbe dare la propria raccomandazione sull’utilizzo del vaccino.
In caso di valutazione positiva, nel giro di pochissimi giorni, l’FDA potrebbe autorizzare l’utilizzo di emergenza e aprire il processo di distribuzione del secondo vaccino anti-Covid.
I nuovi contagi si stanno stabilizzando intorno ai picchi recenti, intorno a 200 mila al giorno (201.649 il 15 dicembre), mentre la media settimanale si sta assestando su questi livelli.
La media ieri era a 206.557, in rialzo del 28% rispetto alle due settimane precedenti.
I decessi sono ancora in accelerazione sulla scia degli spostamenti collegati a Thanksgiving.
In diversi stati sono in aumento le restrizioni all’attività, ma in molti casi i limiti sono relativamente contenuti. Le misure più restrittive sono in California e nello stato di NY.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro scende ancora, inaugurando nuovi minimi dell’anno, penalizzato da un diffuso clima di ottimismo sia sul fronte vaccini sia sul fronte dell’atteso pacchetto di stimolo fiscale.
Il FOMC di questa sera sarà comunque un buon test per il biglietto verde.
La Fed lascerà i tassi invariati e dovrebbe mantenere tale anche il QE, lasciando aperte le porte a un eventuale ampliamento prossimamente se necessario e soprattutto nel caso in cui non si riuscisse ad approvare l’atteso pacchetto di stimolo fiscale.
Importanti per il dollaro saranno la nuova valutazione delle prospettive dell’economia USA alla luce delle novità sui vaccini e le nuove proiezioni macro.
Un’eventuale revisione al rialzo delle previsioni di crescita e/o l’indicazione che, anche grazie ai vaccini, la crescita nella seconda metà dell’anno prossimo potrebbe rivelarsi più forte delle attese, dovrebbe agire a favore del dollaro.
Non è detto però che questo implichi un immediato rafforzamento.
Potrebbe infatti limitarsi a favorire una stabilizzazione e/o una pausa nel trend discendente in atto, sia perché gli altri temi di questo periodo (progressi sul fronte del pacchetto di stimolo fiscale, sentiment globale positivo per la ripresa internazionale) mantengono pressioni ribassiste sul biglietto verde, sia perché nel breve il deterioramento del quadro pandemico genera invece rischi verso il basso sulla performance dell’attività economica.
Si attende infine a questa riunione l’introduzione di una forward guidance sul programma di acquisti, coordinata con quella sui tassi, che indicherà probabilmente che prima di riprendere il ciclo di rialzi dei tassi la Fed attuerebbe la riduzione degli acquisti.

EURL’euro sale ancora, riavvicinando i massimi recenti che sono anche i massimi dell’anno (massimo stamani a 1,2172 EUR/USD). La dinamica del cambio in questo momento è guidata quasi esclusivamente dai driver di dollaro.
Questa mattina escono i PMI dell’area, dai quali si attendono indicazioni contrastanti, ma qualora offrissero sorprese positive l’euro dovrebbe beneficiarne.
Successivamente il cambio sarà di nuovo in gioco sul terreno del dollaro, in quanto l’euro risentirà di riflesso della reazione del biglietto verde al FOMC.
Al di là del breve comunque, dato che la strategia di policy della Fed e della BCE è sostanzialmente blindata – nonché allineata – l’anno prossimo, a fare la differenza nei prossimi mesi sarà la performance effettiva della crescita, in termini di confronto relativo tra area euro e USA.

GBPLa sterlina si è rafforzata ieri sia contro dollaro da 1,32 a 1,34 GBP/USD sia contro euro da 0,91 a 0,90 EUR/GBP sul flusso di notizie che darebbero come probabile il raggiungimento di un accordo.
Il ministro degli esteri irlandese Coveney ha dichiarato che secondo lui vi sarebbero dei progressi, seppure minimi, sul tema chiave del “level playing field”, mentre il primo ministro irlandese Martin ha detto di sperare che emerga un esito chiaro entro il fine settimana. In realtà l’incertezza resta elevata e la cautela d’obbligo.
Johnson però ha ribadito che un accordo rimane improbabile, pur ripetendo che i negoziatori britannici continueranno comunque a impegnarsi per cercare di raggiungere un’intesa.
Il flusso di notizie sui negoziati resterà il driver della sterlina, mentre domani l’attenzione dei mercati sarà catturata anche dalla riunione della BoE.

JPYLo yen si rafforza ancora, di riflesso alla debolezza del dollaro, ma resta in range sia contro dollaro (103-104 USD/JPY) sia contro euro (125-126 EUR/JPY). I driver di dollaro resteranno prevalenti anche oggi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Ci attendiamo che la stima flash del PMI manifatturiero registri un lieve calo in dicembre, a 53,4 da 53,8 di novembre.
Il PMI servizi dovrebbe indicare una diminuzione nel ritmo di contrazione (a 44,0 da 41,7 precedente), per via dell’alleggerimento delle misure di contenimento dei contagi.
Di conseguenza, il PMI composito è visto rimanere in territorio recessivo, sia pur in miglioramento a 47,5 da 45,3.

STATI UNITI
 – Le vendite al dettaglio a novembre sono attese stabili, dopo 0,3% m/m di ottobre. Le auto hanno segnato una contrazione a novembre, dopo 5 mesi consecutivi di rialzo fra maggio e settembre e un mese di stabilizzazione a ottobre. Al netto delle auto, le vendite dovrebbero aumentare di 0,3% m/m.
I dati non sono ancora sufficienti a segnalare un’inversione del trend positivo, anche perché probabilmente influenzati dal peggioramento del quadro sanitario e dall’incertezza sul futuro delle misure di sostegno fiscale.
Le vendite settimanali segnalano una tenuta relativamente soddisfacente a novembre, nonostante il deterioramento della pandemia e i materiali da costruzione dovrebbero continuare a mostrare livelli sostenuti di vendite in linea con l’andamento positivo del settore immobiliare residenziale.
I consumi nel 4° trimestre dovrebbero essere in crescita moderata, sostenuti dall’entrata forte ereditata dal 3° trimestre.
– Il PMI flash del manifatturiero dovrebbe essere in calo a 54,8 da 56,7 di novembre, pur restando al di sopra del livello di ottobre.
L’indagine dovrebbe riportare indebolimento dell’espansione di ordini e produzione, senza però segnalare il rischio di entrare in territorio recessivo.
Anche l’indice preliminare dei servizi è atteso in calo, con una flessione da 58,4 di novembre a 56,5.
Il settore dei servizi dovrebbe risentire delle restrizioni imposte in alcuni stati su scuole, ristorazione, ricreazione in seguito all’accelerazione dei nuovi contagi.