04 Dicembre 2020 – nota economica giornaliera
AREA EURO
– Ad ottobre le vendite al dettaglio sono cresciute del +1,5% m/m, dopo il -1,7% m/m precedente (rivisto al rialzo da -2,0% m/m).
Registrano un aumento sia i prodotti alimentari che non alimentari (entrambi saliti del +2,0% m/m); cala, invece, il carburante per autotrazione (-3,7% m/m).
La crescita dei beni non alimentari è trainata quasi esclusivamente dall’e-commerce(+6,1% m/m), segnale che la pandemia potrebbe aver in parte cambiato le abitudini dei consumatori; rimane debole il settore tessile, abbigliamento e calzature (-2,8% m/m).
Le vendite hanno visto Germania e Francia (+2,6% e +2,8% rispettivamente) registrare performance superiori alla media dell’Eurozona; la variazione in Spagna è stata solo marginalmente positiva (+0,6% m/m), mentre i Paesi Bassi hanno subito una flessione delle vendite (-0,7% m/m).
In novembre, i consumi potrebbero essere calati a causa delle misure restrittive introdotte per contenere i contagi.
– Il dato finale del PMI servizi è stato rivisto al rialzo di quattro decimi rispetto alla stima flash, a 41,7. L’indice resta ancorato in territorio recessivo. Peggiorano i nuovi affari (a 40,6) mentre l’indice delle aspettative indica un forte miglioramento (da 54,2 a 58,8) sulla scia delle notizie incoraggianti sull’efficacia dei vaccini; l’occupazione mostra un’accelerazione nel ritmo di contrazione.
Non vi è alcuna evidenza di pressioni inflattive: aggregando manifatturiero e servizi emerge una lieve tendenza all’aumento dei prezzi pagati (52,7) ed un calo dei prezzi ricevuti (48,8).
Il PMI composito, rivisto al rialzo di due decimi dalla stima flash ma in calo dal 50,0 di ottobre, a45,3, è coerente con una contrazione dell’attività economica dell’Eurozona nel mese di novembre.
Lo spaccato per Paese ha visto il PMI della Francia collocarsi 8 decimi sopra il dato preliminare (a 38,8 da 46,5 di ottobre). L’indice composito, rivisto al rialzo di 7 decimi a 40,6, è stabile in territorio recessivo: le indicazioni riflettono l’effetto delle nuove misure di contrasto all’aumento dei contagi.
I servizi sono scesi nuovamente in Spagna (da 41,4 a 39,5), confermando i segnali concreti di ripercussioni economiche negative legate alla seconda ondata epidemica.
In Germania, il PMI dei servizi è stato rivisto al ribasso a 46,0 da 46,2 della stima flash, e rimane ben al di sotto del valore registrato in ottobre (49,5). Di conseguenza, l’indice composito della Germania è passato a 51,7 da 52,0 della stima flash e 55,0 di ottobre: il dato è coerente con un’espansione dell’economia solamente marginale.
La prima lettura del PMI servizi per l’Italia ha segnato un crollo a 39,4 da 46,7 precedente. Il peggioramento coinvolge tutte le componenti ad eccezione dell’indice delle aspettative che si conferma su valori alti (58,5); rimane su valori depressi, invece, l’occupazione (44,8). L’indice composito è passato a 42,7 da 49,2 precedente.
L’indagine congiunturale di novembre conferma una dicotomia tra settori: da un lato osserviamo la continua espansione del manifatturiero, dall’altro la forte contrazione del settore dei servizi.
GERMANIA – I dati sugli ordinativi industriali sono stati migliori delle attese: l’indice è salito di 2,9% m/m e 1,8% a/a, confermando le indicazioni positive fornite dalle indagini Ifo e PMI.
Peraltro, anche i dati di settembre sono stati rivisti al rialzo in misura importante e ora il livello degli ordini risulta superiore ai livelli pre-crisi di 0,8%. La crescita rimane robusta (1,7% m/m) anche escludendo gli ordini di elevato importo unitario.
Lo spaccato per destinazione finale segnala che la domanda è sostenuta nel comparto dei beni di investimento (+3,8% m/m) e degli intermedi (+2,3%), ma debole in quello dei beni di consumo (-2,2%). Oltre alla domanda interna (+2,4% m/m), cresce anche la domanda da paesi esterni all’Eurozona (+4,8%), mentre è meno vivace quella dall’Eurozona (+0,5%).
In novembre è probabile un rallentamento degli ordini domestici e di quelli dal resto dall’Eurozona.
STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 28 novembre calano a 712 mila da 778 mila della settimana precedente. In termini non destagionalizzati, le nuove richieste sono in flessione a 713.824 (-122.453, -6% s/s).
I nuovi sussidi erogati con il programma federale di Pandemic Unemployment Assistance sono pari a 288.701.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 21 novembre nscendono a 5,520 mln, in calo di 569 mila rispetto alla settimana precedente. I dati non destagionalizzati registrano flettono su base settimanale di 690.170 (-11,6%), toccando 5.240.575, proseguendo sul trend di correzione relativamente rapido in atto da settembre.
Nella settimana conclusa il 14 novembre, complessivamente i sussidi erogati con tutti i programmi calano a 20,163 mln da 29,513 mln della settimana precedente, confermando che, anche in presenza di aumenti del programma federale di estensione dei sussidi statali in scadenza, la tendenza positiva dell’occupazione dovrebbe proseguire.
Un problema sollevato dalle indagini di settore è la carenza di lavoratori, per assenteismo o attrito causati in larga misura dal peggioramento dei contagi e dalla chiusura delle scuole.
Il recente aumento del tasso di partecipazione potrebbe interrompersi da novembre in poi, fino a una stabilizzazione della curva della pandemia.
– L’ISM dei servizi a novembre corregge da 56,6 a 55,9, mantenendo indicazioni espansive nonostante l’aumento di restrizioni sull’attività del settore e restando sopra 50 per il sesto mese consecutivo.
Lo spaccato dell’indagine rimane generalmente positivo, con l’indice di attività da 61,2 a 58, i nuovi ordini da 58,8 a 57,2 e l’occupazione da 50,4 a 51,5.
I tempi di consegna sono in aumento, un possibile segnale di aumento dei colli di bottiglia all’offerta dovuti all’aumento dei nuovi contagi.
Le imprese riportano valutazioni miste dello scenario, nel settore della ristorazione si segnalano problemi di logistica e di vincoli alla capacità, e più in generale prevale un atteggiamento di cautela alla luce dell’evoluzione della pandemia.
Le indagini a livello nazionale (PMI e ISM) restano in territorio espansivo nei servizi ma il deterioramento del quadro sanitario fa prevedere un rallentamento della crescita più marcato fra dicembre e inizio gennaio, ma non di entità tale da portare a contrazione del PIL.
COMMENTI:
ITALIA – Nella nota “Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021”, l’Istat ha rivisto al ribasso le stime sul PIL italiano, visto contrarsi di -8,9% quest’anno (dal -8,3% stimato a giugno) e in ripresa di appena +4% nel 2021 (dal 4,6% ipotizzato sei mesi fa).
La stima per il 2021 è inferiore alle attuali attese di consenso e alle nostre previsioni.
Il recupero l’anno prossimo sarà più marcato per gli investimenti (+6,2%) che per i consumi (+4,5%), dopo un crollo di circa dieci punti percentuali quest’anno in entrambi i casi.
Istat vede un marcato aumento del tasso di disoccupazione nel 2021, a 11% dal 9,4% stimato per quest’anno.
La nota sottolinea i rischi al ribasso sullo scenario derivanti dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria, ma anche i rischi al rialzo, in particolare sugli investimenti, che potrebbero venire dalla definizione delle misure legate al Recovery and Resilience Facility Program.
ITALIA – Da oggi è in vigore il nuovo DPCM valido fino al 15 gennaio 2021, che prevede tra l’altro:
1) la proroga del coprifuoco notturno dalle 22 fino alle 5 (fino alle 7 il 1° gennaio);
2) la chiusura degli impianti sciistici fino al 7 gennaio;
3) forti limitazioni per i viaggi all’estero (dal tampone 48 ore prima del rientro in Italia fino alla quarantena obbligatoria nelle due settimane centrali del periodo natalizio);
4) la sospensione delle crociere dal 21 dicembre al 6 gennaio;
5) l’inizio di un graduale ritorno in classe per gli studenti delle scuole superiori dal 7 gennaio.
Prima di Natale tutta Italia diventerà zona gialla, quindi ristoranti e bar potranno essere aperti fino alle 18 ma il consumo al tavolo sarà consentito per un massimo di quattro persone (salvo che siano tutti conviventi); è disposto il divieto di cenoni anche in hotel il 31 dicembre.
I negozi potranno restare aperti nei giorni delle festività fino alle 21; i centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie. Fermi restando i limiti agli spostamenti disposti dal Decreto approvato dal CdM del 2 dicembre, il nuovo DPCM non prevede la possibilità di ricongiungimenti famigliari in base al grado di parentela.
EUROPA-COVID19 – L’ultimo rapporto settimanale ECDC mostra un trend dei contagi stabile o in calo in 23 Paesi, e in aumento in 7, fra i quali i più popolosi sono Croazia, Danimarca e Finlandia.
Il tasso di positività resta elevato (>3% secondo i parametri ECDC) in 24 Paesi, ma soltanto in 4 di questi è in aumento.
La pressione sul sistema sanitario resta elevata (>25% del picco) o in crescita in 29 Paesi, sia perché il picco dei contagi è recente, sia perché l’onda dei contagi è ancora attiva nelle fasce di età più anziane.
La mortalità si è stabilizzata nell’aggregato, ma continua a crescere in 11 Paesi, fra i quali i più popolosi sono Germania, Italia e Polonia.
STATI UNITI-COVID19 – I nuovi contagi il 3 dicembre salgono a 216.422, con la media settimanale a 180.309, in rialzo di 8% rispetto a14 giorni prima e segnali iniziali di riaccelerazione dopo il weekend di Thanksgiving.
A fronte di miglioramenti osservati in 10 stati del Midwest, a centro della ripresa degli ultimi due mesi, si registra un significativo deterioramento in tutti gli altri stati.
Il governatore della California ha annunciato una serie di restrizioni da applicare alle aree con disponibilità di letti di terapia intensiva inferiore al 15% del totale. Per ora il tasso di occupazione delle terapie intensive rimane al di sopra del 15%, ma si sta riducendo velocemente: in due regioni si trova al di sotto del 20% (Northern California, 18,6%, San Joaquin Valley, 19,7%), in Southern California è a 20,6%, mentre nelle restanti due regioni è a 22,2% per Greater Sacramento e 25,3% per la Bay Area.
L’ordine prevede l’obbligo di restare a casa, proibisce anche le riunioni private di qualsiasi dimensione, chiude tutte le attività non essenziali e impone l’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale e di mantenere il distanziamento. L’ordine riguarda resterà in vigore per almeno tre settimane.
Il presidente-eletto Biden ha invitato i cittadini a indossare le mascherine e a mantenere il distanziamento, segnalando anche che richiederà a tutti l’uso delle mascherine per 100 giorni dall’inizio del suo mandato.
STATI UNITI
– I negoziati su un nuovo pacchetto di stimolo per circa 900 md di dollari hanno trovato impeto crescente in Congresso, sulla scia della proposta di un gruppo bipartisan di rappresentanti della Camera e senatori.
McConnell ha modificato rotta e si è inserito nei negoziati, che al momento non sono frenati tanto dall’ammontare dei possibili interventi, quanto dalla definizione delle misure sui punti più controversi, cioè l’aiuto a stati ed enti locali da un lato, e l’immunità legale per le imprese per cause legate a Covid, dall’altro.
McConnell ha affermato che “un compromesso è a portata di mano. (…) Possiamo farcela”.
La probabilità di un’estensione delle misure in scadenza per i sussidi di disoccupazione e di trasferimenti agli stati, se pure con durata breve (fino a marzo) è a nostro avviso elevata e riduce i rischi di rallentamento della crescita causati dal peggioramento dei contagi.
– Il Senato ha confermato la nomina di C. Waller come membro del Board della Fed.
Il mandato di Waller durerà fino al 2030. Waller ha estesa esperienza nell’ambito della politica monetaria, avendo lavorato per la St Louis Fed fino ad ora, dopo un periodo di attività accademica.
Le sue posizioni sono generalmente state sempre piuttosto dovish.
Il voto è stato lungo linee di partito (48 a 47) più per una questione di protesta da parte dei democratici verso la politica repubblicana di imporre nomine alla vigilia della fine del mandato presidenziale di Trump, che per una reale opposizione nei confronti di Waller.
OPEC – Dopo numerosi ritardi e disaccordi, l’OPEC+ ha accettato di ridurre i tagli alla propria produzione cumulata nel 2021, ma il target di produzione sarà incrementato più gradualmente di quanto inizialmente previsto: l’OPEC+ aumenterà la propria offerta di appena 0.5 milioni di barili al giorno (mb/g) a 7.2 mb/g a partire da gennaio 2021, invece dei 2 mb/g discussi in precedenza. In aggiunta, con cadenza mensile i ministri OPEC+ valuteranno l’equilibrio fra domanda e offerta sul mercato petrolifero globale e discuteranno ulteriori aggiustamenti della propria produzione cumulata.
L’annuncio ha sorpreso analisti e traders che si attendevano un rinvio di tre mesi dell’aumento di output previsto da gennaio, come desiderato dall’Arabia Saudita; la sorpresa negativa è stata mitigata dal fatto che i volumi aggiuntivi sono sufficientemente limitati per poter essere assorbiti dal mercato mondiale.
Nell’ipotesi più realistica di uno rispetto dell’accordo al 90% e di un ulteriore rialzo dell’offerta libica, il mercato mondiale sarebbe appena bilanciato nel corso del primo trimestre.
MERCATI VALUTARI:
USD – Il dollaro è sceso ancora, ampiamente, aggiornandosi su nuovi minimi, al mantenersi del mercato in modalità risk-on su attese di nuovo stimolo fiscale negli USA e dell’avvio a breve delle vaccinazioni anti-Covid.
Sarà importante vedere se (e come) oggi il biglietto verde reagirà all’employment report, atteso nel complesso positivo.
Ieri la reazione ai dati (sussidi di disoccupazione calati più delle attese ma ISM non-manifatturiero sceso marginalmente più del previsto) è stata minima, ma la correlazione è stata positiva (rafforzamento sui sussidi e calo sull’ISM).
In caso di reazione positiva a un’eventuale sorpresa positive dai dati sarebbe un segnale si possibile ritorno alla correlazione “tradizionale” con i fondamentali, che al di là del breve dovrebbe tornare a prevalere.
EUR – L’euro è salito ulteriormente aggiornando i massimi a 1,2175 EUR/USD, ancora di riflesso al calo del dollaro.
La situazione di stallo sul Recovery Fund al momento non sta penalizzando il cambio, probabilmente perché ritenuta temporanea, ma se dovesse perdurare potrebbe contribuire a indebolire la moneta unica: il vertice UE dell’11-12 dicembre fornirà spunti in merito.
Il test chiave sarà comunque la riunione BCE della prossima settimana.
A meno di un deterioramento del quadro fondamentale USA o di un miglioramento importante di quello dell’area euro, l’accelerazione rialzista in corso dovrebbe rappresentare uno sviluppo di breve termine.
GBP – Anche la sterlina è salita aggiornando contro dollaro i massimi dell’anno a 1,3499 GBP/USD, forte della debolezza del dollaro, dell’ottimismo generato dall’avvio (la prossima settimana) delle vaccinazioni anti-Covid e delle dichiarazioni del ministro degli esteri irlandese Coveney, secondo il quale vi sarebbero buone probabilità di trovare un accordo post–Brexit con l’UE entro i prossimi giorni.
La valuta britannica è salita anche contro euro da 0,90 a 0,89 EUR/GBP.
Il flusso di notizie sui negoziati con l’UE rimane il tema chiave. Reuters riporta fonti secondo cui resterebbero significative divergenze ma entrambe le parti si starebbero impegnando al massimo per raggiungere un accordo, anche se l’esito finale resta incerto.
Fonti diplomatiche riferiscono che oggi pomeriggio (alle 16:00 o 17:00) Barnier aggiornerà gli ambasciatori UE, ma aggiungono di non sapere se l’incontro sia finalizzato a comunicare che un accordo sia stato trovato o se invece i negoziati debbano proseguire perché le divergenze sui temi chiave rimangono.
Lunedì intanto riprenderà l’iter parlamentare dell’Internal Market Bill, che potrebbe interferire negativamente con i negoziati se venissero violati i termini del protocollo sull’Irlanda del Nord.
La sterlina avrebbe spazio per rafforzarsi ancora in caso di accordo, ma con upside limitato. Maggiore sarebbe invece la correzione in caso di no-deal.
JPY –Anche lo yen si è rafforzato sulla generalizzata debolezza del dollaro, portandosi da 104 a 103 USD/JPY. La valuta nipponica è salita anche contro euro, pur restando in area 126 EUR/JPY.
Nel breve lo yen dovrebbe rimanere tendenzialmente in range contro dollaro, muovendosi perlopiù di riflesso a quest’ultimo.
PREVISIONI:
STATI UNITI – L’employment report di novembre dovrebbe registrare ancora un solido aumento di occupati e un calo del tasso di disoccupazione. Gli occupati non agricoli sono previsti in rialzo di 540 mila, dopo 638 mila di ottobre, con un dato più solido nel settore privato frenato dal calo di occupati temporanei per il censimento e dai dipendenti a livello statale e locale.
Il calo dei sussidi esistenti, anche al netto dei sussidi erogati con i programmi federali, è intorno a -600 mila a novembre ed è in linea con il proseguimento della crescita delle nuove assunzioni, che sono anche segnalate dagli indici di occupazione delle indagini di settore.
Le nuove richieste di sussidi hanno segnato un marginale rialzo a metà novembre e probabilmente risentono dell’aumento di misure restrittive anti-contagio, ma per ora non danno indicazioni di svolta nella dinamica occupazionale, anche se potrebbero rallentarla a dicembre.
Il tasso di disoccupazione è atteso in flessione a 6,8%, da 6,9%, con un modesto aumento della partecipazione a 61,8%.
I salari orari dovrebbero rimanere su un trend di modesto aumento, con una variazione di 0,1% m/m come a ottobre, sulla scia dell’incremento di occupazione nei settori con salari più bassi.
Il rialzo dei contagi e le restrizioni attuate a livello statale dovrebbero influenzare principalmente il settore della ristorazione, ma nel complesso non dovrebbero modificare le tendenze positive, sostenute per ora dalla domanda finale in rialzo e dalla ripresa di attività collegata a Thanksgiving.
– La bilancia commerciale di ottobre dovrebbe registrare un ampliamento del deficit a -64,8 mld, dopo -63,9 mld di settembre, sulla base delle informazioni della bilancia commerciale dei beni che ha registrato incrementi delle esportazioni e delle importazioni di 2,8% m/m e 2,2% m/m, rispettivamente.
Le esportazioni dovrebbero restare in rialzo, ma la dinamica delle importazioni dovrebbe più che controbilanciare i flussi verso l’estero.