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23 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il Governo ha replicato alle osservazioni dei commissari europei confermando l’impostazione della manovra prevista dal Documento Programmatico di Bilancio. Difficilmente questa risposta impedirà una bocciatura formale del DPB italiano da parte della Commissione, nel caso in cui l’esecutivo si rifiuti di inviare una nuova versione del DPB ovvero il percorso parlamentare non introduca opportuni correttivi.

 

COMMENTI:

ITALIA – Nella risposta alla Commissione Ue, il Governo replica alle osservazioni nel seguente modo:

  • per quanto riguarda il sentiero del saldo strutturale, l’esecutivo è cosciente di aver scelto un’impostazione non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilità e Crescita, con l’obiettivo di riportare quanto prima il PIL ai livelli pre-crisi; il governo si impegna a riprendere un sentiero di miglioramento del saldo a partire dal 2022 (anticipando tale percorso in caso di ritorno del PIL ai livelli pre-crisi prima del previsto);
  • in merito alla “regola del debito”, il governo conta su un calo significativo del rapporto debito/PIL proprio grazie a un denominatore più dinamico;
  • infine, per ciò che concerne la mancata validazione delle previsioni macroeconomiche programmatiche da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il governo nota che la normativa italiana (sinora non contestata dalla Commissione) prevede che l’esecutivo sia tenuto o ad adeguarsi alle previsioni dell’UPB o a spiegare le ragioni che lo inducono a tale scostamento, come fatto in parlamento.

Nel merito, la lettera precisa che:

  • la valutazione dell’impatto della manovra sulla crescita è in linea con le stime usuali dei moltiplicatori di bilancio (circa 0,5);
  • il programma di rilancio degli investimenti pubblici avverrà non soltanto tramite un aumento della dotazione finanziaria, ma anche attraverso l’istituzione di una centrale di supporto alla progettazione, e la semplificazione del Codice degli appalti;
  • in merito ai rischi al rialzo sulla spesa per interessi, il governo fa notare come il quadro programmatico proietti un livello dei rendimenti sui titoli di Stato più elevato rispetto allo scenario tendenziale validato dall’UPB.

Infine, il governo, qualora i rapporti debito/PIL e deficit/PIL non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, “si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati”. Pertanto, non è da escludere l’apertura di una procedura d’infrazione, verosimilmente, nei primi mesi del 2019.

 

L’indice del dollaro è avanzato dello 0,3% con EURUSD in calo di 0,5% di nuovo in area 1,1468, in attesa della riunione della BCE verso la fine della settimana economica.

La sterlina si è indebolita dello 0,8% contro USD toccando un minimo mensile, mentre contro euro il calo è stato di 0,3% sempre a seguito delle incertezze sull’evoluzione di Brexit, a cui ora cominciano a sommarsi timori anche sulla tenuta della maggioranza di Theresa May.

Yen oscillante tra ieri e oggi senza veri spunti, in attesa di valutare la stima dell’inflazione di ottobre in uscita in settimana.

 

MARKET MOVERs:

Nell’Eurozona si attendono dati dalla lettura della stima flash della fiducia dei consumatori ad ottobre, dopo tre mesi di contrazione.

Nessun dato di rilievo negli Stati Uniti.