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Weekly Economic Monitor

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29 Gennaio 2021


Il punto

Brexit: le indagini congiunturali presso le imprese mostrano i primi effetti sull’economia britannica, sebbene con la notevole interferenza della crisi pandemica. Salgono i costi degli input produttivi e cala la domanda. Ci sono anche segnali di un allungamento dei tempi di consegna delle merci.
Non tutti questi fenomeni possono essere imputati all’uscita dal mercato unico; tuttavia, l’aumento delle pressioni inflazionistiche sembra dovuto proprio a questo.
FOMC dovish a oltranza: è “prematuro” anche solo parlare di tapering.
Con lo scenario economico “ancora molto lontano da una piena ripresa” e dipendente “in modo significativo dall’andamento del virus, incluso il progresso sulle vaccinazioni”, qualsiasi indicazione di cambiamento di policy sarà condizionata alla risoluzione della crisi pandemica: tutto fermo, quindi, almeno fino all’autunno.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, la prima lettura dei dati di contabilità nazionale relativi al 4° trimestre nell’area euro mostrerà una contrazione del PIL, sia pur inferiore a quanto atteso solo qualche settimana fa, dovuta a una flessione del terziario solo in parte compensata dall’industria manifatturiera.
L’inflazione di gennaio è attesa in risalita nell’Eurozona (a +1,0% da -0,3% precedente), in Italia (in rialzo di un decimo, a -0,3%) e in Francia (a +0,8% da zero).
La stima finale delle indagini PMI relative al mese di gennaio confermerà la frenata vista nella prima lettura, caratterizzata da una forte dispersione settoriale (manifatturiero ancora in espansione e servizi, maggiormente colpiti dalle nuove restrizioni, in territorio recessivo).
La disoccupazione è attesa in aumento sia in Italia, sia nell’Eurozona nel suo complesso; la salita dovrebbe continuare nei prossimi mesi.
Infine, le vendite al dettaglio nell’Eurozona dovrebbero mostrare un parziale recupero a dicembre, che però rischia di non estendersi al mese corrente.
In settimana verranno pubblicati negli Stati Uniti i principali dati del mese di gennaio.
L’employment report dovrebbe registrare un moderato aumento degli occupati non agricoli, dopo la contrazione di dicembre, e il tasso di disoccupazione dovrebbe essere poco variato a 6,8%.
Gli indici ISM sono attesi ancora su livelli espansivi, con indicazioni positive per la crescita del 1° trimestre.
Fra i dati di dicembre, la spesa in costruzioni dovrebbe essere ancora in crescita sostenuta, grazie alla componente residenziale, mentre la bilancia commerciale dovrebbe registrare una chiusura del deficit, sulla scia di un significativo rafforzamento delle esportazioni.

 


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