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Weekly Economic Monitor

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10 gennaio 2020


Il punto

I dati usciti a cavallo del nuovo anno rafforzano l’attesa di una moderata accelerazione dell’attività economica a livello globale e nell’area dell’euro nel 1° semestre 2020.
L’aggravarsi della crisi fra Iran e Stati Uniti potrebbe guastare la festa? Riteniamo che sia improbabile: non riteniamo che l’evoluzione sarà verso un conflitto convenzionale, né che la tensione sconvolgerà l’export petrolifero dalla regione. Inoltre, la flessibilità dello shale oil e l’abbondanza di offerta complessiva rendono il mercato più resiliente rispetto ai tempi delle guerre del Golfo

I market mover della settimana

Nell’area euro, la settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali. La produzione industriale Eurozona a novembre dovrebbe confermare le indicazioni giunte dai principali Paesi, mostrando un recupero su base congiunturale dopo il calo di ottobre. Le stime finali dei prezzi al consumo di dicembre, nell’Eurozona e nelle maggiori economie dell’area, dovrebbero confermare la salita registrata nel mese, anche se dovuta soprattutto a effetti base sull’energia. In Italia, dovrebbe aversi maggiore chiarezza sulla sorte dei due possibili referendum all’orizzonte (uno confermativo sulla riforma costituzionale di taglio dei parlamentari, l’altro abrogativo della parte proporzionale dell’attuale legge elettorale).
La settimana ha molti dati in uscita negli Stati Uniti. Le prime indagini del manifatturiero a gennaio dovrebbero mantenersi deboli, segnalando stagnazione dell’attività ma non contrazione come visto invece con l’ISM di dicembre. La fiducia dei consumatori a gennaio dovrebbe essere in marginale calo, pur restando su livelli elevati. Fra i dati di attività di dicembre, le vendite al dettaglio dovrebbero essere in aumento moderato, frenate dalla correzione delle auto; la produzione industriale dovrebbe stabilizzarsi dopo il rimbalzo di novembre e i cantieri residenziali dovrebbero invece continuare a crescere. Sul fronte dei prezzi, non ci sono segnali di novità significative, con il CPI e il PPI core attesi in aumento di 0,2% m/m. Il Beige Book dovrebbe riportare un quadro sempre positivo sul fronte del mercato del lavoro e dei consumi, a fronte di persistente debolezza del manifatturiero.

 


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