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Weekly Economic Monitor

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06 Novembre 2020


Il punto

Elezioni USA: l’incertezza non è finita.
Per ottenere 270 delegati dell’Electoral College, Trump deve vincere tutti e 4 i grandi Stati incerti, a Biden ne basta uno solo.
Al momento in cui scriviamo Biden è in vantaggio in Georgia, ma i risultati sono ancora preliminari. Anche con l’assegnazione di tutti i delegati, i ricorsi di Trump in diversi Stati chiave potrebbero lasciare i giochi aperti anche fino a inizio dicembre, prima della certificazione dei risultati.
Il Congresso resterà probabilmente diviso, frenando la futura attività di governo.
Il Presidente, chiunque sia, avrà spazio per governare con ordini esecutivi, incidendo su politica e commercio internazionale, energia e ambiente.
Area euro: Le misure restrittive introdotte da molti paesi europei per contenere l’epidemia potrebbero ridurre il PIL dell’Eurozona da 1 a oltre 3 punti percentuali nel 4° trimestre 2020.

 

I market mover della settimana

Nell’area euro, la settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
L’indice ZEW tedesco, prima indagine relativa al mese di novembre, dovrebbe mostrare una decisa correzione.
La tornata di dati sulla produzione industriale di settembre nei principali Paesi darà indicazioni miste, ma le prospettive per il trimestre in corso appaiono decisamente meno rassicuranti.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti. Il focus sarà su eventuali contestazioni relative all’esito elettorale.
Fra i dati macro, le informazioni di rilievo riguarderanno i prezzi di ottobre. Il CPI e il PPI dovrebbero essere in aumento di 0,2% m/m, con qualche rischio verso il basso per il CPI, sia headline sia core.
La fiducia dei consumatori risentirà dell’esito elettorale e dovrebbe essere in moderato rialzo (a meno di grave crisi istituzionale sulla validità dei voti) a novembre.

 


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