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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Paolo Mameli, Andrea Volpi e Simone Zava


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Abbiamo recentemente rivisto al ribasso le nostre stime sul PIL italiano, all’1% in media nel 2023-24.
I rischi su tale profilo previsivo restano verso il basso, e dipendono principalmente dagli effetti del graduale esaurirsi dei bonus edilizi e dall’impatto ritardato della stretta monetaria.
Elementi di supporto saranno però la tenuta del mercato del lavoro, il recupero di potere d’acquisto delle famiglie e l’accelerazione attesa nei flussi di spesa effettiva finanziati da PNRR.
L’Italia aveva mostrato una ripresa post-pandemica più vigorosa rispetto a quella vista negli altri maggiori Paesi dell’Eurozona nel 2021-22, e ha fatto meglio della media dell’area euro anche nel 1° trimestre del 2023, evidenziando una resistenza migliore del previsto ai diversi shock che hanno colpito l’economia mondiale negli ultimi anni (pandemia, colli di bottiglia all’offerta, guerra e crisi energetica).
Tuttavia, questa sovraperformance sembra essere venuta meno nel periodo più recente (nel 2° trimestre, il PIL in Italia si è contratto di -0,4% t/t, a fronte di un +0,1% t/t nell’insieme dell’area euro)
In una prima fase, gli effetti dello shock inflazionistico sono stati attenuati dall’utilizzo degli extra-risparmi accumulati dallo scoppio della pandemia; tale supporto sta però venendo meno, mentre viceversa si amplificano gli effetti negativi della stretta monetaria, che a nostro avviso toccheranno il loro acme tra fine 2023 e inizio 2024.
Anche la spinta dai progetti previsti dal PNRR è stata minore del previsto, per effetto dei ritardi nell’implementazione del piano.
Stante la persistente debolezza del commercio internazionale, e considerato quanto emerso dalle indagini di fiducia delle imprese, non si vedono al momento segnali di ripartenza del settore industriale, almeno su un orizzonte di 3-6 mesi (stimiamo una produzione industriale in ripresa di appena lo 0,4% nel 2024 dopo il -2,2% atteso per il 2023).
Nel periodo più recente, anche i servizi hanno perso spinta.
Infine, anche il settore delle costruzioni, che è stato uno dei principali motori di crescita (soprattutto dell’occupazione) negli ultimi anni, ha iniziato a rallentare.
Ci aspettiamo una contrazione degli investimenti in costruzioni di contabilità nazionale nel biennio 2023-24, che sarà determinata soprattutto dal comparto residenziale, mentre la parte non residenziale dovrebbe essere sostenuta dalla cantierizzazione dei progetti infrastrutturali previsti dal PNRR (attesa in accelerazione nel 2024).
L’incertezza sulle prospettive del ciclo nel 2024 è molto elevata perché vi sono forze che agiscono in senso opposto: da un lato, l’impatto della restrizione monetaria; dall’altro lato però, un supporto verrà dal recupero di potere d’acquisto delle famiglie e dall’accelerazione nella spesa finanziata dal PNRR.
Uno dei fattori di supporto però è costituito dalla tenuta del mercato del lavoro: nonostante il recente rallentamento del ciclo, il tasso di disoccupazione ha toccato un nuovo minimo dal 2009, al 7,4%; anche in prospettiva riteniamo che il mercato del lavoro possa rimanere solido.
La previsione per il 2024 sconta una lieve frenata dei consumi (a 1,1% dall’1,4% stimato per quest’anno); la ripresa dei consumi sarà infatti frenata da una risalita del tasso di risparmio (stimiamo a 7,4% in media nel 2024 dopo il minimo storico toccato a 5,3% a fine 2022).
Gli investimenti, invece, potrebbero riaccelerare nel 2024 (all’1%) dopo la frenata del 2023 (0,5%).
Ci aspettiamo, infine, nel 2024, una riaccelerazione per l’export (a 2,5% dall’1% stimato per quest’anno), sulla scia della maggiore domanda mondiale rivolta verso l’Italia.
Sul fronte dei conti pubblici, in attesa della NADEF che sarà diffusa entro fine settembre, rispetto al profilo programmatico di finanza pubblica delineato nel DEF dello scorso aprile, vi sono dei rischi sul deficit tendenziale derivanti dal deterioramento delle prospettive di crescita, soprattutto per l’anno prossimo
In ogni caso, sarà necessario trovare ingenti risorse per il 2024 (almeno 20 miliardi, verosimilmente) per il rinnovo di diverse misure finanziate sinora solo sino a fine 2023
In sintesi, l’orientamento della politica fiscale nel 2024 dovrebbe risultare meno espansivo rispetto agli anni scorsi, soprattutto per il graduale esaurirsi delle misure contro il caro-energia e dei bonus edilizi; tuttavia, la spinta derivante dall’accelerazione dei flussi di spesa previsti dal PNRR potrebbe essere in grado di più che compensare la “stretta”, configurando un effetto netto ancora di supporto al ciclo.

 


Indice dei contenuti

• Meno supporto dalle politiche economiche, PNRR cruciale per l’outlook 2024  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
Torna a calare la produzione industriale a luglio (p. 7 )
• Le indagini non mostrano una ripresa per il settore manifatturiero (p. 8 )
• Il mercato immobiliare residenziale è in chiaro rallentamento (p. 9 )
• I servizi si stanno “normalizzando” dopo la vivace ripresa post-pandemica (p. 10 )
• Consumi ancora penalizzati dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie (p. 11 )
• Torna a salire la disoccupazione, frenata in vista per le assunzioni (p. 12 )
• L’export inizia a risentire del rallentamento della domanda globale (p. 13 )
• Prosegue il calo del CPI, ma qualche rischio viene dalla risalita dell’energia (p. 14 )

 


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Settembre 2023