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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo MameliAndrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

La manovra finanziaria che si prospetta per il 2024 vale 28 miliardi, con impatto sull’indebitamento netto di 15,7 mld (lo 0,7% del PIL).
La principale misura, il taglio al cuneo contributivo, è finanziata solo per il 2024.
Il calo del debito nei prossimi anni sarà più modesto di quanto previsto sei mesi fa, soprattutto a causa degli effetti dei crediti d’imposta legati al “Superbonus”.
La Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza approvata dal Governo lo scorso 27 settembre prospetta le seguenti novità per lo scenario di finanza pubblica:
– sono state riviste al ribasso le ipotesi sulla crescita del PIL;
– il deficit tendenziale 2023 è stato rivisto a 5,2% da un precedente 4,5% per effetto dell’adesione maggiore del previsto al Superbonus;
– il deficit tendenziale 2024 è rivisto a sorpresa al ribasso a 3,6% dal 3,7% atteso sei mesi fa, nonostante mezzo punto in meno di crescita del PIL e una spesa per interessi più alta;
– il nuovo quadro programmatico vede un disavanzo al 5,3% nel 2023, al 4,3% nel 2024, al 3,6% nel 2025 e al 2,9% nel 2026;
– la differenza tra deficit tendenziale e programmatico implica una manovra espansiva netta da un decimo di PIL quest’anno (che consiste nel “decreto anticipi” da 3,2 miliardi) e che vale ben lo 0,7% del PIL (15,7 miliardi) l’anno prossimo;
– per effetto della manovra, la crescita del PIL l’anno prossimo è attesa nel quadro programmatico all’1,2%;
– i numeri sul rapporto debito/PIL sono rivisti al ribasso rispetto al DEF per effetto della revisione al rialzo delle stime sul PIL nominale comunicata in precedenza dall’Istat, ma il calo del debito nel 2024 nello scenario programmatico del Governo rispetto al 2023 sarà di appena un decimo;
– anche la discesa del debito prevista per gli anni prossimi è limitata, e poggia su un obiettivo di privatizzazioni per l’1% del PIL;
– al netto degli effetti della manovra di bilancio e dei fondi NGEU, la crescita del PIL è solo marginalmente positiva (0,1-0,2%) nel biennio 2024-25;
– in merito ai proventi da privatizzazioni, che nella NADEF il Governo aveva quantificato in un punto di PIL (ovvero circa 22 miliardi) sull’orizzonte 2024-26, il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) precisa che gli incassi per il 2024 sono stimati in appena un decimo di PIL, ovvero circa 2 miliardi;
– il taglio al cuneo contributivo, che costituisce la principale misura espansiva (10,5 mld) è rifinanziato solo per il 2024.
Nel complesso, la manovra per il 2024 si configura nella forma seguente: gli interventi valgono oltre 27 miliardi, le coperture ammontano a 11,4 miliardi.

Tendenze del settore bancario

Per effetto della trasmissione della politica monetaria restrittiva attraverso il canale del credito, il calo dei prestiti al settore privato risulta sempre più forte.
Il totale dei prestiti a famiglie e imprese si è ridotto del 3,5% a/a ad agosto e del 3,8% a settembre secondo le stime ABI.
Per i prestiti alle società non-finanziarie, con il -6,4% di agosto si è registrata la flessione più forte della serie storica che inizia a metà 2001.
Per i prestiti alle famiglie, il calo è per ora molto contenuto, del -0,6% a/a ad agosto, dal -0,3% di luglio, primo dato negativo da maggio 2015.
Tale evoluzione risente di quella dei mutui casa, in continuo rallentamento, ma ancora in crescita, del +0,8% ad agosto, dal +4,3% di inizio 2023.
Alla base della frenata vi è il calo a due cifre dei nuovi contratti di mutuo, del -29% nei primi otto mesi.
Al contempo, prosegue il riorientamento delle preferenze verso il tasso fisso, più basso di 74pb del tasso variabile.
Perciò, a luglio e agosto i mutui a tasso fisso sono tornati in crescita, dopo circa due anni di cali, rappresentando il 73% delle erogazioni mensili.
Dopo il minimo storico toccato a luglio con il -6,5% a/a, ad agosto il calo dei depositi è stato più moderato, pari a -5,5%, seguito da un -4,2% a settembre secondo le anticipazioni ABI.
A fronte del deflusso dai depositi a vista, è continuata la riallocazione di risorse verso i titoli di debito in custodia, aumentati di altri 10 miliardi ad agosto e di 105 miliardi da inizio anno per le famiglie consumatrici.
E’ proseguita anche la notevole ripresa delle obbligazioni bancarie, con una crescita del 16,4% a/a ad agosto e del +16,9% a settembre secondo le stime ABI.
Per effetto di tali andamenti, la raccolta totale da clientela ha segnato un calo più contenuto, pari a -3,4% ad agosto e -2,1% a settembre secondo le stime ABI, rispetto al minimo di -4,4% registrato a luglio.

 


Indice dei contenuti

• La manovra 2024 è espansiva per lo 0,7% del PIL  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
Torna a calare la produzione industriale a luglio (p. 8 )
• Le indagini non mostrano una ripresa per il settore manifatturiero (p. 9 )
• Il mercato immobiliare residenziale è in chiaro rallentamento (p. 10 )
• Nei servizi l’attività si va “normalizzando” (p. 11 )
• Consumi di beni ancora deboli (p. 12 )
• Continua a calare il tasso di disoccupazione (p. 13 )
• Il canale estero netto potrebbe aver sostenuto la crescita nel 3° trimestre (p. 14 )
• È atteso un calo pronunciato dell’inflazione annua a ottobre (p. 15 )
• Il calo dei prestiti a società non-finanziarie è il più forte della serie storica dal 2001 (p. 16 )
• Si attenua la contrazione dei depositi (p. 19 )

 


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Ottobre 2023