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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

NADEF e DPB hanno delineato il nuovo quadro di finanza pubblica.
Grazie agli “spazi fiscali” creatisi quest’anno, il Governo ha scelto di implementare una manovra espansiva per il 2022, basata principalmente su un primo modulo della riforma fiscale.
Mercoledì 29 settembre, il Governo ha approvato la Nota di Aggiornamento al DEF 2021, che delinea le nuove proiezioni e i nuovi obiettivi di finanza pubblica sull’orizzonte 2021-24.
Le principali novità rispetto al precedente quadro di finanza pubblica (contenuto nel DEF dello scorso aprile) sono:
– La stima di crescita del PIL nel 2021 è rivista sensibilmente al rialzo, al 6% da un precedente programmatico di 4,5%, mentre le previsioni per gli anni successivi risultano poco variate (nel quadro programmatico, la crescita è vista al 4,7% nel 2022, al 2,8% nel 2023 e all’1,9% nel 2024)
– Di conseguenza, vengono riviste in senso decisamente più favorevole rispetto a sei mesi fa le proiezioni per l’anno in corso per i principali aggregati di finanza pubblica: il deficit 2021 è visto ora al 9,4% del PIL, contro l’11,8% stimato nel DEF (anche sulla scia di un tiraggio inferiore alle attese delle misure straordinarie di sostegno a lavoratori, famiglie e imprese); il debito, che in precedenza era atteso salire al 159,8%, è ora visto in calo a 153,5% dal 155,6% dello scorso anno;
– Il Governo, anche grazie all’andamento favorevole dei tendenziali di finanza pubblica, sceglie di rendere più espansiva la politica fiscale per l’anno prossimo, con interventi netti sul 2022 pari all’1,2% del PIL (differenza tra deficit programmatico e tendenziale per l’anno prossimo), attesi generare una crescita aggiuntiva del PIL, rispetto ai tendenziali, di mezzo punto (da 4,2% a 4,7%); l’obiettivo del Governo è ricondurre i livelli del rapporto debito/PIL al di sotto dei livelli pre-crisi (134,3%) entro il 2030.
A nostro avviso, le previsioni di crescita del PIL assunte dal Governo nel nuovo quadro programmatico appaiono soggette a rischi al ribasso non tanto per l’anno in corso quanto per gli anni successivi.
Successivamente, il Governo ha approvato il 19 ottobre e inviato alla Commissione Europea il 20 il Documento Programmatico di Bilancio.
Il documento conferma che il pacchetto espansivo che verrà dettagliato nella prossima Legge di Bilancio vale l’1,245% del PIL (23,6 miliardi) sul 2022 e poco più (l’1,53% del PIL ovvero 29,2 miliardi) sul 2023.
I principali interventi previsti per il 2022 sono i seguenti:
– dal lato delle entrate:
-attuazione della prima fase della riforma fiscale (6 miliardi sul 2022, poco più negli anni successivi)
-interventi, principalmente fiscali, a sostegno delle imprese (4,1 miliardi l’anno prossimo, che si dimezzano nei due anni successivi)
-proroga di eco-bonus e altri incentivi esistenti per gli investimenti immobiliari privati (il costo per l’erario è nullo per il 2022 ma cresce significativamente negli anni successivi, sino a 3,1 miliardi nel 2024
– dal lato delle spese:
-misure in tema di sanità (4,2 miliardi)
-rifinanziamento delle esigenze per le cosiddette “politiche invariate” (3,2 miliardi)
-rilancio degli investimenti pubblici (2 miliardi nel 2022, che salgono a circa 2,5 mld nei due anni successivi)
-contrasto al caro bollette (2 miliardi one-off nel 2022)
-riforma degli ammortizzatori sociali (1,5 miliardi)
-interventi per gli enti locali (1,3 miliardi)
-rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza (1 miliardo)
-misure in materia pensionistica per “gestire” l’uscita da quota 100 (0,6 miliardi nel 2022)
-stanziamenti per istruzione, università e ricerca (0,4 miliardi sul 2022, che aumentano sino a 1,1 miliardi nel 2024)
-politiche per la famiglia (0,4 mld sul 2022, che vengono però più che dimezzati negli anni successivi)
-sono inoltre previste altre misure minori soprattutto in tema di politiche sociali (tra le quali disabilità e sicurezza sul lavoro).
Infine, il Documento Programmatico di Bilancio comprende un aggiornamento del monitoraggio sull’implementazione del PNRR.
Se nel monitoraggio presentato lo scorso 22 settembre, sui 51 obiettivi e traguardi fissati per fine 2021 ne risultavano raggiunti solo 13, nell’aggiornamento contenuto nel DPB il numero di condizioni già soddisfatte è salito a 21, ovvero il 41% del totale.
Per le rimanenti, secondo il Governo sono state attivate le procedure che assicureranno il loro conseguimento entro fine anno.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Ad agosto i tassi sulla raccolta da clientela sono risultati stabili e sono visti invariati anche a settembre secondo le stime ABI, dopo la leggera riduzione registrata a luglio.
Per i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie si è osservato un calo di 5pb su base mensile sia per quello sui finanziamenti fino a 1 milione, sia per il tasso sugli importi di maggior entità che ha raggiunto un nuovo minimo storico di 0,64%.
Quanto ai tassi sulle erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni, è emerso un andamento al rialzo, che però risulta temporaneo sulla base delle anticipazioni ABI secondo cui a settembre il tasso medio tornerebbe ai livelli dei mesi precedenti, a 1,39% dall’1,46% di agosto.
La crescita dei prestiti alle società non-finanziarie è scesa a +1,2% a/a ad agosto.
Sul rallentamento incide la più contenuta domanda di finanziamenti assistiti da garanzia statale, che si riflette sulla frenata dei prestiti a medio-lungo termine, mentre le ampie disponibilità liquide determinano un andamento fortemente negativo dei prestiti a breve.
Si conferma la crescita robusta dei prestiti alle famiglie, pari nel complesso a +3,7% a/a ad agosto.
La dinamica è trainata dai prestiti per l’acquisto di abitazioni, che ad agosto hanno riportato un aumento del 4,6% a/a.
Secondo le anticipazioni ABI, a settembre è proseguito il rallentamento della crescita dei prestiti complessivi al settore privato, a +1,5% a/a, e a +2,2% per l’aggregato più ristretto dei prestiti a famiglie e imprese, dal +2,3% di agosto e +2,7% a luglio.
La crescita dei depositi resta molto sostenuta, pari ad agosto a 8,1% a/a, sebbene in contenuto rallentamento.
Un andamento leggermente più moderato si è registrato anche a settembre, secondo le stime ABI.
La dinamica resta trainata dai conti correnti, in aumento dell’11,5% a/a ad agosto.
Riflettendo il moderato rallentamento dei depositi, la crescita della raccolta complessiva da clientela è scesa di 1 punto percentuale rispetto a luglio ma ha mantenuto un ritmo robusto, del 6,4%.
Secondo le stime ABI, a settembre la dinamica ha decelerato di 0,6 punti percentuali.

 


Indice dei contenuti

• Manovra 2022 all’insegna del taglio al cuneo fiscale (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 10 )
Nell’industria, rallenta la produzione… (p. 11 )
• …ma fiducia delle imprese e fatturato si mantengono su livelli espansivi (p. 12 )
• Anche le costruzioni mostrano qualche segnale di (moderata) decelerazione (p. 13 )
• I servizi continuano a trainare il PIL (p. 14 )
• Le prospettive per i consumi restano positive (p. 15 )
• Tasso di disoccupazione in stabilizzazione nei prossimi mesi (p. 16 )
• Commercio estero ancora in crescita, ma l’import è più dinamico dell’export (p. 17 )
• L’inflazione è vista salire ancora nei prossimi mesi (p. 18 )
• Nuovi minimi per il tasso sui flussi di prestiti oltre 1 milione alle imprese (p. 19 )
• Crescita robusta dei prestiti alle famiglie, trainata dai mutui (p. 23 )
• Continua la dinamica sostenuta della raccolta bancaria (p. 26 )

 


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Ottobre 2021