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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

NADEF e DPB prospettano un’intonazione espansiva della politica fiscale per tutto l’orizzonte 2021-23, con un ruolo crescente nel tempo dell’utilizzo delle risorse dal Recovery Plan europeo.
Tuttavia, il percorso delineato di riduzione del rapporto debito/PIL non appare interamente credibile, in quanto poggia su previsioni eccessivamente ottimistiche sulla crescita del PIL.
Lo scorso lunedì 5 ottobre, il Governo italiano ha approvato la Nota di Aggiornamento al DEF, che delinea le nuove proiezioni e i nuovi obiettivi di finanza pubblica sull’orizzonte 2021-23.
I principali indicatori (rivisti marginalmente nel Documento Programmatico di Bilancio approvato due settimane dopo) hanno rispettato le attese della vigilia:
il nuovo target sull’indebitamentonetto per il prossimo anno è fissato al 7% del PIL (dal 10,5% del 2020, molto meglio dell’11,9% previsto due mesi fa), a fronte di un tendenziale al 5,7%: la differenza (pari all’1,3% del PIL) è l’impatto espansivo della Legge di Bilancio 2021 (nel DPB rivisto a 1,4%); l’indebitamento netto è poi visto diminuire ulteriormente negli anni successivi, fino al 3% nel 2023;
il debito pubblico è visto, nel quadro programmatico, al 155,6% del PIL il prossimo anno, da 158% nel 2020; per gli anni successivi il Governo vede un graduale percorso discendente, fino al 151,5% nel 2023; l’obiettivo, molto ambizioso, è riportare il debito al di sotto del livello pre-COVID (intorno al 130%) entro la fine del decennio;
lo stimolo fiscale non verrà solo dall’impatto della manovra di bilancio, ma anche dall’uso delle risorse UE: il nuovo quadro del Governo presuppone un utilizzo quasi completo delle risorse del programma “Next Generation UE” (205 miliardi di euro sull’orizzonte 2021-26, di cui 107,5 miliardi di euro nel 2021-23).
Per il prossimo anno, il Governo si aspetta 10 miliardi di euro in sovvenzioni e 11 miliardi di euro in prestiti nell’ambito del Recovery Fund (cui si aggiungono ulteriori fondi da “React EU” e altri programmi) per oltre 25 miliardi di euro.
Ciò significa che lo stimolo fiscale l’anno prossimo dovrebbe valere quasi 39 miliardi di euro, ovvero il 2,2% del PIL, di cui 11,7 miliardi finanziati dal Tesoro italiano, 11 miliardi di prestiti dall’UE e 14 miliardi di sovvenzioni.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Ad agosto, ancora in calo il tasso medio sullo stock dei depositi con durata prestabilita e marginali limature per i tassi sui conti correnti, che però non spostano il livello medio dallo 0,03% registrato da aprile.
Il tasso medio sullo stock di depositi è risultato invariato a 0,34% ma è visto in calo di 1pb m/m a settembre, secondo le stime ABI.
I tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie hanno confermato gli andamenti misti visti a luglio, in calo per i prestiti oltre 1 milione e in lieve recupero per quelli di minore entità.
Circa i tassi sui nuovi mutui alle famiglie, il trend distensivo si è fermato ad agosto, ma sarebbe ripreso a settembre secondo le stime ABI.
L’andamento di agosto è dovuto soprattutto al recupero del tasso fisso, rimasto comunque più basso del variabile.
Ad agosto è proseguita l’accelerazione dei prestiti alle società non-finanziarie, col tasso di crescita salito al 6% a/a.
L’aumento è concentrato nei prestiti a medio/lungo termine e da maggio si è esteso anche ai prestiti di minore dimensione. Infatti, crescono a due cifre i flussi lordi fino a 1 milione e ancor più dinamici si confermano quelli di maggior entità.
Tra i macro-settori di attività, una forte dinamica interessa i prestiti all’industria manifatturiera.
Diversamente, l’andamento dei prestiti alle famiglie è rimasto più debole di quanto visto fino a febbraio. La frenata resta evidente per il credito al consumo.
Tengono i prestiti per l’acquisto di abitazioni, che vedono flussi lordi mensili in forte aumento, grazie alle rinegoziazioni ma anche i nuovi contratti sono tornati in crescita.
Secondo le anticipazioni ABI, a settembre il trend si è rafforzato ulteriormente, a +4,8% a/a per il totale dei prestiti a famiglie e imprese, dal +4,1% di agosto.
Ancora un notevole afflusso mensile verso i conti correnti, di altri 12 miliardi ad agosto, che portano a 82 miliardi l’aumento da marzo. Il tasso di crescita è risultato dell’8,7% a/a.
L’incremento è stato trainato dalla liquidità convogliata sui conti correnti delle società non-finanziarie, ma anche i conti delle famiglie hanno confermato un flusso mensile positivo e una dinamica notevole.
Pertanto, la crescita del complesso dei depositi da clientela è rimasta sostenuta, del 7,1% a/a ad agosto, con un’accelerazione a +8% a settembre, secondo le stime ABI.
Per le obbligazioni, si conferma il calo ma, grazie ai depositi, la raccolta complessiva da clientela continua a crescere a un ritmo robusto, del 5,2% a/a ad agosto e del 6,1% a settembre secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• La politica fiscale sarà espansiva a lungo, anche grazie ai fondi UE (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 10 )
Continua il rimbalzo “a V” nell’industria (p. 11 )
In ulteriore (parziale) ripresa anche fatturato, ordini e fiducia (p. 12 )
• Anche più accentuato il rimbalzo in corso nelle costruzioni (p. 13 )
• I servizi continuano a fare da freno (p. 14 )
• Il recupero è guidato dalla domanda di beni (anche durevoli) delle famiglie (p. 15 )
• La disoccupazione ha ampi margini di aumento (p. 16 )
• Più rapida del previsto la ripresa del commercio estero (p. 17 )
• L’inflazione resterà in territorio negativo fino alla primavera (p. 18 )
• Tassi sui nuovi prestiti alle imprese in calo, trainati da quelli di maggiore entità (p. 19 )
• Ulteriore accelerazione dei prestiti alle imprese (p. 23 )
• Proseguono i forti afflussi verso i conti correnti (p. 26 )

 


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Ottobre 2020