Seguci su twitter

Categorie

La Bussola dell’Economia Italiana

LEGGI il documento completo

a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Dopo un 2023 più forte delle attese sul fronte della crescita, ma peggiore del previsto per quanto concerne il disavanzo pubblico (in entrambi i casi, principalmente per effetto dei bonus edilizi, che però sono decisamente meno generosi da inizio 2024), confermiamo le nostre stime sul PIL italiano a 0,7% quest’anno e 1,2% il prossimo.
I rischi sulla nostra previsione (da tempo superiore al consenso) appaiono oggi non più verso il basso, anzi gli indizi di accelerazione della spesa finanziata da PNRR potrebbero configurare rischi al rialzo sul profilo previsivo.
L’economia italiana si conferma, nella fase post-pandemica, più resistente del previsto agli shock e più dinamica di quanto atteso.
A inizio marzo, Istat ha rivisto al rialzo la stima di crescita del PIL reale (sui dati corretti per i giorni lavorativi) sia per il 2022, a 4,1% da 3,9% precedente, che per il 2023, allo 1% dopo lo 0,7%.
La revisione è dovuta soprattutto agli investimenti in costruzioni.
In prospettiva, la crescita nella prima metà del 2024 dovrebbe risultare circa in linea con quella vista nell’ultimo anno e mezzo (0,1%-0,2% t/t a trimestre).
Confermiamo l’idea di una graduale accelerazione nel secondo semestre, su ritmi di 0,3%-0,4% t/t.
I consumi delle famiglie sono destinati a nostro avviso a rallentare sensibilmente nel 2024 (a 0,3%, da 1,2% nel 2023), prima di riaccelerare l’anno prossimo (a 1,3%).
Lo scenario è più variegato dal lato degli investimenti.
Negli anni recenti, anche grazie al supporto fiscale (non solo dai bonus edilizi ma anche dagli incentivi del programma “Transizione 4.0”), la dinamica degli investimenti (non solo in costruzioni) in Italia è stata molto positiva e superiore a quella registrata negli altri maggiori Paesi dell’Eurozona.
Il commercio estero è atteso dare un contributo positivo al PIL nel 2024 (+0,8%, controbilanciato peraltro quasi interamente dall’apporto negativo delle scorte), in quanto il contro-shock energetico sta ancora favorendo un calo marcato dell’import (non solo in valore ma anche in volume) di energia e beni intermedi.
Al contempo, le esportazioni anche in termini reali stanno mostrando un buon dinamismo.
Cruciale, soprattutto per la ripartenza dei consumi a partire dal secondo semestre, è la resilienza del mercato del lavoro, che ha continuato a sorprendere in positivo anche nel 2023.
Alcuni dei motivi di resilienza potrebbero persistere anche nel biennio in corso.
L’inflazione anche nei prossimi mesi è attesa su livelli molto inferiori alla media Eurozona, ma unicamente per via del confronto con i mesi del picco degli effetti dello shock energetico sulle tariffe di elettricità e gas.
L’inflazione core è da due anni sotto la media dell’area euro, e pensiamo possa rimanerci, per via di una dinamica salariale che resta più moderata.
In tema di finanza pubblica, i dati a consuntivo relativi al 2023 hanno mostrato un deficit molto più alto del previsto (7,2% del PIL, contro il 5,3% atteso dal governo nella NADEF di fine settembre) per effetto di:
1) un ricorso al Superbonus superiore a quanto previsto nella NADEF;
2) una riclassificazione dei crediti fiscali del pacchetto “Transizione 4.0” da “non pagabili” a “pagabili”, che ha pesato anche sul deficit 2022.
In questo quadro, vi sono segnali che inducono a un maggior ottimismo sul fronte dell’implementazione del PNRR.
Il 2023 ha chiuso con una spesa effettiva a 45,7 miliardi (21 mld solo l’anno scorso).
Per raggiungere gli obiettivi, dovrebbero essere spesi circa 50 miliardi all’anno nel triennio 2024-26; per il 2024, è possibile che si resti al di sotto di questa soglia, ma non è da escludere una significativa accelerazione rispetto allo scorso anno, a 30-40 miliardi; inoltre, crescerebbe la quota di finanziamento di nuovi progetti (anziché di progetti già esistenti, prevalenti sinora), e di opere infrastrutturali.
Pensiamo che il PNRR possa fornire un contributo significativo alla crescita del PIL nel 2024-25, sia pure inferiore all’1% medio all’anno stimato dal governo lo scorso settembre.

 

Tendenze del settore bancario

L’inizio del 2024 non ha portato particolari novità sull’andamento dei prestiti.
L’aggregato dei prestiti a famiglie e imprese, dopo la risalita dai minimi fino al -2,4% di dicembre, ha riportato un calo del -2,6% a gennaio e del -2,7% a febbraio secondo le stime ABI.
In dettaglio, i prestiti alle società non-finanziarie hanno visto un leggero peggioramento, con una flessione del 4,0% a gennaio, dal -3,6% di fine 2023.
I prestiti alle famiglie hanno continuato nella lenta riduzione (-1,3% a gennaio).
Lo stock di mutui è rimasto in stallo.
Le erogazioni di nuovi mutui hanno confermato un calo a due cifre (-18,6%), ma meno intenso rispetto al 2023.
I flussi di mutui a tasso fisso, incluse le rinegoziazioni, sono rimasti in forte crescita, in virtù della discesa del loro costo.
Prosegue il miglioramento della tendenza dei depositi che hanno segnato un continuo rallentamento del calo passando dal -5,0% di ottobre 2023 al -2,0% di gennaio 2024 e al -1% circa a febbraio secondo le stime ABI.
In parallelo, prosegue la robusta dinamica delle obbligazioni bancarie, con un aumento dello stock del 21% a gennaio e a due cifre anche a febbraio.
Il risultato delle suddette tendenze è il ritorno alla crescita della raccolta totale da clientela, del +0,5% a/a a gennaio e del +0,9% a febbraio secondo le anticipazioni ABI.
La ricomposizione dei portafogli verso i titoli di debito continua ad alimentare una forte crescita dei titoli a custodia presso le banche.

 


Indice dei contenuti

• Superbonus e PNRR sempre al centro dell’attenzione  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 8 )
Torna a calare la produzione industriale a gennaio (p. 9 )
• Segnali contrastanti dalle indagini manifatturiere di febbraio (p. 10 )
• Le costruzioni potrebbero tornare a rallentare a inizio 2024 (p. 11 )
• Servizi in moderata riaccelerazione (p. 12 )
• I consumatori sono più ottimisti per il futuro ma mantengono cautela (p. 13 )
• Tasso di disoccupazione stabile ai minimi da inizio 2009 (p. 14 )
• Prosegue il miglioramento dell’avanzo commerciale, anche se i flussi restano deboli (p. 15 )
• Inflazione invariata a febbraio, attesa in risalita nei prossimi mesi (p. 16 )
• Prosegue la fase di riduzione dei prestiti a famiglie e imprese (p. 17 )
• Raccolta da clientela di nuovo in crescita (p. 20 )

 


LEGGI il documento completo

Marzo 2024