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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il contro-shock energetico ci ha indotto a rivedere al rialzo la stima sul PIL 2023 (già più ottimista del consenso), a 0,8%.
Viceversa, abbiamo limato al ribasso a 1,5% la previsione per il 2024, sulla scia degli effetti ritardati della restrizione monetaria e della minore generosità dei bonus edilizi.
La revisione della crescita attesa sarebbe stata anche più significativa se non fosse stato per gli effetti di una restrizione monetaria più accentuata del previsto
I consumi delle famiglie si stanno confermando la componente di domanda che risente maggiormente dello shock inflazionistico.
Confermiamo la nostra stima di una crescita dei consumi quest’anno inferiore a quella del PIL, e vicina allo zero (0,3%, con qualche rischio verso l’alto), dopo l’ampio rimbalzo post-pandemico del biennio precedente. Particolarmente penalizzati dall’aumento dei prezzi sono i consumi di beni non durevoli, ma anche i durevoli (tipicamente interest-sensitive) potrebbero evidenziare una lieve contrazione quest’anno.
Viceversa, i consumi di servizi sono visti mantenere un ritmo positivo, sia pure in chiaro rallentamento rispetto al 2022, sulla scia della normalizzazione post-pandemica dei comportamenti dei consumatori.
Lo scenario è più variegato dal lato degli investimenti.
Negli anni recenti, anche grazie al supporto fiscale (non solo dai bonus edilizi ma anche dagli incentivi del programma “Transizione 4.0”), la dinamica degli investimenti (non solo in costruzioni) in Italia è stata molto positiva e superiore a quella registrata negli altri maggiori Paesi dell’Eurozona.
Il commercio estero è atteso dare un contributo positivo al PIL nel 2023, in quanto il contro-shock energetico sta favorendo un calo piuttosto rapido dell’import (non solo in valore ma anche in volume) di energia e beni intermedi.
Al contempo, le esportazioni anche in termini reali stanno mostrando un buon dinamismo (superiore a quello della media dell’Eurozona, probabilmente per via di una più favorevole specializzazione settoriale e per mercato di sbocco), anche grazie al sostegno offerto dal tasso di cambio nei confronti del dollaro (che ha toccato un punto di minimo a fine settembre ma che resta storicamente favorevole).
Nel complesso, vediamo un import sostanzialmente stagnante nel 2022 (0,4%) e in riaccelerazione l’anno prossimo (2,7%), mentre l’export potrebbe tenere meglio quest’anno (3,4%) e rallentare (al 2,5%) nel 2024.
È attesa continuare nei prossimi mesi la discesa dell’inflazione (verso il 2% sul NIC a fine 2023), ma unicamente per via del rientro dei prezzi energetici (a cui potrebbe aggiungersi una svolta, nei prossimi mesi, anche per gli alimentari); tuttavia, l’inflazione italiana è attesa restare superiore alla media area euro per gran parte del 2023, per via proprio di un maggior contributo della componente energia.
In tema di finanza pubblica, la riclassificazione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi ha gonfiato il deficit di competenza nel biennio scorso, e avrà un impatto in senso peggiorativo anche sul disavanzo dell’anno corrente (stimiamo di oltre 10 miliardi).
Ne deriverebbe un rapporto deficit/PIL al 5,6% nell’anno in corso (rispetto al 4,5% incluso nell’ultimo quadro governativo programmatico).
Viceversa, nei prossimi anni il sentiero del debito sarebbe più favorevole rispetto agli ultimi obiettivi ufficiali governativi: il disavanzo tendenziale per il 2024 calerebbe al 3%, e si attesterebbe al 2,4% nel 2025 (contro 3,7% e 3% rispettivamente, attesi dal Governo in precedenza).
Il rapporto debito/PIL è atteso mantenere una traiettoria discendente, più rapida di quanto atteso dal Governo (nelle nostre stime, al 143,2% quest’anno e al 140,4% nel 2025).
Su questo quadro si innesterà il prossimo scenario programmatico di finanza pubblica che il Governo inserirà nel DEF atteso entro il 10 aprile, che dovrà tener conto del venir meno della sospensione delle regole fiscali UE a partire dal prossimo anno.

 


Indice dei contenuti

• Il contro-shock energetico è atteso prevalere sugli effetti dei rialzi dei tassi   (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
Produzione industriale resiliente a inizio 2023 (p. 8 )
• Fiducia delle imprese manifatturiere in miglioramento (p. 9 )
• Le costruzioni tengono più del previsto per ora, sostenute dai lavori arretrati (p. 10 )
• Dopo la frenata di fine 2022, i servizi mostrano segnali di ripresa (p. 11 )
• Il calo dei prezzi sostiene sia la fiducia che la spesa delle famiglie a inizio 2023 (p. 12 )
• Il mercato del lavoro resta robusto  (p. 13 )
• Il deficit commerciale rimane molto ampio ma ha cominciato a ridursi (p. 14 )
• L’inflazione ha iniziato a rallentare, ma restano rischi al rialzo sull’indice core (p. 15 )

 


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Marzo 2023