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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il protrarsi della guerra russo-ucraina mette a rischio il recupero atteso del PIL nel trimestre primaverile dopo la caduta di inizio anno, anche se la probabilità dello scenario peggiore (embargo completo sul gas russo) appare diminuita nelle ultime settimane.
Nel 1° trimestre 2022, il PIL è calato di -0,2% t/t, dopo che il dato relativo a fine 2021 è stato rivisto al rialzo a 0,7% da un precedente 0,6%.
La variazione annua è rallentata a 5,8% dal 6,2% del 4° trimestre 2021.
Il dato lascia il PIL appena -0,4% al di sotto dei livelli pre-pandemici (di fine 2019).
La crescita “acquisita” per il 2022 (in caso di stagnazione in ciascuno dei restanti trimestri dell’anno) è pari al 2,2% (in precedenza era stimata al 2,3%).
L’agenzia statistica ha anticipato che il calo del PIL è dovuto ai servizi, mentre il valore aggiunto è rimasto stagnante nell’industria: pensiamo che il principale contributo negativo sia venuto dall’industria in senso stretto, mentre le costruzioni dovrebbero aver mantenuto un trend espansivo (e l’apporto negativo dei servizi potrebbe risultare modesto).
La debole conclusione del trimestre segnala rischi al ribasso anche per il trimestre corrente.
A nostro avviso, il PIL a inizio anno è calato soprattutto per via del picco dell’ondata pandemica (come visibile dal contributo negativo del settore dei servizi), mentre non sembra aver risentito ancora appieno degli effetti della crisi geopolitica internazionale (nemmeno considerando il solo canale di trasmissione dei prezzi). Al momento il nostro scenario di base prevede un rimbalzo del PIL nel trimestre primaverile (sia pure più debole di quanto ci aspettassimo prima della guerra in Ucraina).
Tuttavia, non si possono escludere scenari più severi, soprattutto nel caso in cui nelle prossime settimane venga deciso un embargo al gas russo, che avrebbe effetti soprattutto sul settore industriale.
Ad ogni modo, gli effetti del protrarsi del conflitto in Ucraina sul potere d’acquisto delle famiglie e sui margini di profitto delle imprese sono molto significativi, anche solo nello scenario di base (rispetto allo scenario pre-bellico).
Per le imprese, stimiamo quest’anno un incremento di spesa pari a 188 miliardi di euro per l’acquisto di beni e servizi rispetto al periodo pre-bellico.
Dal lato delle famiglie, l’impatto sarà differenziato a seconda delle fasce di reddito: i più colpiti saranno i nuclei familiari più poveri, che destinano percentualmente una quota più grande del proprio reddito per il pagamento delle bollette e per l’acquisto di cibo (e che avevano accumulato minori risparmi durante la fase pandemica).
L’onere aggiuntivo per nucleo familiare si colloca mediamente sui 2000 euro, con un minimo di 1462 euro per il quintile più povero e un massimo di 2495 per il quintile più ricco.
Le famiglie più abbienti potranno assorbire i maggiori costi attingendo alla propria quota di risparmi.
Si prevede, inoltre, che l’aumento del costo dell’energia per famiglie e imprese sarà strutturale (difficilmente si tornerà ai prezzi precedenti la guerra).
Nel frattempo, il Governo è intervenuto con un nuovo pacchetto di misure a parziale compensazione dei rincari energetici.
Il cosiddetto “Decreto Aiuti” è stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 2 maggio, ha avuto un secondo passaggio in CdM il 5 maggio, ed è stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 17 maggio.
L’importo lordo degli interventi vale ben 16,7 miliardi di euro.
Nel complesso, l’insieme degli interventi lordi approvati contro il caro-energia dallo scorso settembre ammonta nelle nostre stime a quasi 40 miliardi, di cui oltre 36 a valere sul 2022 (quasi
due punti di PIL).
Sul fronte PNRR ci sono da segnalare le seguenti novità:
– in attesa del prossimo monitoraggio “ufficiale” sul raggiungimento delle condizioni necessarie a ricevere la rata attesa per metà anno, i progressi sarebbero al momento soddisfacenti, almeno dal punto di vista formale;
– viceversa, più incerti sono i progressi dal punto di vista della spesa effettiva (in merito alla quale non esiste una rendicontazione “ufficiale” completa): secondo quanto dichiarato dal ministro Franco in audizione alle Commissioni congiunte di Camera e Senato lo scorso 23 febbraio, a oggi risultano spese già sostenute per circa 5,1 miliardi (rispetto alla spesa originariamente prevista, per il biennio 2020-21, di 15,4 miliardi);
– per contrastare gli effetti del caro materiali sulle opere previste dal piano, la Commissione ha dato un sostanziale via libera per revisioni dei progetti selettive, concentrate sul lato dei costi senza mettere però in discussione il cronoprogramma;
– la novità degli ultimi giorni è che, nell’ambito del programma comunitario di riconversione energetica REPowerEU, gli Stati potranno chiedere nuovi prestiti, finalizzati a interventi previsti da quel piano, utilizzando il plafond di 225 miliardi di prestiti inutilizzati.

 

Tendenze del settore bancario italiano

La crescita dei prestiti alle società non-finanziarie, che da alcuni mesi oscilla attorno all’1%, si è attestata a 1,3% a/a a marzo.
All’interno dell’aggregato, è proseguita la ripresa dei prestiti a breve termine, che però sembra aver perso slancio, restando in linea con febbraio.
I prestiti a medio-lungo si sono ridotti dell’1,1%, anch’essi come a febbraio; tuttavia nel bimestre febbraio-marzo il flusso netto mensile è stato di nuovo positivo.
Si osserva, inoltre, un ritorno alla crescita delle erogazioni mensili di importo oltre 1 milione, mentre quelle sotto tale soglia sono rimaste in calo.
Continua al contempo la dinamica robusta dello stock di prestiti per l’acquisto di abitazioni, salita a +4,9% a/a a marzo.
Le anticipazioni ABI riferite ad aprile mostrano un aumento dei prestiti complessivi a famiglie e imprese del 2,6%, leggermente migliore rispetto al 2,5% di marzo.
La dinamica dei depositi bancari è tornata ad accelerare a marzo, a 4,8% a/a, invertendo il rallentamento evidenziato fino a febbraio.
Il rafforzamento della crescita è proseguito ad aprile, secondo le anticipazioni ABI, con un aumento dello stock di oltre 21 miliardi m/m e una dinamica superiore al 5% a/a.
L’andamento resta determinato dai conti correnti il cui ritmo è risalito a 7,2% a/a a marzo, riflettendo l’accelerazione dei conti delle imprese e il robusto andamento di quelli delle famiglie, entrambi in crescita di circa il 7,5% a/a.
Per i primi, si segnala il ritorno di un flusso positivo a marzo, per 6,2 miliardi m/m sul totale dei depositi del settore, dopo i deflussi dei primi due mesi del 2022.
Il rafforzamento del trend dei depositi ha determinato una moderata ripresa del tasso di crescita della raccolta complessiva da clientela, a 3,5% a/a da 3,2% di febbraio.
Secondo le anticipazioni ABI, ad aprile la crescita dello stock di raccolta è risalita al 4,0% a/a.

 


Indice dei contenuti

• Il protrarsi del conflitto in Ucraina accentua i rischi al ribasso sul PIL  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 8 )
La produzione industriale mostra un’inattesa tenuta a marzo… (p. 9 )
• …ma il calo del morale dipinge un quadro di debolezza per la manifattura (p. 10 )
• Le prospettive per le costruzioni restano favorevoli (p. 11 )
• I servizi potrebbero compensare la frenata del manifatturiero (p. 12 )
• Cala ancora la fiducia delle famiglie, aumentano i rischi sui consumi (p. 13 )
• Proseguono i progressi occupazionali  (p. 14 )
• Lo shock sui prezzi energetici pesa sul saldo commerciale (p. 15 )
• Inflazione elevata a lungo, potrebbe iniziare a calare solo dall’estate (p. 16 )
• Si conferma modesta la crescita dei prestiti alle società non-finanziarie (p. 17 )
• Di nuovo afflussi sui depositi delle società non-finanziarie (p. 20 )

 


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Maggio 2022