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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Nelle settimane tra fine dicembre e inizio gennaio sono aumentati i rischi al ribasso sull’attività economica: la quasi-stagnazione del PIL potrebbe estendersi a inizio 2022.
Nelle settimane a cavallo d’anno, si sono materializzati due dei tre rischi al ribasso sull’attività economica che segnalavamo il mese scorso.
Innanzitutto, si è avuta una vistosa accelerazione della cosiddetta “quarta ondata pandemica”: la rapida diffusione della variante Omicron, assai più contagiosa delle precedenti, ha fatto salire a livelli ben superiori a quelli delle precedenti ondate il numero dei nuovi casi di COVID-19.
Le contro-misure sinora adottate dal Governo non configurano una limitazione generalizzata della mobilità paragonabile a quella decisa per contrastare le ondate precedenti; tuttavia, l’elevato numero di persone sottoposte a isolamento domiciliare, e più in generale la maggiore cautela nei comportamenti dei consumatori, hanno già riportato gli indici di mobilità verso esercizi commerciali e luoghi ricreativi su livelli (intorno al -20% rispetto alla norma) non più visti dal mese di aprile dello scorso anno.
In secondo luogo, è proseguita la netta accelerazione dell’inflazione, che a dicembre ha raggiunto il 3,9% sull’indice domestico e il 4,2% sulla misura armonizzata UE (soltanto nell’estate del 2008 si registrò un picco su ritmi più elevati): un ulteriore aumento è atteso a gennaio, quando l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha deliberato ulteriori consistenti rincari delle tariffe di energia elettrica e gas, dopo quelli già visti nella seconda metà dello scorso anno.
Le spinte inflattive giungono principalmente da due fattori: le persistenti difficoltà di approvvigionamento di materie prime e componenti e l’ulteriore rincaro dei costi energetici (confermato da oltre i due terzi delle imprese intervistate nella citata indagine Bankitalia).
Nel complesso l’industria, pur frenata da difficoltà di approvvigionamento e rincari energetici, sembra mantenere un tono espansivo, come visibile dall’ampio rimbalzo della produzione industriale a novembre e soprattutto dalle informazioni giunte dalle indagini di fiducia a dicembre.
Viceversa, i servizi non potranno non risentire del peggioramento del quadro sanitario e di conseguenza del vistoso rallentamento della mobilità visto nelle ultime settimane.
L’attività economica generale sembra essere rimasta su ritmi coerenti con un’espansione del PIL nei mesi di ottobre e novembre, ma successivamente, in relazione alla recrudescenza dei contagi, si è verificato un brusco rallentamento a dicembre e, con ogni probabilità, una contrazione dell’attività nel mese di gennaio.
La nostra previsione ufficiale è per una quasi-stagnazione del PIL nel 4° trimestre 2021 (0,3% t/t), seguita da una modesta riaccelerazione nel trimestre iniziale del nuovo anno (0,7%).
Tuttavia, appaiono in aumento i rischi che la sostanziale stagnazione dell’attività si estenda al 1° trimestre 2022.
In ogni caso, si stanno materializzando a, nostro avviso, dei rischi al ribasso sulla nostra previsione ufficiale di crescita del PIL nel 2022 (4,3%).

 

Tendenze del settore bancario italiano

A novembre la crescita dei prestiti alle società non-finanziarie è risultata pari a +0,4% a/a, da 0,6% e 0,7% dei due mesi precedenti, dopo una rapida frenata nel corso del 2021.
L’andamento risente della minore domanda di prestiti da parte delle imprese, in particolare di quelli con garanzia pubblica, che si riflette sulla frenata dei prestiti a medio-lungo.
Si conferma la crescita robusta dei prestiti alle famiglie, pari a +3,8% a/a a novembre, trainata da un ritmo del 4,8% dei prestiti per l’acquisto di abitazioni.
Secondo le anticipazioni ABI, a fine 2021 si è osservato un lieve recupero del ritmo dei prestiti complessivi al settore privato, a +1,6% a/a e +2,5% per l’aggregato più ristretto dei prestiti a famiglie e imprese (1,5% e 2,0% rispettivamente a novembre).
La crescita dei depositi ha rallentato anche a novembre, a +6,2% a/a.
Tuttavia, secondo le anticipazioni ABI, a fine 2021 si è registrato un rimbalzo col ritorno vicino al ritmo di ottobre.
La crescita resta trainata dai conti correnti, in aumento dell’8,7% a/a, anch’essi in fase di frenata.
Il rallentamento dei depositi ha determinato un’analoga decelerazione della crescita della raccolta complessiva da clientela, scesa a +4,9% a/a dal 5,7% dei due mesi precedenti.
Secondo le anticipazioni ABI, a dicembre la dinamica ha recuperato circa mezzo punto percentuale.

 


Indice dei contenuti

• Torna a deteriorarsi il quadro sanitario e macroeconomico (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 5 )
Produzione industriale più forte del previsto a novembre (p. 6 )
• Fiducia delle imprese manifatturiere in calo solo lieve, su livelli ancora espansivi (p. 7 )
• Le costruzioni restano il settore più dinamico (p. 8 )
• La nuova ondata pandemica inizia a pesare sui servizi (p. 9 )
• Consumi in rallentamento a cavallo d’anno (p. 10 )
• La domanda di lavoro è ancora in crescita (p. 11 )
• L’energia pesa sul saldo commerciale (p. 12 )
• Revisione al rialzo per le previsioni d’inflazione nel 2022 (p. 13 )
• Restano deboli i prestiti alle società non-finanziarie (p. 14 )
• Rallentano i conti correnti, ma non troppo (p. 17 )

 


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Gennaio 2022