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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Nelle ultime settimane sono in diminuzione i rischi sull’attività economica derivanti dall’ondata pandemica (che sembra aver superato il picco) e dalle strozzature all’offerta nell’industria; tuttavia, lo shock energetico non sembra ancora aver dispiegato pienamente i suoi effetti (che potrebbero essere esacerbati dalle tensioni tra Russia e Ucraina); l’impatto della risalita dei rendimenti sui titoli di Stato appare, almeno per ora, limitato.
Il 2022 è l’anno in cui entra nel vivo il PNRR: sarà richiesta un’intensa attività legislativa ed esecutiva di Governo e Parlamento per rispettare le 100 condizioni previste dal piano quest’anno.
Nel 4° trimestre 2021, il PIL italiano è cresciuto dello 0,6% t/t.
Si tratta di un significativo rallentamento rispetto ai due trimestri precedenti (2,7% nei mesi primaverili, 2,6% in estate), ma il dato è stato lievemente più forte delle aspettative di consenso (e delle nostre attese).
Soprattutto, anche per via di una revisione sui dati dei trimestri precedenti, l’anno 2021 ha fatto segnare un rimbalzo superiore alle attese, pari a 6,5% dopo il crollo vicino a -9% visto nel 2020.
A fine 2021, l’economia italiana resta inferiore di appena mezzo punto percentuale rispetto ai livelli pre-pandemici.
Tra le quattro principali economie dell’Eurozona, solo la Francia ha fatto meglio.
Pensiamo che i servizi siano stati la ragione principale del rallentamento rispetto ai trimestri centrali dell’anno (mentre il contributo dell’industria dovrebbe essere risultato vicino a quello dei mesi precedenti).
Dal lato della domanda, il comunicato-stampa dell’Istat riporta che c’è stato un apporto positivo della domanda interna (al lordo delle scorte), mentre il commercio estero ha frenato il PIL.
Dal lato della domanda domestica, pensiamo che gli investimenti delle imprese possano essere cresciuti a un ritmo più sostenuto dei consumi delle famiglie (frenati dalla minore spesa per servizi aggregativi, nonché da un iniziale impatto dello shock energetico).
In sintesi, il PIL nel 4° trimestre 2021 è stato meno debole delle attese.
In prospettiva, ci aspettiamo che il PIL possa rallentare ulteriormente nel 1° trimestre (attorno a 0,2% t/t), prima di riaccelerare, su ritmi di poco superiori al punto percentuale su base congiunturale, nei trimestri centrali dell’anno.
Viceversa, il rischio al ribasso sull’attività economica derivante dall’accelerazione dell’inflazione appare ben lungi dall’aver pienamente dispiegato i suoi effetti, e potrebbe anzi accentuarsi ulteriormente nelle prossime settimane in relazione agli sviluppi sul fronte della crisi tra Russia e Ucraina.
Un altro potenziale rischio per la crescita economica e la stabilità finanziaria è rappresentato dalla recente salita dei rendimenti sui titoli di Stato italiani (lo scorso 14 febbraio, il rendimento del BTP decennale ha sfiorato il 2%, e lo spread verso i Bund tedeschi si è avvicinato ai 170 punti-base).
La motivazione principale non è di ordine domestico (i mercati hanno infatti reagito positivamente, lunedì 31 gennaio, alla rielezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvenuta sabato 29 gennaio), ma appare connessa alle aspettative di inversione della strategia di politica monetaria della BCE, createsi dopo la riunione del Consiglio Direttivo del 3 febbraio.
In questo contesto, il 2022 sarà un anno cruciale per l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’esito della tormentata elezione del Capo dello Stato alla fine del mese scorso è stato accolto con favore dagli investitori proprio perché prospetta una conferma dell’attuale esecutivo, e limita i rischi di instabilità politica verosimilmente sino al termine della legislatura.
In tal senso, la coesione non solo della compagine di governo ma anche della maggioranza parlamentare appare cruciale per vincere le sfide attese nel 2022.
Dopo che nel 2021 sono state soddisfatte tutte le 51 condizioni incluse nel Piano, nel 2022 ne sono previste ben 100.
Di queste, 83 sono “traguardi (qualitativi) e 17 sono “obiettivi (quantitativi e misurabili).
La spesa per investimenti da avviare nel 2022 è pari a 27,5 miliardi, che porteranno la spesa complessiva realizzata entro fine anno a quasi 42 miliardi.

 

Tendenze del settore bancario italiano

A fine 2021 la crescita dei prestiti alle società non-finanziarie ha visto un moderato rimbalzo a +1,6% a/a dopo il rallentamento fino al +0,6% di novembre.
Il cambio di passo è avvenuto in concomitanza con un riavvio dei prestiti a breve termine che negli ultimi due mesi del 2021 hanno segnato flussi netti positivi e un tasso di variazione dello stock risalito rapidamente al -2% di dicembre, dal -20% di giugno.
Si conferma la crescita robusta dei prestiti per l’acquisto di abitazioni, del 4,7%, ai massimi da fine 2011.
Secondo le anticipazioni ABI, il 2022 si è aperto a un ritmo ancora moderato per i finanziamenti complessivi al settore privato, del +1,8% a/a, e del +1,9% per l’aggregato più ristretto dei prestiti a famiglie e imprese, dal +2,6% di dicembre 2021.
Anche i depositi bancari hanno registrato un moderato rimbalzo del tasso di crescita a fine 2021, risalito a 6,9% a/a.
Tuttavia, secondo le anticipazioni ABI, il rallentamento dovrebbe essere ripreso a inizio 2022.
La crescita resta trainata dai conti correnti, che a dicembre hanno segnato un nuovo record di afflusso, pari a 47,5 miliardi.
Il risultato eccezionale va ascritto ancora una volta ai conti correnti delle società non-finanziarie, ma anche quelli delle famiglie hanno visto un afflusso mensile molto rilevante.
Il rimbalzo dei depositi ha determinato un analogo recupero della crescita della raccolta complessiva da clientela che a fine 2021 è risalita al 5,7% già osservato a settembre e ottobre, dal +4,9% di novembre.
Secondo le anticipazioni ABI, a gennaio 2022 la dinamica ha rallentato sensibilmente, di 1,5 punti rispetto alla crescita di fine 2021.

 


Indice dei contenuti

• Il 2022 sarà un anno ancora denso di sfide (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 8 )
Produzione industriale debole a fine 2021, ma l’anno si chiude con +11,8% (p. 9 )
• Corregge il morale manifatturiero a gennaio, ma il quadro resta espansivo (p. 10 )
• Le costruzioni si confermano il settore più vivace (p. 11 )
• A gennaio la forte risalita dei contagi ha pesato sui servizi (p. 12 )
• Recrudescenza pandemica e rincari hanno frenato i consumi a inizio anno (p. 13 )
• La ripresa occupazione potrebbe frenare temporaneamente (p. 14 )
• Import più vivace dell’export, surplus commerciale in diminuzione (p. 15 )
• L’inflazione continua a sorprendere al rialzo (p. 16 )
• Mutui casa in crescita ai massimi da dieci anni (p. 17 )
• A fine 2021, ancora afflussi record sui conti correnti delle imprese (p. 21 )

 


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Febbraio 2022