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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo MameliAndrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Abbiamo rivisto al ribasso le stime di crescita per l’economia italiana, allo 0,7% per il biennio 2023-24, dall’1% atteso tre mesi fa.
Nella prima parte del 2024 peseranno ancora gli effetti della restrizione monetaria. Una maggiore capacità di spesa dei fondi NGEU appare cruciale per la riaccelerazione della crescita attesa dalla seconda metà del prossimo anno.
La ripresa post-pandemica in Italia sembra essersi interrotta a fine 2022, quando, al di là della volatilità su base congiunturale del PIL, è iniziata una fase di sostanziale stagnazione (la crescita media registrata tra il 4° trimestre 2022 e il 3° trimestre 2023 è pari a zero). Il 2023 è atteso chiudersi con un’espansione media dello 0,7%, più bassa dell’1% da noi stimato lo scorso settembre. A pesare è stato, da fine 2022, lo shock energetico e inflazionistico, su cui in una seconda fase si sono innestati gli effetti della restrizione monetaria e la minore generosità dei bonus edilizi.
Nel 2024 si dovrebbe assistere a una frenata dalla domanda domestica finale.
I consumi sono visti decelerare dall’1,5% di quest’anno a 0,9% l’anno prossimo, in quanto al parziale recupero di potere d’acquisto delle famiglie si accompagnerà una risalita del tasso di risparmio; una (moderata) riaccelerazione dei consumi è attesa solo nel 2025, a 1,3%.
Gli investimenti, dopo l’eccezionale recupero del biennio 2021-22, hanno visto una brusca frenata già quest’anno, stimiamo a 0,5%, per via del rialzo dei tassi e della stretta sui bonus edilizi: tali fattori potrebbero continuare a pesare anche nella prima metà del prossimo anno, causando un’ulteriore decelerazione su base annua a 0,2% nel 2024; una ripresa è attesa nel 2025, trainata soprattutto dall’accelerazione delle opere infrastrutturali finanziate dal PNRR.
Infine, nel 2024 ci aspettiamo un moderato recupero dei flussi commerciali con l’estero, atteso poi rafforzarsi nel 2025.
Il quadro occupazionale continua a essere un importante elemento di supporto dello scenario: l’Italia è entrata nello shock inflazionistico con un mercato del lavoro assai robusto, e più teso di quanto stimato, probabilmente con un eccesso di domanda (evidenziato dall’elevato tasso di posti vacanti). Nei mesi più recenti però anche su questo fronte si notano segnali meno positivi: il tasso dei senza-lavoro ha toccato un minimo a 7,5% lo scorso giugno.
Pensiamo che gli effetti della minore domanda di lavoro indotta dal recente rallentamento ciclico, possano indurre una ulteriore risalita della disoccupazione, all’8,2% in media nel 2024 dopo il 7,8% del 2023; il tasso dei senza-lavoro dovrebbe poi tornare a calare, sia pur marginalmente (all’8,1%), nel 2025.
Il processo disinflattivo continua, ed è anzi più rapido del previsto: pensiamo che il punto di minimo possa essere toccato a fine 2023, e che successivamente l’inflazione possa risalire per il venir meno degli effetti-base sull’energia, e per l’effetto dell’esaurirsi delle misure delle autorità contro il caro-prezzi: l’IPCA è visto a 2,7% a fine 2024 e a 1,5% a fine 2025.
Il deficit pubblico è atteso in calo al 5,3% del PIL quest’anno, dopo l’8% del 2022, per via della minore spesa sulle misure contro il caro-energia e sui bonus edilizi; nel nostro scenario, l’anno prossimo il disavanzo
dovrebbe scendere al 4,4% del PIL.
Stimiamo che il rapporto debito/PIL, dopo essere calato al 141% nel 2023, resti sostanzialmente invariato negli anni successivi.

 

Tendenze del settore bancario

Nei mesi autunnali i prestiti al settore privato hanno continuato a registrare un calo significativo che però ha smesso di peggiorare. Lo stock di prestiti a famiglie e imprese si è ridotto del 3,3% a/a a ottobre e del -3,4% a novembre secondo le stime ABI, dal -3,9% di settembre.
La flessione dei prestiti alle società non-finanziarie si è attenuata a ottobre, ma è rimasta marcata, del -5,5% dal minimo storico di -6,7% a settembre.
Per i prestiti alle famiglie, il calo si conferma moderato, pari a -1,1% a ottobre, con lo stock di mutui ancora marginalmente in crescita (+0,2%).
In termini di flussi, ottobre ha segnato un forte rallentamento del calo delle erogazioni per nuovi contratti di mutuo, pari soltanto a -6,8% a/a, dal -28,6% dei primi nove mesi del 2023.
Tale evoluzione risente di un effetto base, rispetto al forte calo iniziato un anno prima.
Inoltre, proseguendo nel trend emerso nel 3° trimestre, a ottobre le erogazioni a tasso fisso, incluse le rinegoziazioni, sono risultate in forte crescita, con un volume 2,4 volte superiore a quello dello stesso mese del 2022.
I depositi hanno segnato una riduzione del 5% a/a a ottobre che, sebbene più intensa del -3,5% di settembre, ha confermato un rallentamento del calo rispetto ai mesi estivi.
Lo stesso risulta per novembre secondo le anticipazioni ABI, che delineano una riduzione del -4,2%.
In parallelo, lo stock di titoli di debito in custodia continua ad aumentare, di ben 25 miliardi a ottobre e di 141 da inizio anno per le famiglie consumatrici.
Prosegue, inoltre, la forte ripresa delle obbligazioni bancarie, del 16,1% a ottobre, in linea con i tre mesi precedenti, e del +17,8% a novembre, secondo le stime ABI.
Perciò, la raccolta totale continua a segnare un calo più contenuto dei mesi estivi, del -2,8% a ottobre e -2,0% a novembre secondo le stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• Prima parte del 2024 ancora debole, accelerazione rimandata al 2025  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
Torna a calare la produzione industriale (p. 8 )
• Le indagini di fiducia nel manifatturiero ancora non segnalano una svolta (p. 9 )
• Costruzioni e mercato immobiliare in contrazione anche nel 2024 (p. 10 )
• Servizi più deboli del previsto in estate, fiacchi anche tra fine 2023 e inizio 2024 (p. 11 )
• Il morale dei consumatori sta iniziando a beneficiare del calo dell’inflazione (p. 12 )
• Comincia a risalire la disoccupazione, gli occupati toccano un nuovo record (p. 13 )
• Export in ripresa verso i Paesi extra-UE ma in contrazione verso la UE (p. 14 )
• L’inflazione potrebbe essere vicina a un punto di minimo (p. 15 )
• Si attenua la riduzione dei flussi di prestiti alle famiglie per nuovi contratti di mutuo (p. 16 )
• Calo dei depositi più moderato dei mesi estivi e forte aumento delle obbligazioni (p. 19 )

 


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Dicembre 2023