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La Bussola dell’Economia Italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il DEF approvato dal Governo italiano ha rivisto lievemente al ribasso le stime di crescita del PIL, con effetti limitati sull’indebitamento tendenziale.
Gli obiettivi programmatici per gli anni dal 2025 in poi saranno però definiti entro settembre in ottemperanza al nuovo quadro regolatorio UE.
Il rapporto debito/PIL, come ampiamente previsto, risale a partire da quest’anno, ma i numeri su tutto l’orizzonte previsivo sono inferiori a quelli attesi alla vigilia (nonché a quelli previsti dalla NADEF di settembre).
Le principali novità rispetto al precedente quadro di finanza pubblica (contenuto nella NADEF di fine settembre 2023) sono le seguenti:
– il nuovo quadro macroeconomico di riferimento contiene una revisione al ribasso delle stime sulla crescita del PIL, da 1,2% a 1% per l’anno in corso e da 1,4% a 1,2% per l’anno prossimo; viceversa, la proiezione per il 2026 è stata rivista marginalmente al rialzo da 1% a 1,1%, e il PIL è visto poi allo 0,9% nel 2027;
il profilo atteso del deficit è stato confermato in linea con il precedente obiettivo per l’anno in corso, al -4,3% del PIL, ed è stato alzato di un decimo per i due anni successivi, a -3,7% nel 2025 e -3% nel 2026; il disavanzo è visto poi ridursi ulteriormente al -2,2% nel 2027;
– la revisione al ribasso delle stime di crescita ha avuto impatti molto limitati sull’indebitamento tendenziale per via di una significativa revisione al ribasso delle stime sulla spesa per interessi: in effetti, il saldo primario, rispetto alle stime della NADEF, è peggiorato di due decimi quest’anno e di quasi mezzo punto nel 2025-26;
il profilo del rapporto debito/PIL è spostato verso il basso rispetto alle stime precedenti per effetto della revisione del PIL nominale comunicata da Istat a marzo, ma il debito è visto in risalita di mezzo punto percentuale quest’anno, al 137,8% del PIL, e di circa un punto all’anno nel biennio successivo (138,9% nel 2025 e 139,8% nel 2026); il debito riprenderebbe a calare solo dal 2027, al 139,6%;
– le stime sul fabbisogno del settore statale vedono una revisione al rialzo di quasi un punto di PIL all’anno rispetto ai numeri della NADEF, con un picco al 7,1% del PIL quest’anno e un livello medio di 150 miliardi nel biennio 2024-25.

 

Tendenze del settore bancario

Anche il quadro di febbraio non ha fornito spunti particolari sulla dinamica dei prestiti, che continuano a essere in diminuzione, condizionati dal calo di domanda.
L’aggregato dei prestiti a famiglie e imprese ha proseguito il 2024 nel segno della debolezza, riportando una riduzione del -2,5% a febbraio e del -2,6% a marzo secondo le anticipazioni ABI, lo stesso dato di gennaio.
In dettaglio, i prestiti alle società non-finanziarie hanno registrato un calo del -3,8% a/a, in linea con il -4,0% di gennaio.
I prestiti alle famiglie hanno continuato nella lenta riduzione al ritmo annuo costante di -1,3% nei tre mesi da dicembre a febbraio.
Lo stock di mutui è rimasto in stallo.
Le erogazioni di nuovi mutui hanno confermato un calo a due cifre (-14,6%), ma meno intenso rispetto al 2023.
I flussi di mutui a tasso fisso, incluse le rinegoziazioni, sono rimasti in forte crescita, del 24% a/a, sebbene il ritmo sia più contenuto rispetto ai sette mesi precedenti.
Il primo trimestre 2024 ha segnato il miglioramento del trend dei depositi e della raccolta complessiva da clientela.
Febbraio ha visto un ulteriore rallentamento del calo dei depositi, proseguito a marzo secondo le anticipazioni ABI (-1,2% e -0,3% rispettivamente).
Il miglioramento è particolarmente evidente nei depositi delle società non-finanziarie che a febbraio, con il +3,8% a/a, hanno confermato il ritorno alla crescita emerso a inizio anno.
Accanto a ciò, è proseguita la robusta dinamica delle obbligazioni bancarie, con un aumento dello stock del 18% circa a febbraio e marzo.
Pertanto, la raccolta totale da clientela risulta tornata in crescita, del +0,9% a febbraio dal +0,5% di gennaio, seguiti da un +1,7% a marzo secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• Il DEF “leggero” conferma (per ora) gli obiettivi sul deficit, debito in risalita  (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
Produzione industriale quasi ferma a febbraio dopo il calo di gennaio (p. 7 )
• Segnali più incoraggianti dalle indagini di fiducia nel manifatturiero (p. 8 )
• Costruzioni ancora supportate dal completamento dei lavori legati ai bonus (p. 9 )
• È in corso una riaccelerazione dell’attività nei servizi (p. 10 )
• I consumatori restano cauti, ma il potere d’acquisto è in ripresa (p. 11 )
• In moderata risalita il tasso di disoccupazione (p. 12 )
• Le esportazioni nette stanno contribuendo positivamente alla crescita del PIL (p. 13 )
• In lieve risalita l’inflazione, ma ancora su livelli inferiori alla media Eurozona (p. 14 )
• I prestiti continuano a ridursi al ritmo dei mesi precedenti (p. 15 )
• Depositi delle società non-finanziarie di nuovo in aumento da inizio 2024 (p. 18 )

 


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Aprile 2024