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La Bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Andrea Volpi


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Grazie all’andamento migliore del previsto dei tendenziali di finanza pubblica, il Governo ha potuto confermare i precedenti target sul deficit, pur prevedendo un pacchetto di ulteriori misure contro il caro-energia da 9,5 miliardi (atteso entro fine mese).
Il Governo ha approvato mercoledì 6 aprile in serata il DEF 2022, che delinea le nuove proiezioni e i nuovi obiettivi di finanza pubblica sull’orizzonte 2023-25.
Le principali novità rispetto al precedente quadro di finanza pubblica (contenuto nella NADEF di fine settembre 2021) sono le seguenti:
sono state riviste al ribasso le stime di crescita del PIL (nel quadro programmatico) a 3,1% nel 2022, 2,4% nel 2023 e 1,8% nel 2024 (da 4,7%, 2,8% e 1,9%, rispettivamente, dello scorso settembre); il PIL è visto a 1,5% nell’ultimo anno dell’orizzonte di previsione (2025);
– tuttavia, il meno favorevole scenario di crescita non si è tradotto in un peggioramento del quadro di finanza pubblica: il deficit in assenza di nuovi interventi governativi viaggia ora verso il 5,1% del PIL, contro un target di 5,6% stimato sei mesi fa (dopo che il consuntivo 2021 si era attestato a 7,2% contro il 9,4% atteso nella NADEF di fine settembre);
– di conseguenza, si è creato uno spazio per interventi fiscali espansivi, pur in un contesto di conferma dei precedenti target dell’indebitamento: in effetti, il Governo ha scelto di confermare il precedente profilo di rapporto deficit/PIL per tutto l’orizzonte;
– i nuovi interventi espansivi sul 2022 saranno dettagliati in un decreto entro aprile, e valgono 9,5 miliardi, di cui 4,5 miliardi per prorogare le misure contenute nel “DL bollette” e 5 miliardi per nuovi interventi per il contenimento dei prezzi energetici, la copertura dei maggiori costi delle opere pubbliche, l’aumento dei fondi per le garanzie sul credito e altre misure per le aziende e per l’assistenza dei profughi ucraini;
– in questo contesto, complice anche l’aumento del deflatore del PIL, tutto il profilo del rapporto debito/PIL è spostato verso il basso rispetto alle attese di sei mesi fa: il debito è visto ora in calo al 147% del PIL quest’anno, al 145,2% nel 2023 e al 143,4% nel 2024 (e a 141,4% nel 2025).

 

Tendenze del settore bancario italiano

Da alcuni mesi i prestiti alle società non-finanziarie registrano una crescita modesta, che oscilla attorno all’1%, attestandosi a 1,2% a/a a febbraio.
All’interno dell’aggregato, è proseguita la ripresa dei prestiti a breve termine, tornati in crescita a febbraio, del 3% a/a.
Al contrario, i prestiti a mediolungo si sono ridotti dell’1,1%.
Continua la dinamica robusta dello stock di prestiti per l’acquisto di abitazioni, del 4,8%, a febbraio, ma i flussi di nuovi contratti di mutuo hanno confermato il rallentamento della crescita.
Le anticipazioni ABI riferite a marzo mostrano un aumento dei prestiti complessivi a famiglie e imprese del +2,6%, leggermente migliore rispetto al 2,4% di febbraio.
I depositi bancari hanno continuato a rallentare fino a febbraio, quando il tasso di variazione si è portato a +4,2% a/a.
Tuttavia, secondo le anticipazioni ABI, a marzo, con un aumento dello stock di circa 11 miliardi m/m, il tasso di crescita è tornato a salire, portandosi verso il 5% a/a.
L’andamento resta dettato dai conti correnti il cui ritmo è sceso a 6,3% a/a a febbraio a causa della frenata dei conti delle imprese, con un tasso di crescita del 5,1% a/a più che dimezzato rispetto a fine 2021.
Un andamento più regolare si conferma per i conti correnti delle famiglie, in aumento del 7,3% a/a.
Il rallentamento dei depositi ha contribuito ad alimentare una decelerazione del tasso di crescita della raccolta complessiva da clientela, sceso a 3,2% a/a.
Secondo le anticipazioni ABI, a marzo la dinamica è risalita a 3,8% a/a.

 


Indice dei contenuti

• Un DEF prudente e senza grandi sorprese (p. 2 )
Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
Rimbalza la produzione industriale a febbraio… (p. 7 )
• …ma gli effetti del conflitto iniziano a farsi sentire sul morale manifatturiero (p. 8 )
• La domanda di costruzioni resta positiva ma la crisi accentua i limiti all’offerta (p. 9 )
• Servizi più resilienti ma non immuni allo shock (p. 10 )
• Cala ancora la fiducia delle famiglie, e rallentano i consumi (p. 11 )
• Tornano a crescere gli occupati ma il conflitto potrebbe frenare le assunzioni (p. 12 )
• I rincari peseranno sulla competitività internazionale delle imprese (p. 13 )
• Inflazione sui massimi da oltre 30 anni (p. 14 )
• Crescita modesta per i prestiti alle società non finanziarie (p. 15 )
• Depositi in rallentamento fino a febbraio, riprendono slancio a marzo (p. 18 )

 


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Aprile 2022