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Italia: tiene la fiducia delle famiglie, arretra quella delle imprese

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a cura di Paolo Mameli


ABSTRACT

In Italia, a dicembre, la fiducia dei consumatori è salita a sorpresa, sia pur marginalmente, mentre il morale delle imprese è calato, soprattutto nei servizi.
La fiducia delle famiglie è salita a 117,7 da 117,5 precedente, grazie a un maggiore ottimismo in merito alla situazione economica personale e alle condizioni correnti, mentre le indicazioni sul clima economico generale, e le aspettative per il futuro, sono calate.
I consumatori si mostrano più fiduciosi sulla situazione attuale del Paese, sul bilancio famigliare e sulle opportunità attuali di acquisto di beni durevoli, ma sono meno ottimisti circa le prospettive economiche dell’Italia e le opportunità sia attuali che future di risparmio.
Inoltre, l’inflazione percepita dai consumatori è salita ulteriormente, a un nuovo massimo, e quella attesa per i prossimi 12 mesi è calata solo marginalmente.
Infine, i timori sulla disoccupazione sono tornati ad aumentare, sia pure moderatamente, dopo quattro mesi di calo.
Viceversa, l’indice composito di fiducia delle imprese è diminuito a 113,1 da 114,8 di novembre (rivisto da 115 della prima stima). È un minimo dallo scorso giugno.
Il calo è dovuto ai servizi (110,2 da 111,3: terzo calo consecutivo, che porta l’indice ai minimi da 6 mesi) e, in minor misura, al manifatturiero, mentre il morale delle aziende è migliorato nel commercio al dettaglio (a 107,4 da 106,8) ed è tornato molto vicino ai massimi dal 2000 nelle costruzioni (a 159,1 da 157,4).
Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è scesa a 115,2 da 115,9, quasi azzerando i progressi del mese scorso.
La diminuzione è spiegata da un calo delle aspettative su ordini e produzione, nonché da un processo di ricostituzione delle scorte (il saldo relativo ai magazzini è tornato in territorio positivo per la prima volta dallo scorso aprile).
Le attese sul clima economico generale sono calate significativamente (da 21,8 a 14,2).
Viceversa, le indicazioni su ordini e produzione correnti hanno continuato a migliorare, toccando nuovi massimi, così come le intenzioni di assunzione.
Tuttavia, le indagini non sembrano aver incorporato appieno il peggioramento della situazione sanitaria emerso negli ultimi giorni, e la possibilità che il Governo introduca nuove misure restrittive per frenare i contagi.
Questi sviluppi potrebbero pesare sulla tornata di indagini di gennaio.
A nostro avviso, l’economia è già entrata in una fase di rallentamento, dopo il balzo visto nei trimestri centrali dell’anno, essendo svanito l’“effetto riapertureche aveva sostenuto il PIL nei mesi primaverili ed estivi, e visti gli ultimi sviluppi della situazione sanitaria.
Pensiamo in ogni caso che possa trattarsi di una pausa all’interno di un trend di ripresa, e che il PIL possa riaccelerare nei trimestri centrali del prossimo anno, per attestarsi a 4,3% a/a in media nel 2022.

 


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