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Area euro: ESI stabile a maggio ma il calo delle aspettative segnala rischi al ribasso

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a cura di Andrea Volpi


ABSTRACT

A maggio l’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea si è stabilizzato a 105 da un precedente 104,9 (rivisto al ribasso di un decimo), su livelli superiori alla media di lungo periodo e coerenti con un ritmo di crescita congiunturale ancora positivo nel 2° trimestre.
Su base settoriale si conferma il quadro di maggior debolezza per l’industria (6,3 da 7,7), in calo per il terzo mese e sui minimi da marzo 2021 rimanendo comunque ancora al di sopra della media storica.
Lo spaccato dell’indagine industriale conferma quanto già emerso dai PMI della scorsa settimana che avevano segnalato un deterioramento delle condizioni di domanda: l’indice relativo agli ordinativi registra infatti il più ampio calo da 2 anni.
Corregge anche l’indicatore sull’attività produttiva, sui minimi dall’autunno del 2020.
Sostanzialmente stabile la fiducia nelle costruzioni (7,2 da 7) e nel commercio al dettaglio (-4 da -3,9) mentre migliora per il secondo mese nei servizi (14 da 13,6) dove però si registra una flessione delle aspettative con il differenziale tra la domanda attesa e quella corrente che ritorna in territorio negativo per la prima volta dalla scorsa estate e sui minimi dal 2020.
Se il terziario continua a beneficiare del rimbalzo post-pandemico dell’attività, la spinta delle riaperture e del minor rischio sanitario si sta progressivamente e fisiologicamente facendo meno forte e la presenza di forti pressioni inflattive pongono dubbi circa la tenuta della domanda.
Le aspettative sui prezzi correggono leggermente in quasi tutti i settori (salgono marginalmente nel commercio al dettaglio) ma non si discostano in maniera significativa dai massimi storici toccati in aprile confermando un quadro di pressioni inflattive robuste e diffuse. Restano invece favorevoli le attese sull’occupazione.
In sintesi, le indagini della Commissione Europea si uniscono ai PMI e alle indagini nazionali nel mostrare segnali di tenuta della ripresa in Eurozona nel 2° trimestre ma la correzione delle aspettative nei servizi conferma la presenza di rischi verso il basso (soprattutto per quanto riguarda l’effetto dei maggiori prezzi sulla domanda) che limitano le prospettive di riaccelerazione del ciclo almeno nel breve termine.
Dopo lo 0,3% t/t registrato a inizio anno le nostre stime puntano verso una crescita allo 0,2% t/t nel trimestre in corso e al 2,8% in media nel 2022.

 


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