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La BCE conferma che porterà i tassi almeno a zero entro fine settembre

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a cura di Luca Mezzomo


ABSTRACT

Un post attribuito dalla BCE alla presidente Lagarde mostra che il consiglio ha raggiunto un consenso interno a favore dell’uscita dall’area di tassi negativi entro la fine del terzo trimestre.
Nessuna sorpresa per i mercati, che già scontavano più di questo.
Riguardo ai passi successivi, lo scenario di base è quello di graduale convergenza al tasso neutrale; ma se le aspettative si destabilizzassero, se ci fosse uno shock di domanda positivo o, infine, una riduzione permanente della capacità produttiva, allora la BCE si muoverebbe con rapidità.
La BCE ha pubblicato ieri un lungo e importante post della presidente Lagarde sulla normalizzazione della politica monetaria.
La BCE afferma che alzare i tassi di interesse è necessario a causa dello spostamento verso l’alto delle prospettive di inflazione.
Perciò, gli acquisti netti si concluderanno “molto presto nel terzo trimestre”, in modo da consentire di alzare i tassi alla riunione di luglio e di “abbandonare i tassi negativi entro la fine del terzo trimestre”.
Molto presto” significa sostanzialmente che l’APP chiude i battenti alla fine del prossimo mese, o al massimo qualche giorno dopo.
La seconda implicazione è che il consiglio ha già raggiunto un’intesa per alzare i tassi ufficiali di (almeno) 50pb fra luglio e settembre.
Per quanto riguarda il percorso successivo, “il ritmo e l’estensione dell’aggiustamento non può essere definito in anticipo.
* La BCE propende per una correzione graduale della politica monetaria, ritenuta più adatta in condizioni di incertezza: se l’inflazione si stabilizza al 2% nel medio termine, i tassi convergeranno gradualmente al “tasso neutrale”.
* Allo stesso tempo, però, la BCE non esclude la possibilità di muoversi rapidamente in tre circostanze:
(1) segnali che le aspettative di inflazione stanno diventando eccessive,
(2) segnali di una perdita permanente di capacità produttiva,
(3) shock di domanda positivo.
Per ora, la BCE non si sbilancia neppure riguardo alla possibilità di dispiegare il quantitative tightening a supporto della restrizione monetaria operata con i tassi, dichiarando che quest’ultima sarà inizialmente lo strumento primario di intervento.
Poiché il documento non esclude a rigore la possibilità che i tassi diventino positivi entro settembre, i mercati non hanno ridimensionato le aspettative: una mossa di 50pb a luglio continua a essere scontata quasi al 50%, così come un rialzo di 75pb complessivi entro settembre.
La nostra aspettativa è che i tassi siano alzati 3 volte entro fine anno, sempre di 25pb.
Propendiamo per l’ipotesi che sarà sufficiente portare il DFR a 1,50-1,75%, grazie alla concomitanza con la stretta monetaria Fed, al rallentamento globale e agli effetti ritardati dello shock energetico.

 


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