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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Nelle ultime settimane, sono migliorate le prospettive per il rifinanziamento del debito e la stabilità finanziaria. Il rischio domestico si è quindi ridotto, ma restano in piedi le incognite legate al commercio internazionale, che potrebbero protrarre la fase di sostanziale stagnazione dell’economia fino all’inverno.
La produzione industriale è calata nuovamente a luglio, di -0,7% m/m, dopo il -0,3% m/m registrato a giugno (rivisto al ribasso di un decimo). Il dato è stato peggiore delle attese. La tendenza annua è rimasta in territorio negativo per il quinto mese consecutivo (come accaduto in 10 degli ultimi 12 mesi), pur migliorando lievemente a -0,7% da -1,2% precedente (sui dati corretti per gli effetti di calendario).
Sia il fatturato che gli ordini industriali sono calati per il secondo mese a luglio, sia su base congiunturale che tendenziale. In sintesi, la nuova flessione di fatturato e ordini, analoga a quella registrata nello stesso mese da produzione industriale ed export, conferma che il settore industriale, particolarmente esposto al commercio internazionale, resta in una fase moderatamente recessiva.
Dopo il calo di inizio anno, il fatturato nei servizi è tornato ad aumentare nel 2° trimestre (+0,3% t/t, +0,4% a/a). Trainanti nel trimestre soprattutto il trasporto e magazzinaggio (+0,9%) e le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+0,8%), mentre si registra un calo per i servizi di informazione e comunicazione (-1%) e i servizi di alloggio e ristorazione (-0,2%).
Dopo il robusto incremento di inizio anno, nel 2° trimestre gli investimenti in costruzioni di contabilità nazionale sono diminuiti sia nel settore delle abitazioni (-0,3% t/t), sia in quello dei fabbricati non residenziali e altre opere (-0,5% t/t). Il livello della fiducia dei costruttori, pur in calo ad agosto (da 142,8 a 140,4), resta coerente con una tendenza positiva per la produzione nel settore. Nel frattempo, prosegue la ripresa delle transazioni sul mercato secondario.
Le vendite al dettaglio sono tornate a calare a luglio, di -0,5% m/m in valore e -0,7% m/m in volume. La variazione tendenziale è comunque salita a +2,6% da +1,3% precedente (in valore).
Si conferma la maggiore vivacità della grande distribuzione rispetto alle imprese operanti su piccole superfici (+3,3% vs +0,9% a/a), in particolare dei discount di alimentari (+7,2% a/a); accelera il commercio elettronico (+23,2% a/a).
I dati sul mercato del lavoro relativi al 2° trimestre mostrano, come già desumibile dai dati provvisori mensili, un sensibile aumento degli occupati nel trimestre (+0,6% t/t), a fronte di una crescita contenuta delle forze di lavoro (+0,1% t/t), spiegata anche dal fatto che, dopo due trimestri di calo, sono tornati ad aumentare gli inattivi. In sintesi, le condizioni sul mercato del lavoro restano espansive, anche se tale tendenza è a rischio se dovesse protrarsi la tendenza alla stagnazione dell’attività economica.
A luglio, le esportazioni sono tornate a calare (-2,3% m/m, minimo da un anno), in presenza di una correzione di entità più modesta per le importazioni (-0,5% m/m). Di conseguenza, il saldo in termini destagionalizzati è sceso a 4,4 mld dai 5,2 di giugno (che peraltro rappresentava un massimo storico). Su base annua, l’export è però tornato in territorio positivo (a +6,2% da -3,5% precedente); viceversa l’import (a -2,3% da +1%). Il dato conferma che il commercio estero, dopo la moderata ripresa dei mesi scorsi, sta tornando a decelerare, spinto al ribasso soprattutto dalla domanda proveniente da alcuni Paesi emergenti (Cina e OPEC in primis).
Ad agosto, i prezzi al consumo (in base all’indice NIC) sono saliti di 0,4% sia su base congiunturale che tendenziale (lo 0,4% a/a è invariato rispetto al mese di luglio). L’indice armonizzato è invece rimato stabile sul mese ed è salito a 0,5% sull’anno, in aumento rispetto allo 0,3% del mese precedente. Nel frattempo, i prezzi alla produzione segnalano spinte deflazionistiche a monte della catena produttiva, specie nell’energia.

 

Tendenze del settore bancario italiano

I mesi estivi hanno portato una ventata di riduzioni dei tassi bancari che ha riguardato soprattutto le condizioni praticate sui nuovi prestiti, mentre dal lato della raccolta si è registrata una discesa della remunerazione dei depositi a tempo. In dettaglio, a luglio il tasso medio sulle erogazioni alle società non-finanziarie è risultato pari a 1,37%, 10pb in meno rispetto a inizio anno. Il tasso scenderebbe ad agosto a un livello mai visto di 1,25%, secondo le stime ABI.
Anche per i tassi sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, l’andamento è in netto calo. In due mesi il tasso medio ha perso 16pb scendendo al minimo storico di 1,69%, trainato dal tasso fisso, ridottosi a 1,84%, un livello mai visto in precedenza. Interessante è anche l’evoluzione dei tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita, che a luglio hanno invertito il trend di ripresa. In particolare, dopo nove mesi di aumenti consecutivi, a luglio i tassi corrisposti alle famiglie sulle durate superiori a 1 anno si sono ridotti di 18pb m/m, a 1,16%. Le dinamiche ribassiste si riflettono anche sui tassi degli stock, sebbene questi siano più vischiosi.
Nei mesi estivi i prestiti alle società non finanziarie si sono confermati leggermente in calo, come emerso da inizio anno (-0,4% a/a a luglio). Al contempo, la crescita dello stock di prestiti alle famiglie è rimasta solida, pari a +2,5% a/a a luglio, benché lievemente più moderata rispetto ai primi mesi dell’anno. Per i mutui, è proseguito il calo delle erogazioni, risultato di una marcata contrazione delle rinegoziazioni accompagnata da una flessione significativa anche dei nuovi contratti. Analogamente, si è osservata una riduzione notevole dei mutui a tasso fisso e meno marcata di quelli a tasso variabile. Nel complesso, l’aumento dello stock di prestiti al settore privato è risultato pari a +0,8% a/a a luglio. Con una crescita stimata pari a +0,9% a/a per agosto le anticipazioni ABI delineano una conferma del trend.
A luglio la dinamica già robusta dei conti correnti ha accelerato a +6,7% a/a, dal 4,5% di giugno. Diversamente, nei mesi estivi sono emersi segni di indebolimento dei flussi verso i depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie, che comunque sono rimasti in crescita in termini di stock, di riflesso agli afflussi precedenti. I depositi totali, pertanto, hanno visto un rafforzamento del ritmo di sviluppo a +5,1% a/a, dal 3,5% medio dei 2° trimestre, che dovrebbe essere migliorato ulteriormente ad agosto, secondo le anticipazioni ABI. Inoltre, per le obbligazioni è proseguito il calo via via più moderato. Questi trend contribuiscono al rafforzamento della crescita della raccolta complessiva da clientela, pari a +4% a/a a luglio, dopo il 2% medio del 2° trimestre, in graduale ripresa dallo 0,2% di fine 2018. Il rafforzamento della dinamica sarebbe proseguito ad agosto, sulla base delle stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• Qualcosa è cambiato (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 8 )
• Ancora in calo la produzione industriale (p. 9 )
• Prosegue la flessione anche per ordini, fatturato e fiducia (p. 10 )
• La moderata crescita nei servizi compensa la debolezza dell’industria (p. 11 )
 Anche le costruzioni si sono fermate (dopo il buon inizio d’anno) (p. 12 )
• I consumi restano in crescita, sia pur moderata (p. 13 )
• Mercato del lavoro ancora in espansione (p. 14 )
• Corregge il commercio estero (p. 15 )
• L’inflazione potrebbe aver superato il minimo, ma la risalita sarà lenta (p. 16 )
• La tendenza dei tassi bancari è tornata generalmente in discesa (p. 17 )
• Prestiti alle imprese ancora in calo, sebbene contenuto (p. 21 )
• Accelera la crescita dei depositi in conto corrente (p. 24 )

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Settembre 2019