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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il 3° trimestre ha visto una marginale crescita del PIL italiano, in linea con quella registrata nell’ultimo anno, mentre era attesa una stagnazione. A nostro avviso, sarà importante verificare il ruolo svolto dalle scorte, che potrebbe essere stato decisivo. In ogni caso, il 2019 dovrebbe chiudere con una crescita a consuntivo in linea con quella ad oggi “acquisita” (0,2%), ovvero lievemente migliore delle nostre precedenti attese. Anche per il 2020, i rischi al ribasso sulla crescita appaiono oggi inferiori rispetto a qualche settimana fa.
Le Previsioni Economiche d’Autunno della Commissione Europea confermano che il 2020 sarà il secondo anno di moderata espansione fiscale nell’Eurozona, che è più accentuata nei Paesi con “spazio fiscale” (Germania e Olanda), ma riguarda anche le economie ad alto debito (Italia, Francia e Belgio).
L’Italia è tra gli 8 Paesi che evidenziano una deviazione significativa dalle regole del Patto di Stabilità e Crescita, ma la Commissione non ha bocciato la Legge di Bilancio né chiesto misure immediate, sostanzialmente rinviando il giudizio alla prossima primavera.
La produzione industriale è calata come atteso a settembre. L’output è diminuito di -0,4% m/m, ovvero esattamente nella stessa misura rispetto all’incremento del mese precedente.
Il dato non è però uniformemente negativo, perché: 1) Il dettaglio dei principali raggruppamenti di industrie mostra un incremento sia dei beni di consumo (in particolare non durevoli) che dei beni capitali; 2) Lo spaccato per settore di attività economica mostra che la contrazione nel mese è dovuta alle attività estrattive e alla fornitura di energia.
A ottobre, l’indagine Istat di fiducia delle imprese manifatturiere ha fatto segnare un incoraggiante recupero. Si tratta del primo aumento negli ultimi 5 mesi. In prospettiva, il punto di minimo del ciclo per il settore manifatturiero potrebbe essere alle spalle.
Dopo il balzo di inizio anno e la correzione dei mesi primaverili, in estate le costruzioni dovrebbero aver dato un contributo positivo al valore aggiunto. A ottobre, però, l’indice sul morale delle aziende delle costruzioni diffuso dall’Istat è calato in controtendenza con gli altri comparti.
I servizi dovrebbero aver dato un contributo ancora lievemente positivo al valore aggiunto nel 3° trimestre dell’anno. A ottobre, l’indagine Istat di fiducia delle imprese dei servizi ha mostrato un aumento più marcato.
Il morale dei consumatori è tornato a calare a ottobre: le famiglie sono lievemente più preoccupate in merito alla situazione occupazionale. Le vendite al dettaglio sono però tornate ad aumentare a settembre.
Dopo le sorprese positive dei mesi scorsi, che avevano visto un deciso calo della disoccupazione sino ad agosto, i dati occupazionali hanno fatto registrare indicazioni meno positive a settembre, ma l’evoluzione recente riporta la dinamica occupazionale su ritmi più coerenti con la fase di (debole) crescita economica. Le prospettive per il mercato del lavoro rimangono incerte.
I dati di settembre sul commercio estero mostrano una crescita per il secondo mese delle esportazioni, a fronte di importazioni poco variate: nel mese, la salita dell’export è dovuta ai Paesi extra-UE, che registrano anche un incremento dell’import. Tra i principali comparti, sono trainanti i farmaceutici, gli alimentari e la pelletteria.
In sintesi, il commercio estero è stato debole (ed ha frenato il PIL) per la media del 3° trimestre, ma i dati di settembre confermano i segnali di ripresa.
L’inflazione è risultata pari a 0,2% a/a ad ottobre: l’inflazione di fondo (sull’indice domestico) è salita di un decimo, a 0,7% a/a. L’indice FOI al nettodei tabacchi è calato di un decimo, a zero.
I prezzi alla produzione sono tornati ad aumentare su base congiunturale a settembre, ma su base annua, il PPI è calato ulteriormente(a -1,7%).

 

Tendenze del settore bancario italiano

Anche a settembre il tasso medio sullo stock di depositi bancari è risultato invariato, mentre ulteriori riduzioni sono state registrate dal tasso offerto sui nuovi depositi a tempo delle famiglie con durata superiore a 1 anno.
Per quanto riguarda il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese si è registrata una stabilità sul minimo di 1,26%.
Con riguardo alle condizioni sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, a settembre si è registrata una forte riduzione, col tasso medio sui flussi lordi mensili sceso di ben 26pb m/m al minimo storico di 1,44%.
Inoltre, a ottobre, le anticipazioni ABI danno un’ulteriore riduzione a 1,40%. Il forte taglio di settembre è stato determinato dal tasso fisso, ridottosi di 36pb m/m a 1,46%, nuovo minimo di sempre.
A settembre è proseguito il calo dei prestiti alle società non-finanziarie, pari a -1% a/a.
Per i prestiti alle famiglie, la crescita dello stock è rimasta robusta, del +2,4% a/a. Quanto ai prestiti per acquisto abitazioni, si è registrata una forte ripresa dei flussi lordi mensili, del +6,4% a/a, da un calo del -10% a/a in media negli otto mesi precedenti. Tale dinamica è dovuta alle rinegoziazioni, tornate in crescita, addirittura del 77% a/a.
Pertanto, si è registrata una ripresa dei flussi di mutui a tasso fisso.
Ciò è coerente con il riavvio della domanda. Infatti, dopo una riduzione del numero di richieste di mutui del -8,9% da gennaio ad agosto, a settembre è emerso un aumento delle richieste dell’1% a/a seguito da un +18,4% a ottobre.
Nel complesso, a settembre lo stock di prestiti al settore privato è rimasto leggermente in crescita, dello 0,5%. Tuttavia, per ottobre le anticipazioni ABI danno un ulteriore indebolimento a +0,1% a/a.
La dinamica dei conti correnti è risultata più moderata a settembre, pari a +5,3% a/a, dopo il rimbalzo di agosto a +8,3%, ma comunque superiore alla media del 1° semestre.
Di conseguenza, anche la crescita del complesso dei depositi è stata più contenuta sebbene sempre robusta, pari a +4% a/a, e vista ritrovare slancio a ottobre secondo le anticipazioni ABI.
La principale novità riguarda l’andamento delle obbligazioni che continua a migliorare e dovrebbe vedere l’arresto della lunga fase di contrazione dello stock secondo le anticipazioni ABI per ottobre.
Infatti, le emissioni nette sono state positive anche a settembre, dopo quanto già registrato a giugno e luglio. Questi trend continuano a sostenere la crescita della raccolta complessiva da clientela, più moderata a settembre a +3,5% a/a dopo il +5,1% di agosto, ma di nuovo in linea col mese estivo a ottobre, secondo le stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• Sorpresa sul PIL: eppur si muove (p. 2 )
• Il rischio di procedura europea per debito eccessivo è scongiurato (almeno per ora) (p. 3 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
• Industria: torna a calare la produzione… (p. 8 )
• …ma indicazioni meno negative vengono da fiducia, fatturato e ordini (p. 9 )
 Segnali non univoci giungono dalle costruzioni (p. 10 )
• La (modesta) espansione nei servizi compensa la debolezza nell’industria (p. 11 )
• I consumi restano in crescita, sia pur moderata (p. 12 )
• Torna ad aumentare la disoccupazione, retribuzioni sostanzialmente ferme (p. 13 )
• Primi timidi segnali di ripresa del commercio estero (p. 14 )
• L’inflazione è ai minimi da tre anni, la risalita sarà molto lenta (p. 15 )
• Forte calo del tasso fisso sui mutui alle famiglie (p. 16 )
• In ripresa le rinegoziazioni di mutui residenziali (p. 20 )
• Per le obbligazioni bancarie, emissioni nette positive anche a settembre (p. 23 )

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Novembre 2019