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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il COVID-19 rappresenta un forte fattore di freno per l’attività economica (non solo in Italia ma anche in molti Paesi destinatari delle nostre esportazioni).
La nostra stima è che al momento l’economia stia viaggiando ad una velocità pari a poco più del 60% di quella “standard”: a questi ritmi, ogni settimana aggiuntiva di “quarantena nella forma attuale costerebbe circa 13 miliardi, ovvero lo 0,7% del PIL.
Un più ampio intervento di politica fiscale, finalizzato a fronteggiare l’emergenza sanitaria e a sostenere famiglie e imprese, si configurerebbe come un possibile game changer, favorendo un pronto recupero dell’attività economica una volta che sia venuto meno lo shock dal lato dell’offerta.
Strumenti di condivisione del debito europei finalizzati agli interventi necessari per l’emergenza economica e sanitaria sarebbero di grande aiuto e attutirebbero l’impatto sulla finanza pubblica italiana.
I settori più colpiti, nell’arco di tutto il periodo considerato, sono evidentemente i più legati al turismo (“alloggio eristorazione” e trasporto passeggeri) e quelli che per primi hanno subito le chiusure disposte dal Governo, ovvero tutto il comparto delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento.
Il DPCM del 22 marzo ha inoltre disposto la chiusura di numerose altre attività, tra cui circa il 63% delle attività nelle costruzioni e il 68% nel manifatturiero (nelle nostre ipotesi, abbiamo aggiunto a queste percentuali uno shock aggiuntivo, probabilmente conservativo, derivante dal calo della domanda).
L’impatto sul commercio all’ingrosso e al dettaglio è nella fase attuale pari a circa il 75%: la chiusura riguarda oltre l’80% delle attività.
In ogni caso, le misure restrittive dovrebbero essere ritirate nel corso del secondo trimestre (difficile immaginare che si possa andare oltre), dal che consegue un rimbalzo già nella seconda metà dell’anno, che imposta il PIL per un recupero nel 2021, quasi speculare alla caduta stimata per quest’anno. Peraltro, la ripresa sarebbe quasi piena solo in termini di tassi di crescita, perché il livello medio del PIL nel 2021 resterebbe inferiore a quello pre-shock.
Lo scorso 16 marzo, il Governo ha approvato il decreto “CuraItalia”, contenente misure a sostegno di famiglie e imprese per contrastare gli effetti sull’economia dell’emergenza coronavirus.
Gli interventi determinano effetti pari a 24,8 miliardi sul saldo netto da finanziare (20 miliardi sull’indebitamento netto – tutti sul 2020, con impatto trascurabile sul 2021-22).
Tuttavia, gli interventi decisi sinora potranno verosimilmente solo attenuare l’ampio calo del PIL che si profila per quest’anno: l’impatto del decreto “Cura Italia” sulla crescita potrebbe essere dell’ordine di mezzo punto di PIL.
Le principali misure sono le seguenti:
• Finanziamento aggiuntivo del sistema sanitario
• Sostegno all’occupazione e al reddito
• Immissione di liquidità nel sistema del credito
• Sospensione senza limiti di fatturato dei versamenti, per i settori più colpiti
• Sostegno aggiuntivo ai settori economici più colpiti

 

Tendenze del settore bancario italiano

Il 2020 si è aperto con andamenti misti per i tassi bancari.
Il tasso medio sullo stock di depositi è rimasto stabile ma, tra le componenti, si segnala il lieve calo del tasso sui conti correnti.
All’opposto, si è registrato un ulteriore aumento dei tassi sui nuovi depositi a tempo delle famiglie con durata finoa 1 anno, mentre notevole è stato il calo del tasso su quelli delle imprese, sceso al minimo storico.
E’ proseguita la riduzione del tasso medio sulle obbligazioni, che continua a trainare la discesa del costo complessivo della raccolta da clientela.
Quanto ai nuovi prestiti, il tasso medio sulle erogazioni alle imprese è tornato a ridursi, trainato dal tasso sui prestiti di maggiore importo, tornato al minimo di agosto-settembre 2019.
A febbraio, il tasso medio avrebbe recuperato, secondo le anticipazioni ABI.
Stabili nel complesso i tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie, sull’1,44%, per poi scendere a 1,35% afebbraio, secondo le stime ABI.
A gennaio i prestiti alle società non-finanziarie sono risultati in calo dell’1% a/a, anche se meno accentuato rispetto all’ultimo trimestre 2019. All’opposto, è proseguita la crescita dei prestiti alle famiglie, del+2,5% a/a.
In particolare, si è avuta conferma della forte ripresa dei flussi lordi mensili di prestiti per acquisto abitazioni, con una dinamica a due cifre, del +56,1% a/a a gennaio.
Del resto, a gennaio e febbraio le richieste rilevate da CRIF hanno replicato l’impennata dei 3 mesi precedenti.
Diversamente, il credito al consumo ha mostrato segni di rallentamento a gennaio e le richieste di prestiti finalizzati rilevate da CRIF sono risultate in calo a febbraio.
Nel complesso, a inizio 2020 lo stock di prestiti al settore privato è cresciutoleggermente, del +0,6% a/a, seguito da un +0,4% a febbraio, secondo le stime ABI.
In questo contesto si innesta lo shock di domanda causato dall’emergenza sanitaria, che potrebbe avereun impatto negativo sulle dinamiche creditizie, presumibilmente già a marzo ma soprattutto nel 2° trimestre.
Il 2020 si è aperto con conti correnti ancora in forte crescita, del 6,9% a/a.
Ciò sostiene la dinamica dei depositi da clientela, pari a +5,3% a/a a gennaio e vista in rafforzamento a febbraio, secondo le stime ABI.
Diversamente, per le obbligazioni le rilevazioni di inizio 2020 e le anticipazioni ABI relative a febbraio confermano il ritorno in calo dello stock.
Grazie alla robusta dinamica dei depositi, la raccolta complessiva da clientela ha mantenutoil ritmo di fine 2019, crescendo del 4,3% a/a a gennaio.
A febbraio la dinamica si sarebbe rafforzata, secondo le anticipazioni ABI, sulla scia di quella dei depositi. Anche per i prossimi mesi, ci aspettiamo una crescita robusta dei depositi da clientela, sostenuta dai conti correnti, che continueranno a riflettere un’accentuata preferenza per la liquidità, in un contesto di forte incertezza e di avversione al rischio da parte dei risparmiatori.

 


Indice dei contenuti

• L’economia in quarantena (p. 2 )
• Rimbalza più del previsto la produzione industrialea gennaio (p. 8 )
• Segnali positivi dall’industria (nel mondo pre-COVID19) (p. 9 )
• Ottimo inizio d’anno per le costruzioni, colpite poi anch’esse dalle misure anti-virus (p. 10 )
I servizi erano in espansionesino a qualche mese fa, ora sono l’epicentro della crisi (p. 11 )
Segnali positivi per i consumi (prima degli effetti del COVID-19) (p. 12 )
• La contrazione dell’attività economica non potrà non avere impatto sul mercato del lavoro (p. 13 )
• Nuova, e più pesante,battuta d’arresto per il commercio estero (p. 14 )
• L’inflazione potrebbe in territorio negativo nei prossimi mesi (p. 15 )
• Tornati ai minimi i tassi sui prestiti oltre 1 milione alle imprese (p. 16 )
• Il 2020 si è aperto con prestiti alle imprese ancora in calo (p. 20 )
• La preferenza per la liquidità alimenta i conti correnti (p. 23 )

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Marzo 2020