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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Rivediamo al ribasso le stime di crescita del PIL italiano nel 2019-20, a 0,2% da 0,6% per l’anno in corso e a 0,7% da 1% per l’anno prossimo.
Ci aspettiamo una sostanziale stagnazione degli investimenti nel biennio. Anche dopo la revisione, i rischi sono verso il basso, il principale dei quali è connesso alle difficili scelte che dovranno essere effettuate nella prossima sessione di bilancio: il Governo dovrà navigare in acque agitate, tra lo Scilla dell’eccesso di austerity e il Cariddi delle tensioni finanziarie in caso di indisciplina fiscale (ma i nodi dovrebbero venire al pettine non prima del prossimo autunno).
Il 2019 sarà un anno di sostanziale stagnazione per l’economia italiana, dopo 4 anni di espansione. Il profilo congiunturale del PIL potrebbe tuttavia vedere un graduale miglioramento nel corso dell’anno. I motivi del graduale miglioramento su base congiunturale sarebbero sostanzialmente due, uno esogeno e uno domestico:
1) una possibile ripresa del commercio internazionale
2) gli effetti sui consumi del “reddito di cittadinanza
Viceversa, diversi fattori stanno pesando, e continueranno a pesare nel breve termine, sul morale e sulla spesa in conto capitale delle imprese.
I rischi sullo scenario, anche dopo la recente revisione, restano verso il basso. I fattori di rischio sono ancora una volta due, uno di natura esogena e uno domestico:
I. l’eventuale mancato rientro dei fattori di incertezza di carattere internazionale
II. il principale fattore di rischio domestico resta quello di natura politica
Lo scenario di politica fiscale resta infatti cruciale con riferimento sia agli effetti sul ciclo economico che alle eventuali ripercussioni sui mercati finanziari.
La produzione industriale è balzata a sorpresa di +1,7% m/m a gennaio. È il primo aumento dopo 4 mesi di calo. La tendenza annua dell’output, sia pure in recupero, resta in territorio negativo. Tornano a crescere a gennaio fatturato e ordini industriali (+3,1% e +1,8% m/m, rispettivamente), ma nel frattempo, le indagini di fiducia nel manifatturiero hanno continuato a peggiorare.
Le indagini nei servizi sono più incoraggianti che nell’industria, e sono coerenti con un possibile contribuito del settore al valore aggiunto di 0,1% t/t nel 1° trimestre 2019.
A febbraio, le costruzioni sono state il settore che ha registrato il calo più marcato della fiducia delle imprese secondo l’indagine Istat.
Le vendite al dettaglio hanno mostrato un recupero a gennaio, crescendo di +0,5% m/m (+0,6% m/m in volume) dopo il calo di -0,6 m/m registrato a dicembre. Il recupero nel mese è dovuto agli alimentari.
Il tasso di disoccupazione nel 4° trimestre 2018 è salito a 10,6% da 10,3% precedente. Gli occupati sono calati per il secondo trimestre consecutivo in un contesto di espansione delle forze di lavoro grazie al calo degli inattivi.
I dati di gennaio sul commercio estero hanno evidenziato un recupero per le esportazioni (+2,5% dopo il -2,1% m/m di dicembre) a fronte di un calo per le importazioni (-4,1% dopo il +1,7% m/m precedente).
L’inflazione è salita all’1% a/a a febbraio secondo l’indice nazionale e a 1,1% in base all’armonizzato. Nel mese, sull’indice nazionale, le maggiori pressioni al rialzo sono venute, per il secondo mese consecutivo, dagli alimentari (+0,4% m/m, per via soprattutto dei vegetali freschi).

 

Tendenze del settore bancario italiano

Il tasso medio sullo stock di depositi ha aperto il 2019 all’insegna della stabilità, a 0,36% a gennaio come anche a febbraio secondo le stime ABI.
Diversamente, i tassi sui nuovi depositi a tempo delle famiglie a gennaio hanno registrato aumenti per il 4° mese consecutivo.
Grazie anche alla stabilità del tasso sullo stock di obbligazioni, il costo complessivo della raccolta da clientela è rimasto invariato, ed è visto in lieve calo a febbraio sulla base delle stime ABI.
Quanto ai tassi sui prestiti, il 2019 si è aperto con aumenti per i tassi sui nuovi finanziamenti di importo inferiore a 1 milione alle società non finanziarie, come anche sui mutui residenziali alle famiglie, sia a tasso fisso, sia a tasso variabile.
A inizio 2019 lo stock di prestiti alle società non finanziarie è tornato in calo e i flussi lordi mensili sono risultati in forte riduzione, soprattutto quelli oltre 1 milione.
La dinamica dello stock di prestiti alle famiglie è rimasta solida, ancorché leggermente rallentata a +2,6% come a fine 2018. Anche per le erogazioni di mutui gennaio è stato un mese negativo.
Inoltre, le indicazioni provenienti dalla domanda sono ugualmente sfavorevoli. Infatti, per febbraio le rilevazioni di CRIF segnalano un notevole calo delle richieste di nuovi mutui e surroghe, pari a -7,8% a/a dopo quello già rilevante di gennaio. Ciò fa prospettare risultati ancora negativi per le erogazioni.
Nel complesso, a gennaio la crescita dello stock di prestiti al settore privato è rallentata a +1% a/a e le stime ABI per febbraio confermano il trend più debole, con una variazione dell’1,1%.
Il 2019 si è aperto con un leggero rallentamento dei conti correnti, dovuto alla brusca frenata di quelli delle società non-finanziarie che hanno registrato un deflusso netto mensile molto marcato, pari a -20,1 miliardi, con un tasso di variazione annuo sceso in negativo.
Diversamente, i conti correnti delle famiglie risultano ancora saldamente in crescita. In parallelo si osservano primi cenni di recupero dei depositi con durata prestabilita, con flussi netti mensili positivi. Un miglioramento interessa anche le obbligazioni, che vedono un calo più moderato. Nel complesso, la raccolta da clientela si è confermata leggermente in crescita sia a gennaio, sia a febbraio, secondo le stime ABI.

 

 


Indice dei contenuti

• Tra Scilla e Cariddi (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 9 )
• Balzo della produzione industriale a gennaio (p. 10 )
• In recupero anche fatturato e ordini nell’industria (ma resta in calo la fiducia) (p. 11 )
• Le indagini nei servizi sono più incoraggianti che nell’industria (p. 12)
 Indicazioni miste nelle costruzioni (p. 13 )
• Dati contrastanti sui consumi (p. 14 )
• In aumento i rischi sul mercato del lavoro (p. 15 )
• Anche l’export rimbalza a gennaio (p. 16 )
• Risale l’inflazione a febbraio, spinta dagli alimentari (p. 17 )
• Ancora in aumento i tassi sui nuovi depositi a tempo (p. 18 )
• Prestiti alle società non finanziarie di nuovo in calo (p. 21 )
• Primi segni di flussi positivi verso i depositi con durata prestabilita (p. 23 )

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Marzo 2019