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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

La buona notizia sulla finanza pubblica non è che la Commissione non abbia proposto l’apertura di una procedura di infrazione, ma che il deficit 2019 sia stato riportato al 2%, in parte a causa di fattori strutturali.
Inoltre, il crollo dei differenziali di tasso, anche se non è tutto dovuto all’annuncio della Commissione, dimostra che la prudenza sui conti può produrre benefici aggiuntivi sul fronte della spesa per interessi, liberando spazio fiscale.
Una lezione che, si spera, sarà applicata nella definizione della manovra 2020, che rimane un grosso scoglio da superare.
Con un comunicato dello scorso 3 luglio, la Commissione UE ha deciso di non proporre al Consiglio l’apertura di una EDP basata sul criterio del debito per l’Italia.
Secondo la Commissione, l’aggiustamento di 7,6 miliardi presentato dal Governo italiano vale lo 0,4% di PIL in termini nominali. Pertanto, il pacchetto consente di abbassare il deficit 2019 dal 2,5% previsto dalla Commissione nelle Previsioni Economiche di Primavera.
In pratica, la Commissione ha riconosciuto gli sforzi del Governo italiano, che aveva approvato lo scorso 1° luglio il cosiddetto “assestamento di bilancio”.
Per il 2020, la Commissione prende atto delle rassicurazioni del Governo italiano, che in una lettera inviata il 2 luglio a Bruxelles ha ribadito l’impegno a implementare un ulteriore sforzo strutturale in linea con le regole del Patto di Stabilità e Crescita.
In teoria, secondo le ultime raccomandazioni-Paese, la richiesta all’Italia per il 2020 è di ridurre il disavanzo strutturale di 0,6%, e la spesa pubblica primaria netta dello 0,1% del PIL.
Insomma, la partita più importante è tutta da giocare, e sarà quella relativa alla Legge di Bilancio 2020.
La produzione industriale è aumentata di +0,9% m/m a maggio. La tendenza annua è rimasta in territorio negativo, ma è migliorata.
Tornano a crescere a maggio fatturato e ordini industriali (+1,6% e +1,5% m/m, rispettivamente), dopo il calo di aprile. Nel frattempo, le indagini di fiducia nel manifatturiero non danno ancora segnali di stabile espansione: in sintesi, l’andamento degli indici di fiducia segnala rischi sulla ripresa dell’attività economica.
Il fatturato nei servizi è diminuito di -0,2% t/t nel 1° trimestre, per un calo tendenziale di -0,5% a/a. I servizi nell’ultimo anno hanno frenato il PIL, avendo registrato una flessione del valore aggiunto in media di -0,1% a trimestre.
La produzione nelle costruzioni è risultata poco variata a maggio. In ogni caso, il livello della fiducia dei costruttori è coerente con il prosieguo della tendenza espansiva nel settore.
Nel 1° trimestre, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato di ben +0,9% t/t, ma non si traduce in maggiori consumi. In sintesi, pensiamo che i consumi anche nei prossimi trimestri possano mantenere un ritmo di crescita moderato.
Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa a maggio, al 9,9%: il calo è dovuto interamente all’aumento degli occupati. In sintesi, i dati attenuano le preoccupazioni circa una possibile svolta in senso negativo del mercato del lavoro.
A maggio, i flussi commerciali sono cresciuti su base congiunturale per il terzo mese consecutivo. A differenza che nei due mesi precedenti, è risultato più dinamico l’export rispetto all’import. In sintesi, il commercio estero è in una fase di moderata ripresa, anche se nel trimestre primaverile il contributo al PIL potrebbe essere negativo.
L’inflazione è risultata pari a 0,7% a/a sull’indice nazionale e a 0,8% a/a sull’indice armonizzato a giugno, in calo di un decimo rispetto al mese precedente. Nel mese i prezzi sono saliti di un decimo su entrambi gli indici.

 

Tendenze del settore bancario italiano

A maggio, il costo dello stock di raccolta da clientela ha segnato un piccolo rimbalzo che però è dovuto a un aumento improvviso del tasso sui depositi delle famiglie rimborsabili con preavviso, una categoria che include le forme di raccolta postale della Cassa Depositi e Prestiti.
Più significativa è la continua risalita dei tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita offerti alle famiglie sulle durate più lunghe, che mostrano un’impennata.
Per i tassi sui nuovi prestiti, il quadro si caratterizza tra la stabilità e il ribasso. A maggio il tasso medio sulle erogazioni alle società non-finanziarie è tornato a segnare un calo, che ha annullato quasi del tutto l’aumento di aprile, mentre il tasso medio sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è risultato stabile.
Per giugno, le stime ABI vedono un calo significativo sia del tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese, sia di quello sulle erogazioni per acquisto abitazioni.
A maggio è proseguito il calo dei prestiti alle società non finanziarie mentre la crescita dello stock di prestiti alle famiglie si è confermata solida, pari a +2,6% a/a per il sesto mese consecutivo.
Per i mutui, si è osservato un forte calo delle erogazioni, risultato di una marcata contrazione delle rinegoziazioni accompagnata da una flessione significativa anche dei nuovi contratti. Analogamente, si è osservata una riduzione notevole sia dei mutui a tasso fisso sia di quelli a tasso variabile.
Nel complesso, l’aumento dello stock di prestiti al settore privato è risultato pari a +1,0% a/a, poco diverso dai mesi precedenti (+0,8% ad aprile e +1% la media dei primi 4 mesi dell’anno).
Con una crescita pari a +0,5% a/a per giugno le anticipazioni ABI delineano un ulteriore indebolimento del trend.
Prosegue la dinamica robusta dei conti correnti, anche se più moderata rispetto al 2018.
Al contempo, continua la crescita dei depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie che a maggio hanno registrato un flusso netto positivo per il 9° mese consecutivo. I depositi totali hanno quindi mantenuto il ritmo di sviluppo del 3,5% a/a già visto ad aprile, che dovrebbe essere sostanzialmente confermato anche a giugno secondo le anticipazioni ABI.
Inoltre, per le obbligazioni è proseguito il calo via via più moderato. Questo trend contribuisce al miglioramento della crescita della raccolta complessiva da clientela (pari a +1,9% a/a a maggio, dopo il +1,8% di aprile), in graduale ripresa dallo 0,2% di fine 2018. Il rafforzamento della dinamica sarebbe confermato per giugno, sulla base delle stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• Finanza pubblica: pericolo scampato (per ora) (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
• Rimbalza la produzione industriale a maggio (p. 7 )
• Tornano a crescere ordini e fatturato, ma la fiducia è in calo (p. 8 )
• I servizi restano in una fase di sostanziale stagnazione (p. 9 )
 Le costruzioni mantengono una tendenza espansiva, ma in rallentamento (p. 10 )
• Rimane moderata la tendenza per i consumi delle famiglie (p. 11 )
• Disoccupazione in calo sotto il 10%, per la prima volta dal 2012 (p. 12 )
• Commercio estero in moderata ripresa (p. 13 )
• L’inflazione mantiene un trend di calo (p. 14 )
• Tassi sui nuovi prestiti stabili o al più in ribasso, esauriti i rialzi (p. 15 )
• Forte calo delle erogazioni di prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni (p. 19 )
• Si rafforza la crescita dei depositi a tempo delle società non-finanziarie (p. 22 )

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Luglio 2019