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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Rivediamo al ribasso la stima sulla crescita del PIL italiano nel 2020, da 0,7% a 0,5%. I rischi vengono da una possibile escalation della guerra commerciale, ma soprattutto dall’evoluzione del quadro politico e fiscale domestico.
Dopo un inizio d’anno incoraggiante, l’attività economica in Italia dovrebbe risultare più fiacca nei mesi primaverili (nella migliore delle ipotesi stagnante). Per il 2019, manteniamo per ora la previsione di una crescita del PIL di 0,2%, con rischi al ribasso dell’ordine di uno-due decimi, specie se il dato sul 2° trimestre dovesse risultare negativo e se il trimestre estivo non dovesse vedere una significativa riaccelerazione.
Confermiamo una sostanziale stagnazione degli investimenti nel biennio in corso. Rivediamo invece al ribasso la stima sui consumi, che ora stimiamo crescere nel 2020 allo stesso ritmo (moderato) dell’anno in corso (0,5%).
L’export netto potrebbe anche l’anno prossimo sostenere la crescita, anche se il contributo sarà inferiore rispetto a quello di quest’anno: vediamo un rallentamento dell’export (da 2,7% a 2,3%), a fronte di un’accelerazione per l’import (da 1,1% a 2,3%).
Il principale rischio esogeno deriva dalle persistenti tensioni commerciali su scala mondiale, con la possibilità di una nuova escalation sul fronte dei dazi anche verso la UE.
Abbiamo simulato due possibili scenari nel modello Oxford Economics Forecasting: un primo scenario prevede che le misure restrittive riguardino solo il fronte USA-Cina; il secondo scenario prevede invece che la guerra commerciale si allarghi. Il risultato è che l’impatto del primo scenario sulla crescita del PIL italiano è relativamente modesto (inferiore al decimo di punto percentuale per tutto il triennio), mentre l’effetto negativo del secondo scenario è più tangibile.
Il maggiore rischio che ancora incombe sullo scenario congiunturale resta però quello squisitamente domestico, legato all’evoluzione della politica fiscale.
Un primo scoglio è rappresentato dal rischio di avvio ufficiale di una procedura d’infrazione europea per debito eccessivo. In ogni caso, anche se il Governo riuscisse a superare questo primo scoglio, i nodi verrebbero comunque al pettine nella prossima sessione di bilancio. Due sono gli scenari più probabili, a nostro avviso:
(1) la Lega, forte del recente risultato elettorale, detta l’agenda di governo;
(2) il risultato potrebbe essere una crisi di Governo con elezioni anticipate.
In entrambi gli scenari delineati c’è il rischio concreto di un ritorno di momenti di tensione sui mercati finanziari.
In aprile la produzione industriale è diminuita del -0,7% m/m e di -1,5% a/a. In sintesi, l’industria dovrebbe tornare a dare un contribuito negativo al valore aggiunto nel trimestre corrente, il che peserà sull’attività economica nel suo complesso.
Ad aprile, oltre che la produzione industriale, anche i dati degli ordinativi hanno registrato un netto calo (-2,4% m/m e -1,4% 3m/3m), con una flessione più pesante per la domanda estera (-4,1% m/m) che per quella interna (-1,0%).
Nel frattempo, le indagini di fiducia nel manifatturiero hanno mostrato segnali di lieve schiarita.
Il fatturato nei servizi è diminuito di 0,2% t/t nel 1° trimestre, per un calo tendenziale di -0,5% a/a (prima variazione negativa dal 2014). I servizi nell’ultimo anno hanno frenato il PIL, avendo registrato una flessione del valore aggiunto in media di -0,1% a trimestre.
Le costruzioni sono state il principale motore di crescita dell’economia nel 1° trimestre, con un aumento del valore aggiunto di +2,4% t/t e +4,3% a/a. Al di là della variabilità su base congiunturale, condizionata come detto dai fattori climatici, la tendenza di medio periodo del settore resta positiva, vista l’ottima impostazione del morale delle imprese nel settore.
La fiducia dei consumatori è tornata a salire a maggio: il miglioramento dipende da una valutazione meno pessimistica della situazione economica generale del Paese, ma in sostanza le indicazioni dell’indagine sono miste e non univocamente positive.
In aprile, gli occupati totali sono invariati su base congiunturale e in aumento di 0,2% a/a. In crescita di 5 mila unità i disoccupati, variazione interamente spiegata dall’incremento della popolazione attiva, determinata dalle donne e concentrata tra i 15-24enni: il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 10,2%.
Esportazioni e importazioni sono cresciute rispettivamente di 0,3% m/m e 0,9% m/m in aprile. Entrambi i flussi sono tornati a crescere su base annua (dopo la stagnazione di marzo), a 5,8% e 6,7% rispettivamente. In sintesi, il commercio estero è in una fase di moderata ripresa.
I prezzi al consumo sono risultati invariati su base mensile in maggio, e hanno registrato una variazione tendenziale di 0,8% a/a, in diminuzione da 1,1% ad aprile: al netto degli energetici e degli alimentari freschi, l’inflazione è calata di due decimi di punto, da 0,6% a 0,4%.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Ad aprile il costo medio dello stock di raccolta da clientela è rimasto stabile, nonostante sia emerso un aumento del tasso sullo stock di obbligazioni.
Inoltre, si è confermata la ripresa dei tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita offerti alle famiglie sulle durate più lunghe, mentre quelli alle imprese si sono ridotti.
Dal lato dei tassi sui nuovi prestiti, sono ripresi i movimenti al rialzo, sebbene non diffusi. Ad aprile il tasso medio sulle erogazioni alle società non-finanziarie è risultato di nuovo in aumento, trainato dal rialzo di quello sulle erogazioni di maggior importo mentre il tasso sui prestiti fino a 1 milione è rimasto invariato.
Stabile è risultato anche il tasso sui mutui a tasso variabile, mentre il tasso fisso è salito.
Per maggio, le stime ABI vedono una stabilità sui livelli di aprile del tasso sui nuovi prestiti alle imprese e un lieve calo di quello sulle erogazioni alle famiglie per acquisto abitazioni.
Aprile non ha portato novità dal lato dell’andamento dei prestiti bancari.
E’ proseguito il calo di quelli alle imprese, analogo a quanto visto a marzo. La crescita dello stock di prestiti alle famiglie si è confermata solida, pari a +2,6% a/a per il quinto mese consecutivo.
Per i mutui, le erogazioni sono tornate in calo, risultato di andamenti negativi sia per le rinegoziazioni sia per i nuovi contratti.
Allo stesso modo, sono risultati in calo sia i mutui a tasso fisso come anche quelli a tasso variabile.
Nel complesso, l’aumento dello stock di prestiti al settore privato è sceso a +0,8% a/a, il più basso da settembre 2017. Con una crescita stimata pari a 1,1% a/a per maggio, le anticipazioni ABI delineano la prosecuzione del ritmo rallentato rispetto al 2018.
Prosegue la crescita robusta dei conti correnti, anche se più moderata rispetto al 2018 per effetto della frenata di quelli delle società non-finanziarie.
Al contempo, continua il recupero dei depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie che hanno registrato un flusso netto positivo per l’8° mese consecutivo. I depositi totali sono quindi rimasti in crescita, passando dal 3,3% di marzo al 3,5% a/a di aprile, un ritmo che dovrebbe essere proseguito anche a maggio, secondo le anticipazioni ABI.
Inoltre, le obbligazioni hanno confermato il calo più moderato.
Questo trend contribuisce a sostenere la crescita della raccolta complessiva da clientela, pari a +1,8% a/a ad aprile, dopo il +1,7% di marzo, in graduale ripresa dallo 0,2% di fine 2018. Il rafforzamento della dinamica sarebbe confermato per maggio, sulla base delle stime ABI.

 


Indice dei contenuti

Prevalgono i rischi al ribasso, più domestici che esogeni (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
L’industria torna a frenare l’attività economica (p. 8 )
In lieve recupero la fiducia delle imprese manifatturiere (p. 9 )
I servizi sono in una fase di sostanziale stagnazione (p. 10 )
Prosegue la ripresa nelle costruzioni (p. 11 )
I consumi mantengono un ritmo di crescita moderato (p. 12 )
Disoccupazione stabile, ma la creazione di posti di lavoro perde slancio (p. 13 )
Commercio estero in moderata ripresa (p. 14 )
Inflazione in calo, almeno sino all’estate (p. 15 )
Ancora in aumento i tassi sulle scadenze più lunghe dei depositi a tempo delle famiglie (p. 16 )
Prosegue il ritmo rallentato dei prestiti al settore privato (p. 20 )
Crescita robusta dei conti correnti e flussi positivi verso i depositi a tempo (p. 23 )

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Giugno 2019