Seguci su twitter

Categorie

La bussola dell’economia italiana

LEGGI il documento completo

a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il ridursi dei rischi sul commercio mondiale derivanti dalle guerre tariffarie e da Brexit è coerente con un graduale miglioramento dell’attività economicanel corso del 2020 (dopo una possibile stagnazione a fine 2019).
I dati usciti nelle settimane a cavallo d’anno sono stati complessivamente migliori del previsto, mostrando: un miglioramento delle indagini di fiducia elaborate dall’Istat a dicembre; un tentativo di stabilizzazione dai dati “reali” sull’industria; un ulteriore miglioramento dell’occupazione e del reddito delle famiglie.
Nel complesso, i miglioramenti appaiono legati soprattutto al ridursi dell’incertezza sul commercio mondiale che aveva caratterizzato la gran parte del 2019.
In tal senso, in assenza di nuovi shock, si potrebbe vedere nei prossimi mesi un graduale miglioramento dell’attività economicanei principali Paesi dell’Eurozona, Italia compresa.
La produzione industriale è tornata ad aumentare a novembre, anche se di appena +0,1% m/m, dopo i cali registrati nei due mesi precedenti. Il dettaglio è in qualche modo incoraggiante; la produzione manifatturiera (al netto della fornitura di energia e dell’attività estrattiva) ha registrato un aumento più significativo rispetto all’indice generale. Su base annua, spicca l’accelerazione di due comparti: computer ed elettronica e legno, carta e stampa.
A dicembre, secondo l’indagine Istat, la fiducia delle imprese nel settore manifatturiero è migliorata solo marginalmente, mentre il fatturato industriale a novembre è risultato poco variato sia sul mese che sull’anno.
La produzione nelle costruzioni ha subito un brusco calo a novembre (il più marcato da quasi due anni), dopo sei mesi di sostanziale stazionarietà, ed è imputabile all’elevatapiovosità che ha caratterizzato il mese. Tuttavia il livello della fiducia dei costruttori resta più che espansivo e anzi è salito in misura decisa a dicembre.
A dicembre, l’indagine Istat di fiducia delle imprese dei servizi è salita in misura decisa, un massimo da oltre un anno. L’incremento dell’indice riflette una dinamica positiva di tutte le principali componenti.
A dicembre, il morale dei consumatori ha mostrato un miglioramento di tutte le principali componenti (in particolare del clima economico nazionale); le famiglie hanno manifestato anche minori timori occupazionali. Le vendite al dettaglio sono però calate per il secondo mese a novembre. In ogni caso, la ripresa della fiducia dei consumatori, nonché la buona dinamica del reddito disponibile delle famiglie suggeriscono chei consumi possanomantenere un’intonazione moderatamente espansiva nel corso del 2020.
La disoccupazione è risultata stabile al 9,7% a novembre: i dettagli sono tutto sommato incoraggianti, in quanto mostrano un aumento del numero di occupati (nuovo massimo storico da quando sono disponibili le serie (1977)) e del tasso di occupazione. La creazione di posti di lavoro ha riguardato la fascia di età 25-34 anni, gli ultracinquantenni e principalmente le donne. Un altro aspetto positivo è la diminuzione del numero di inattivi.
I dati di novembre sul commercio estero mostrano una correzione per le esportazioni a fronte di una stabilità per le importazioni. Entrambi i flussi risultano in calo su base annua. Il comparto più brillante su base annua è il farmaceutico, mentre il quadro per Paese è variegato: i maggiori apporti negativi vengono da Stati Uniti, Spagna, Germania, Regno Unito e Cina.
L’inflazione è salita a 0,5%a/a a dicembre, da 0,2% di novembre, per un aumento dei prezzi di due decimi su base congiunturale su entrambi gli indici. Le pressioni al rialzo, in gran parte di natura stagionale, sono venute dalle spese per il tempo libero e dai trasporti. I prezzi alla produzione sono invece calati a novembre.

 

Tendenze del settore bancario italiano

A novembre i tassi sui conti correnti e quello medio sullo stock di depositi sono rimasti invariati. Il costo complessivo della raccolta da clientela si è ridotto lievemente grazie al calo del tasso sullo stock di obbligazioni. Per quanto riguarda le condizioni sui nuovi prestiti, i tassi sulle erogazioni alle imprese hanno registrato ritocchi verso il basso, che sarebbero proseguiti a dicembre secondo le anticipazioni ABI.
Anche il tasso variabile sulle erogazioni di mutui alle famiglie si è ridotto, di ben 11pb m/m al nuovo minimo storico di 1,27%. All’opposto, il tasso fisso sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è aggiustato verso l’alto,a 1,48% dal minimo storico di 1,40% raggiunto a ottobre, trainando un leggero aumento del tasso medio sulle erogazioni di mutui che sarebbe proseguito a dicembre, secondo le anticipazioni ABI.
A novembre l’andamento dei prestiti alle società non-finanziarie si è indebolito ulteriormente, segnando una flessione dell’1,9% a/a. il peggioramento è diffuso tra i settori di attività, con i prestiti all’industria manifatturiera in calo per il 2° mese consecutivo.
Diversamente la crescita dello stock di prestiti alle famiglie è rimasta robusta, del +2,3% a/a. In particolare, i prestiti per acquisto abitazioni sono aumentati del 2,5% a/a e il credito al consumo dell’8,2%. Per il 3° mese consecutivo, i flussi lordi mensili di mutui residenziali sono risultati in crescita, in ulteriore accelerazione a +49% a/a, trainata dalle rinegoziazioni. Pertanto, si è confermato il forte incremento dei flussi di mutui a tasso fisso. La buona notizia è che anche i nuovi contratti sono tornati in crescita. Ciò è coerente con l’impennata delle richieste di mutui, proseguita a dicembre, al ritmo di +26% a/a.
Nel complesso, a novembre la crescita dello stock di prestiti al settore privato è rallentata a +0,1%, ma si è fermata a dicembre, secondo le anticipazioni ABI.
Novembre ha registrato un forte rimbalzo della dinamica dei conti correnti, salita a +9,8% a/a dal 7,2% a/a a ottobre. Di conseguenza, anche la crescita del complesso dei depositi si è rafforzata a +7,6% a/a, dal +5,7% del mese precedente.
Inoltre, è proseguito il miglioramento delle obbligazioni che sono tornate in aumento dopo quasi otto anni di cali dello stock. Queste dinamiche sostengono la crescita della raccolta complessiva da clientela, salita a +7,1% a/a dal 5% del mese precedente.
A dicembre la dinamica sarebbe tornata a un ritmo in linea con quello di ottobre, secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• L’anno inizia con una schiarita sul fronte del commercio internazionale (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 6 )
• Smette di flettere la produzione industriale (p. 7 )
• Fiducia delle imprese, fatturato e ordini industriali in via di stabilizzazione (p. 8 )
Le costruzioni sono tornate a essere un freno per l’attività economica (p. 9 )
• I servizi restano in espansione, compensando la debolezza dell’industria (p. 10 )
• I consumi rallentano nel 4° trimestre, ma mantengono buoni fondamentali (p. 11 )
• Nuovi massimi storici per gli occupati (p. 12 )
• Commercio estero in ripresa (p. 13 )
• Inflazione in risalita a fine 2019, ma solo per via di effetti base (p. 14 )
• In recupero il tasso fisso sui mutui, mentre scende ancora il tasso variabile (p. 16 )
• La flessione dei prestiti alle società non-finanziarie si è accentuata (p. 20 )
• Lo stock di obbligazioni bancarie torna in crescita, dopo anni di forte calo (p. 23 )

LEGGI il documento completo

Gennaio 2020