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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Dopo lo “scampato pericolo” sulla finanza pubblica, grazie alle modifiche alla Legge di Bilancio che hanno consentito di evitare la procedura d’infrazione europea e favorito un rientro degli indici di rischio-Paese, l’attenzione si è spostata sui temi riguardanti il ciclo economico. È in atto una sostanziale stagnazione dell’attività, che potrebbe estendersi anche a inizio 2019 determinando una revisione al ribasso delle stime sulla crescita del PIL nell’anno in corso. Potrebbero derivarne conseguenze soprattutto sul sentiero del debito pubblico.
La produzione industriale è calata vistosamente a novembre, di -1,6% m/m. La tendenza annua della produzione, dopo un breve passaggio in positivo a settembre e ottobre, è tornata in territorio negativo a novembre, a -2,6%: si tratta di un minimo degli ultimi quattro anni.
A novembre, sia il fatturato che gli ordini industriali sono risultati poco variati su base congiunturale (+0,1% e -0,2% m/m rispettivamente), ma hanno fatto segnare un deciso rallentamento su base annua (fatturato da 2% a 0,6% a/a, ordinativi da 1,8% a -2%). In ogni caso, le indagini di fiducia e i dati reali su produzione, ordini e fatturato segnalano che l’industria è in una fase di stagnazione dell’attività, dopo anni di espansione.
In sintesi, sulla base delle survey, anche nel 4° trimestre, come già accaduto nei mesi estivi, i servizi potrebbero aver dato un contributo sostanzialmente nullo alla crescita.
La produzione nelle costruzioni è salita solo in misura modesta a novembre (+0,2% m/m), dopo l’ampia flessione registrata a ottobre (-1,7% m/m). Tuttavia, negli ultimi mesi anche le costruzioni, come gli altri comparti, hanno fatto registrare segnali di minor vigore dell’attività.
Le vendite al dettaglio sono aumentate di +0,7% m/m a novembre, sia in valore che in volume. È l’aumento congiunturale più rilevante negli ultimi sei mesi.
 La disoccupazione è tornata a calare a novembre, dopo due mesi di aumento. Le recenti indagini di fiducia hanno segnalato che c’è maggiore incertezza sul persistere di condizioni espansive sul mercato del lavoro nel medio termine.
 I dati di novembre sul commercio estero hanno evidenziato un calo sia dell’export (-0,4% m/m) che, in maggior misura, dell’import (-2,2% m/m), dopo la crescita evidenziata il mese precedente.
L’inflazione è calata sensibilmente a dicembre. I dati sono stati sensibilmente inferiori alle attese di consenso ma in linea con le nostre stime: in sintesi, il calo dell’inflazione di dicembre non è sorprendente.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Anche a novembre i tassi sulle consistenze dei depositi sono risultati poco variati, con al più qualche limatura verso il basso.
Inoltre, il tasso sullo stock di obbligazioni si è mosso ancora in calo e le anticipazioni ABI delineano una riduzione anche a dicembre. Pertanto, il costo complessivo dello stock di raccolta da clientela si è ridotto.
Tuttavia, i tassi sui nuovi depositi a tempo sono saliti per il 2° mese consecutivo.
Per quanto riguarda i tassi sui prestiti, novembre ha riportato andamenti misti. Mentre il tasso sui nuovi prestiti oltre 1 milione alle società non-finanziarie è tornato a ridursi, quello sui finanziamenti inferiori a 1 milione è salito leggermente, riportandosi al livello di settembre.
Più chiaro appare il trend intrapreso dai tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie, che sono saliti per il secondo mese consecutivo e sono visti in aumento anche a dicembre, secondo le anticipazioni ABI.
A novembre 2018 la crescita dei prestiti alle società non finanziarie si è indebolita, a +1,1% a/a, dall’1,5% di ottobre e 1,9% di settembre. La frenata è risultata più forte per le imprese del settore manifatturiero. Hanno tenuto meglio i prestiti al commercio, anch’essi comunque in rallentamento. Inoltre, i flussi lordi mensili hanno segnato un calo, sia per i prestiti fino a 1 milione, sia per quelli di dimensione superiore.
La dinamica dello stock di prestiti alle famiglie ha mantenuto il passo, del 2,7%. Tuttavia, le erogazioni di mutui sono risultate in calo del 2% a/a, che ha interrotto la crescita riavviata nei mesi estivi fino al balzo di ottobre.
E’ possibile che tale andamento sia stato determinato da attese di rialzo dei tassi sui mutui, poi effettivamente verificatosi. Nel complesso, la crescita dei prestiti al settore privato è rallentata al 2,3% a/a, il tasso di variazione più basso da inizio 2018. Le stime ABI per dicembre confermano il rallentamento, a un ritmo del 2%. Tuttavia, la componente relativa al totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è vista in recupero. In effetti, le prime statistiche riferite a fine 2018 rilasciate da BCE riportano un miglioramento della crescita dei prestiti alle società non finanziarie all’1,4% dall’1,1% di novembre, mentre confermano il 2,7% dei prestiti alle famiglie.
La crescita dei depositi bancari ha frenato nell’ultima parte dell’anno, a +3,3% a/a a novembre, da un ritmo medio del 4,5% nel 3° trimestre, e a dicembre, secondo le anticipazioni ABI, si è osservato un ulteriore rallentamento a 2,2% a/a.
L’andamento è legato a quello dei conti correnti, la cui dinamica ha decelerato, dal +8% a/a del 3° trimestre al +4,8% di fine anno. Gli afflussi sui conti correnti sono stati comunque positivi a fine 2018. Al contempo, il calo delle obbligazioni, benché sempre a due cifre, si è confermato più moderato rispetto alla prima parte dell’anno. Nel complesso, la raccolta da clientela è risultata di nuovo lievemente in calo, con la variazione annua scesa a novembre a -0,1% a/a e a -0,6% a dicembre, secondo le stime ABI.

 


Indice dei contenuti

• L’attenzione si sposta dalla finanza pubblica al ciclo (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 10 )
• In deciso calo la produzione industriale (p. 11 )
• Industria: ordini e fiducia ancora in rallentamento (p. 12 )
• I servizi stanno dando un contributo pressoché nullo al valore aggiunto (p. 13 )
Segnali di frenata anche nelle costruzioni (p. 14 )
• Minori i rischi sui consumi (p. 15 )
• Torna a calare la disoccupazione (p. 16 )
• Indicazioni contrastanti dal commercio estero (p. 17 )
• In netta flessione l’inflazione, spinta dall’energia (p. 18 )
• Tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie ancora in aumento (p. 19 )
• Segnali di rallentamento dei prestiti verso fine 2018 (p. 23 )
• Continua la frenata dei conti correnti, ma i flussi di dicembre 2018 sono positivi (p. 26 )

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Gennaio 2019