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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

La debole chiusura dello scorso anno, assieme agli effetti del COVID-19, aggiunge rischi al ribasso sulla crescita del PIL italiano nel 2020.
Il PIL italiano è calato a sorpresa nel 4° trimestre 2019, di -0,3% t/t, dopo essere cresciuto, ad un ritmo medio di +0,1% t/t, in ciascuno dei quattro trimestri precedenti. Si tratta di un minimo dal 1° trimestre 2013. Il dato non sposta la crescita media 2019, ma implica un’eredità negativa sul 2020 pari a -0,2%. In altri termini, in caso di stagnazione in ciascun trimestre del nuovo anno, il PIL 2020 risulterebbe in calo di due decimi.
Tuttavia è emerso un nuovo shock idiosincratico, quello derivante dal possibile impatto del COVID-19.
In ogni caso, i principali canali di contagio verso le economie europee sono i seguenti: il canale commerciale, l’effetto dei servizi cross-border e in particolare del turismo, il canale finanziario, gli effetti dello stallo di produzione in Cina sulle catene produttive del valore a livello mondiale, gli effetti della diffusione del contagio sul territorio italiano.
La produzione industriale è calata assai più del previsto a dicembre, di ben -2,7% m/m, dopo la stabilità di novembre. Su base annua, l’output è sceso in territorio ancor più negativo a -4,3%, un minimo da 12 mesi. Nell’intero 2019, la produzione industriale si è contratta di -1,3%: è un minimo dal 2013.
Il mese di dicembre ha fatto registrare un netto calo per il fatturato industriale, a fronte di un incremento per gli ordinativi, ma il recupero è confinato ad alcuni specifici settori assai volatili e perciò non ci pare indicativo di una stabile ripresa dell’attività industriale. Nel frattempo, gli indicatori anticipatori ancora non segnalano una tendenza espansiva per l’industria.
La produzione nelle costruzioni è salita di +1,3%m/m a dicembre. In termini tendenziali, l’output resta in calo per il secondo mese. Tuttavia, la produzione nelle costruzioni potrebbe tornare a crescere nei prossimi mesi: il livello della fiducia dei costruttori resta più che espansivo, e anzi è salito in misura decisa per il secondo mese a gennaio.
L’indagine Istat di fiducia delle imprese dei servizi è tornata a calare a gennaio, dopo la salita di dicembre. Nello stesso mese, l’indice PMI servizi è salito lievemente, tuttavia l’’indagine è meno positiva di quanto appaia a prima vista, perché mostra un calo per affari esistenti, nuovi affari e occupazione. Inoltre, i servizi turistici, che già nei mesi scorsi avevano visto un deterioramento del morale delle imprese, potrebbero risentire degli effetti del COVID-19.
Le vendite al dettaglio sono tornate ad aumentare a dicembre. La crescita è dovuta ai non alimentari. Si riduce il divario fra grande distribuzione (+0,1% a/a) e imprese operanti su piccole superfici (-0,9% a/a), e riaccelera il commercio elettronico (a 38,3% a/a). Spicca il balzo per le dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia (+6,6%) e per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+6,1%).
Tuttavia, resta ancora da valutare l’impatto di COVID-19 su fiducia e spesa delle famiglie.
I dati provvisori di dicembre sul mercato del lavoro sono stati in linea con le nostre stime. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,8%.
Il dettaglio non è incoraggiante, in quanto mostra un calo degli occupati (-0,3% ovvero -75 mila unità) e del tasso di occupazione (-0,1%, a 59,2 %). Il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni è rimasto invariato al 28,9%. La nostra previsione sulla disoccupazione italiana quest’anno è pari al 10%, il che significa che il tasso dei senza-lavoro potrebbe aumentare, seppure moderatamente, dai livelli attuali.
I dati di dicembre sul commercio estero mostrano una flessione per le esportazioni (-0,9% m/m, dopo il -4,2% m/m di novembre), a fronte di un aumento per le importazioni (+0,8% m/m dopo la sostanziale stabilità del mese precedente).
Entrambi i flussi risultano in recupero su base annua, ma l’export è in progresso tendenziale (+4,2% a/a) mentre l’import resta in calo (-2,2% a/a).
Nell’anno 2019, l’avanzo commerciale è salito a 52,9 miliardi (dai 39,3 mld del 2018); al netto dei prodotti energetici, il surplus ha raggiunto i 91,4 miliardi (erano 81 nel 2018).
Tuttavia, l’inizio del 2020 potrebbe vedere una nuova battuta d’arresto, sulla scia degli effetti del coronavirus COVID-19.
L’inflazione è rimasta stabile a gennaio sull’indice NIC (a 0,5% a/a), mentre è calata di un decimo (a 0,4% a/a) in termini armonizzati UE.
Sull’indice domestico, gli alimentari hanno registrato rincari maggiori del previsto (+0,8% m/m), così come le bevande alcoliche e i tabacchi (+0,9% m/m).
I prezzi alla produzione sono rimasti invariati a dicembre. Su base annua, il PPI è rimasto in territorio negativo, a -2,1%. La dinamica del PPI conferma che non vi è alcuna pressione inflazionistica a monte della catena produttiva.

 

Tendenze del settore bancario italiano

I tassi sullo stock di depositi sono rimasti stabili anche a fine 2019 e sono visti in lieve calo a gennaio 2020. È proseguita la discesa del tasso medio sulle obbligazioni, che continua a trainare la graduale riduzione del costo complessivo della raccolta da clientela.
Quanto alle condizioni sui nuovi prestiti, il tasso medio sulle erogazioni alle imprese ha registrato un rialzo a dicembre, determinato dall’andamento del tasso sui prestiti di maggiore importo.
L’aumento del tasso medio sarebbe proseguito a gennaio secondo le anticipazioni ABI.
Per i tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie, al forte calo registrato a settembre, è seguito nel 4° trimestre un assestamento.
Sia il tasso fisso, sia il variabile sono risaliti a fine 2019 ai livelli di settembre. A gennaio 2020, secondo le stime ABI, il tasso medio sui mutui ha registrato un lieve aumento da 1,44% a 1,45%.
Il 2019 si è chiuso con un calo dei prestiti alle società non-finanziarie del -1,9% a/a, che conferma il peggioramento di novembre.
Tra i settori di attività, a dicembre da un lato si è intensificata la flessione dei prestiti alle costruzioni, dall’altro si è attenuato il calo di quelli alle imprese manifatturiere e al commercio.
Diversamente, la crescita dei prestiti alle famiglie ha accelerato a +2,6% a/a a dicembre.
Ciò segue la ripresa dei flussi lordi mensili di prestiti per l’acquisto di abitazioni emersa a settembre e rafforzatasi nel 4° trimestre, con un volume di rinegoziazioni circa triplicato rispetto al 4° trimestre 2018. Inoltre, anche i nuovi contratti sono tornati in crescita.
Il trend dei flussi è coerente con la dinamica delle richieste di mutui, che hanno segnato + 32% a/a a gennaio 2020, prefigurando erogazioni lorde in aumento anche nei primi mesi del 2020.
Nel complesso, a fine 2019 lo stock di prestiti al settore privato è rimasto pressoché invariato, a +0,1% a/a. La debolezza è proseguita a gennaio, secondo le stime ABI.
A fine 2019 e a inizio 2020 si è normalizzata la crescita dei conti correnti e di conseguenza dei depositi da clientela, dopo il balzo di novembre. Il ritmo è rimasto comunque robusto, pari a +6,6% per i conti correnti e a +5,3% per i depositi.
Inoltre, per lo stock di obbligazioni i dati di dicembre 2019 e le anticipazioni ABI per inizio 2020 riportano il ritorno in leggero calo, dopo un primo, e per ora unico, episodio di crescita a novembre.
Di conseguenza, anche la dinamica della raccolta complessiva da clientela è tornata a un più moderato +4,5% a/a a fine 2019 e a un ritmo sostanzialmente in linea a gennaio 2020, secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• La ripresa è rimandata, anche a causa del nuovo shock esogeno (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
• Crolla la produzione industriale a dicembre (p. 8 )
• Fiducia delle imprese, fatturato e ordini ancora non coerenti con una ripresa nell’industria (p. 9 )
Costruzioni in frenata a fine 2019, ma un recupero è possibile a inizio 2020 (p. 10 )
• I servizi restano in espansione, ma su ritmi assai modesti (p. 11 )
• Segnali positivi per i consumi (prima degli effetti del COVID-19) (p. 12 )
• La disoccupazione potrebbe aver smesso di scendere (p. 13 )
• Nuova battuta d’arresto per il commercio estero (p. 14 )
• L’inflazione potrebbe riavvicinarsi a zero nei prossimi mesi (p. 15 )
• Prove di lieve risalita dei tassi sui nuovi prestiti (p. 16 )
• Mercato del credito a due facce (p. 20 )
• Prosegue l’avanzata dei conti correnti (p. 23 )

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Febbraio 2020