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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Gli ultimi dati congiunturali evidenziano il rischio concreto di una mancata crescita dell’economia italiana nel 2019. È possibile una ripresa su base congiunturale nel corso dell’anno, ma verosimilmente più dall’estate che dalla primavera.
Inoltre l’ipotesi di decisa riaccelerazione su base annua nel 2020 è soggetta a rischi al ribasso, anche in relazione alle difficili scelte in materia fiscale.
In questo scenario, il debito potrebbe salire ancora quest’anno, e non scendere significativamente nemmeno nel prossimo biennio
La produzione industriale è calata a sorpresa anche a dicembre, per il quarto mese consecutivo, di -0,8% m/m, dopo la vistosa flessione di novembre. Tutti i principali comparti (sia manifatturieri che non) risultano in diminuzione su base annua: non accadeva da dicembre del 2012.
A dicembre, fatturato e ordini industriali hanno fatto segnare un deciso calo, sia su base congiunturale che in termini tendenziali. La fiducia delle imprese manifatturiere è scesa più del previsto anche a gennaio raggiungendo un minimo da settembre del 2016.
Dopo che la stima preliminare del PIL nel 4° trimestre ha evidenziato una stabilità del valore aggiunto del settore dei servizi, le indagini all’inizio del nuovo anno non segnalano un ritorno alla crescita del settore. In sintesi, le indagini segnalano che i servizi potrebbero non contribuire al valore aggiunto anche nel 1° trimestre 2019, non riuscendo così a compensare l’apporto negativo dell’industria.
La produzione nelle costruzioni è salita moderatamente per il secondo mese a dicembre. A gennaio, le costruzioni sono state l’unico settore a registrate un miglioramento della fiducia delle imprese secondo l’indagine Istat.
Le vendite al dettaglio sono calate di -0,7% m/m a dicembre (sia in valore che in volume). Pensiamo che nel 2019 la spesa delle famiglie possa mantenere un ritmo di crescita vicino a quello visto nel 2018 (0,6%). A gennaio, il morale dei consumatori è salito.
Il tasso di disoccupazione è sceso per il secondo mese a dicembre, a 10,3%: nel mese, la discesa del tasso dei senza-lavoro è stata dovuta sia a un aumento degli occupati, sia a un calo degli inattivi. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è risultato poco variato.
I dati di dicembre sul commercio estero hanno evidenziato un calo per il secondo mese di entrambi i flussi commerciali, più pronunciato per l’export (-2,3% m/m) che per l’import (-1% m/m).
L’inflazione è calata ancora a gennaio, a 0,9% a/a: nel mese, sull’indice nazionale, le maggiori pressioni al rialzo sono venute dagli alimentari e dalle spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili.

 

Tendenze del settore bancario italiano

A fine 2018 il tasso medio sullo stock di depositi si è ridotto di 2pb m/m a 0,36% ed è visto stabile a gennaio 2019, secondo le anticipazioni ABI.
Tuttavia, i tassi sui nuovi depositi a tempo hanno registrato aumenti per il 3° mese consecutivo, a eccezione di una sostanziale stabilità di quello corrisposto alle società non-finanziarie.
Grazie anche al lieve calo del tasso sullo stock di obbligazioni, il costo complessivo della raccolta da clientela si è ridotto ed è visto stabile a gennaio 2019, sulla base delle stime ABI.
Quanto ai tassi sui prestiti, il 2018 si è chiuso con aggiustamenti verso il basso, mentre il 2019 come da attese si è aperto in aumento. Per i tassi sui nuovi prestiti, anche a dicembre si sono osservati movimenti misti, tra il calo e la sostanziale stabilità. Mentre il tasso sui nuovi prestiti oltre 1 milione alle società non-finanziarie ha recuperato la riduzione di novembre, quello sui finanziamenti di dimensione inferiore è sceso.
A fine 2018 la crescita dei prestiti alle società non finanziarie è rimasta debole, pari a all’1,3% a/a, migliore rispetto all’1,1% di novembre ma leggermente inferiore alla media annua di 1,4%. Inoltre, i flussi lordi mensili sono rimasti complessivamente in calo.
Con riguardo ai tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie, più evidente è stato il movimento del tasso variabile, ridottosi di 7pb m/m a 1,52%, mentre il tasso fisso è rimasto invariato a 2,07%.
La dinamica dello stock di prestiti alle famiglie ha mantenuto il passo, del 2,7%. Per le erogazioni di mutui, gli ultimi due mesi del 2018 hanno visto una frenata e le indicazioni provenienti dalla domanda sono negative anche a inizio 2019. Per gennaio le rilevazioni di CRIF configurano un notevole calo delle richieste di nuovi mutui e surroghe, pari a -6,4% a/a. Ciò fa prospettare risultati ancora deboli per le erogazioni.
Nel complesso, la crescita dello stock di prestiti al settore privato è rallentata al 2% a/a a fine 2018, il tasso di variazione più basso dell’anno. Le stime ABI per gennaio 2019 confermano il rallentamento, all’1,5%, che sarebbe ancor più marcato per il totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, con una crescita stimata a +1,0%, dall’1,9% di fine 2018.
La crescita dei depositi ha frenato anche a dicembre 2018, a +2,6% a/a dal 3,3% di novembre e un ritmo del 4,5% nel 3° trimestre. A gennaio 2019, secondo le anticipazioni ABI, si è osservato un ulteriore rallentamento a 2,4% a/a. L’andamento è legato a quello dei conti correnti, la cui dinamica ha decelerato, dal 7,6% a/a del 3° trimestre al 4,8% di fine anno.
Gli afflussi sui conti correnti sono stati comunque ampiamente positivi a fine 2018 e nel complesso dell’anno quelli da famiglie e imprese hanno totalizzato 42 miliardi, un ammontare considerevole anche se inferiore ai quattro anni precedenti.
Al contempo, il calo delle obbligazioni, benché sempre a due cifre, si è confermato più moderato rispetto alla prima parte dell’anno.
Nel complesso, la raccolta da clientela è tornata lievemente in crescita a fine 2018, pari a 0,2% a/a. L’andamento sarebbe confermato a gennaio 2019, con un piccolo aumento dello 0,3%, secondo le stime ABI.

 

 


Indice dei contenuti

• La spiacevole aritmetica del PIL 2019 (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
• Non si arresta il calo della produzione industriale (p. 8 )
• Industria: fatturato, ordini e fiducia ancora in discesa (p. 9 )
• Nemmeno i servizi contribuiscono alla crescita (p. 10 )
 Indicazioni meno negative nelle costruzioni (p. 11 )
• Dati contrastanti sui consumi (p. 12 )
• Ancora in calo i disoccupati (e gli inattivi), ma torna ad aumentare l’occupazione temporanea (p. 13 )
• Il commercio estero non appare in grado di compensare la debolezza della domanda domestica (p. 14 )
• In netta flessione l’inflazione, spinta dall’energia (p. 15 )
• A fine 2018, tassi sui prestiti di nuovo in calo, risalgono a inizio 2019 (p. 16 )
• Prestiti ancora in rallentamento (p. 20 )
• Prosegue la frenata dei depositi (p. 23 )

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Febbraio 2019