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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Le indagini segnalano una fase di sostanziale stagnazione dell’attività economica, che potrebbe estendersi almeno a inizio 2019. L’anno prossimo ci aspettiamo un rallentamento della domanda interna, in particolare per gli investimenti.
I rischi sulla nostra stima sul PIL 2019 (0,9%) sono verso il basso. Resta elevata l’incertezza sulle prospettive fiscali e finanziarie del Paese.
La fase di espansione dell’economia italiana sembra essersi interrotta, almeno temporaneamente: nel 2018, che chiuderà al di sotto delle attese, hanno pesato a nostro avviso sia fattori esogeni che domestici.
In effetti, nelle ultime settimane il Governo ha mostrato toni assai concilianti in merito a una possibile revisione della legge di bilancio 2019, al fine di evitare una procedura europea di infrazione per deficit eccessivo e indurre un’evoluzione meno avversa delle variabili finanziarie.
In ogni caso, il persistere, verosimilmente almeno nella prima parte del 2019, dell’incertezza (nonché di livelli elevati degli indici di rischio-Paese sui mercati finanziari) potrebbe avere un costo in termini di crescita.
La produzione industriale è aumentata lievemente a ottobre, di +0,1% m/m: l’incremento congiunturale è dovuto interamente ai beni di consumo.
A ottobre, sia il fatturato che gli ordini industriali hanno fatto segnare una flessione su base congiunturale.
In sintesi, le indagini di fiducia e i dati reali sulla produzione segnalano che, dopo anni di espansione, il ciclo è ora in una fase di sostanziale stagnazione dell’attività.
A novembre, la fiducia delle imprese dei servizi secondo l’indagine Istat è calata più che negli altri comparti: in sintesi, anche nel 4° trimestre, come già accaduto nei mesi estivi, i servizi potrebbero aver dato un contributo sostanzialmente nullo alla crescita.
La produzione nelle costruzioni è tornata a crescere su base congiunturale a settembre (+1,3% m/m), dopo la flessione registrata nei due mesi precedenti.
Prosegue anche la ripresa delle transazioni sul mercato immobiliare: nel 2° trimestre, le convenzioni notarili di compravendite (e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari) sono cresciute dell’1,6%.
Le vendite al dettaglio sono tornate ad aumentare a ottobre, ma hanno recuperato solo in piccola parte la flessione di settembre.
La disoccupazione è salita assai più del previsto a ottobre (a 10,6% da un precedente 10,3%), anche se l’aumento è dovuto al calo degli inattivi in presenza di occupati poco variati.
In sintesi, l’aumento del tasso dei senza-lavoro è meno preoccupante di quanto appaia a prima vista.
A ottobre, entrambi i flussi commerciali hanno evidenziato una ripresa dopo il calo di settembre, più intensa per l’export (+2,5% m/m) che per l’import (+2,1% m/m).
Il recupero delle esportazioni è dovuto ai mercati extra UE (+5,3% m/m), quello delle importazioni ai Paesi UE (+3,8% m/m).
L’inflazione è risultata pari all’1,7% a novembre, sia per quanto riguarda l’indice nazionale che quello armonizzato.
In prospettiva, a nostro avviso già a partire da dicembre potrebbe prendere avvio un trend di calo dell’inflazione, principalmente guidato dall’effetto statistico sui prezzi dell’energia.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Continua l’invarianza del tasso medio complessivo sullo stock dei depositi, che dall’aprile 2017 si attesta sul livello di 0,39%-0,40%.
Inoltre, a ottobre il tasso sullo stock di obbligazioni è risultato solo in lieve calo, mentre le anticipazioni ABI delineano un lieve recupero per novembre.
Pertanto, il costo complessivo della raccolta da clientela è rimasto essenzialmente stabile.
Per quanto riguarda i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie, dopo i ribassi di settembre, a ottobre si è osservato un riaggiustamento verso l’alto, con l’eccezione del tasso sui finanziamenti inferiori a 1 milione che ha continuato a ridursi lievemente.
Anche i tassi sulle erogazioni di mutui alle famiglie sono risaliti, tornando sul livello di agosto. Le anticipazioni ABI per novembre delineano ulteriori lievi rialzi dei tassi sui nuovi prestiti alle imprese e sui mutui alle famiglie.
Continua la crescita moderata dei prestiti alle società non finanziarie, pari a ottobre a +1,5% a/a. L’evoluzione resta differenziata per settori, col proseguimento della crescita dei prestiti all’industria manifatturiera e al commercio, mentre si conferma il calo più contenuto del credito alle costruzioni.
La dinamica dello stock di prestiti alle famiglie mantiene il passo costante del 2,8%, per il quindicesimo mese consecutivo. Quanto ai flussi, ottobre segna un forte incremento dei volumi relativi a nuovi contratti di mutuo, tornati a crescere a due cifre (+16,7% a/a).
Un ritmo così vivace non si vedeva da gennaio 2017. Il rimbalzo è stato determinato dalle erogazioni a tasso fisso, aumentate addirittura del 28% a/a, mentre è proseguito il calo di quelle a tasso variabile.
Nel complesso, la crescita dello stock di prestiti al settore privato è stata pari a +2,7% a/a, leggermente più moderata del 2,9% di settembre. Le stime ABI per novembre confermano il rallentamento, a un ritmo del 2% a/a, per effetto di una frenata della componente relativa al totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie a +1,5% a/a dal 2,1% di ottobre.
La crescita dei depositi bancari ha frenato nei mesi autunnali, a +3,7% a/a in ottobre, da un ritmo medio del 4,5% nel 3° trimestre, e a novembre, secondo le anticipazioni ABI, si è osservato un ulteriore lieve rallentamento.
Al contempo, il calo delle obbligazioni, benché sempre a due cifre, si è confermato più moderato rispetto alla prima parte dell’anno.
Nel complesso, la raccolta da clientela risulta di nuovo pressoché stabile, con la variazione annua scesa a ottobre a +0,2% e pari a zero a novembre, secondo le stime ABI.
Incluso il rifinanziamento BCE, a ottobre la raccolta bancaria totale è risultata in crescita dell’1,4% a/a, un risultato leggermente migliore rispetto all’1,3% di settembre.

 


Indice dei contenuti

Prospettive 2019: ciclo stagnante, incertezza ancora elevata (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 7 )
Produzione industriale poco variata a cavallo tra estate e autunno (p. 8 )
• Industria: ancora segnali di rallentamento da ordini e fiducia (p. 9 )
Anche nei servizi la fase di espansione sembra essersi interrotta (p. 10 )
Resta contrastata la ripresa nelle costruzioni (p. 11 )
Segnali non troppo confortanti anche dai consumi (p. 12 )
Sta tornando ad aumentare la disoccupazione (p. 13 )
Il commercio estero sta dando segnali di ripartenza (p. 14 )
Inflazione a un punto di svolta (p. 15 )
Tassi sui nuovi prestiti in leggero rialzo (p. 16 )
Forte crescita dei nuovi mutui, trainata dal tasso fisso (p. 20 )
Rallenta la dinamica dei depositi bancari (p. 23 )

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Dicembre 2018