Seguci su twitter

Categorie

La bussola dell’economia italiana

LEGGI il documento completo

a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

A seconda delle ipotesi sulla velocità di rilascio delle misure restrittive e di “normalizzazione” dei comportamenti degli agenti economici, la contrazione del PIL nel 2020 potrebbe essere dell’ordine di otto o oltre dieci punti percentuali.
Le conseguenze dello shock sul mercato del lavoro e sulla finanza pubblica rischiano di essere persistenti.
L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del contagio da COVID-19, oltre ai drammatici costi in termini di vite umane, sta anche causando una contrazione senza precedenti dell’attività economica, non solo in Italia. Al momento, le simulazioni di previsione macroeconomica risultano soggette a un grado di incertezza estremamente elevato.
Le misure di distanziamento sociale sembrano essere dunque risultate efficaci nel frenare la diffusione. Una semplice interpolazione della curva dei nuovi contagi  sembrerebbe suggerire la possibilità di un sostanziale azzeramento dei contagi attorno alla metà di maggio.
Tuttavia, la situazione è assai differenziata per area geografica, e una nota recente dell’EIEF ha spostato progressivamente in avanti nel tempo la previsione sulla data di azzeramento dei contagi, che in base alla release del 23 aprile è ora vista entro il 10 giugno.
L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, con una nota del 20 aprile, ha evidenziato l’estrema differenziazione nelle varie regioni: si va da Basilicata e Umbria che vedono già un sostanziale azzeramento dei nuovi casi, sino alla Lombardia per la quale l’epidemia potrebbe estinguersi non prima del 28 giugno.
Per formulare delle previsioni sugli effetti economici dell’emergenza, occorre partire da una stima dell’attuale tasso di espansione dell’economia: prima dell’entrata in vigore degli effetti del DPCM 26 aprile, vige un fermo legale che interessa attività industriali che pesano per quasi il 60% degli addetti eoltre il 53% del valore aggiunto; per il complesso dei servizi il fermo è meno stringente (35% degli addetti e 30% del valore aggiunto), ma deriva da situazioni estremamente differenziate a livello settoriale; nel commercio, le attività sospese incidono per il 49% degli addetti e il 45% del fatturato. Tale quantificazione non prende in considerazione le unità produttive che, pure operando in settori con attività sospesa, hanno notificato richiesta di deroga alla prefettura competente.
Nel complesso, stimiamo che in Italia il valore aggiunto dell’intera economia sia nella fase attuale inferiore alla norma di circa il 43%. Ciò significa che, a questo ritmo, ogni settimana in cui perdura l’attuale blocco si perde circa lo 0,8% del PIL, ogni mese circa il 3,5%, ogni trimestre quasi l’11%.
Il Governo è intervenuto con un primo decreto il mese scorso (il cosiddetto “Cura Italia“), con effetti pari a 24,8 miliardi sul saldo netto da finanziare, 18,6miliardi sul fabbisogno e 20 miliardi sull’indebitamento netto. Il Governo è poi intervenuto, l’8 aprile scorso, con il cosiddetto “decreto liquidità“, che amplia di ulteriori 400 miliardi l’insieme dei crediti: il totale delle garanzie, assieme a quanto già previsto dal decreto Cura Italia di marzo, arriva così a circa 750 miliardi.
Nel complesso, non è facile quantificare l’impatto di stimolo all’economia che viene da questi provvedimenti:
• La portata del decreto “marzo (pari all’1,1% del PIL) proietta, in base ai moltiplicatori della politica fiscale, un impatto sulla crescita pari a quasi mezzo punto percentuale di PIL;
• Il “decreto liquidità” di aprile, di costoad oggiincerto sul bilancio pubblico (si parla di 30 miliardi di impatto sul saldo netto da finanziare ma non sull’indebitamento netto), potrebbe amplificare l’impatto che con ogni probabilità si manifesterà più nella fase successiva all’emergenza che durante il periodo di lockdown;
• Il decreto “aprile dovrebbe valere 55 miliardi (il 3,3% del PIL), quindi in teoria l’impatto sulla crescita potrebbe essere dell’ordine dell’1,5%.
In ogni caso, in tutti gli scenari considerati, lo sblocco almeno parziale delle restrizioni all’attività economica entro la fine di giugno proietta un rimbalzo congiunturale piuttosto ampio nel trimestre estivo.
Tuttavia, lo shock è di portata tale da avere conseguenze rilevanti sul mercato del lavoro: circa un terzo degli occupati (7 milioni 332 mila occupati) risulta impiegato in uno dei settoridichiarati sospesi dai provvedimenti governativi. Anche in uno scenario non troppo pessimistico sul ciclo, è possibile che la disoccupazione torni almeno al precedente picco del 13%.
Veniamo ora alle conseguenze dello shock sulla finanza pubblica: nello scenario meno pessimistico sulla crescita del PIL, il deficit 2020 salirebbe al 10,5% del PIL, e il debito al 156% del PIL.
Vista l’ampiezza degli effetti sulla finanza pubblica, e vista la natura transitoria e non idiosincratica dello shock, si va delineando un meccanismo di supporto europeo che consenta di far finanziare almeno in parte il maggior ricorso all’indebitamento.
I primi tre strumenti (BEI, SURE, MES) potrebbero essere operativi già dal 1° giugno, mentre il Recovery Fund appare un meccanismo dal destino ancora incerto, difficilmente disponibile nel breve termine.
Nell’immediato, la rete di sicurezza poggia per ora quasi esclusivamente sui programmi di acquisto BCE.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Mentre i tassi sui conti correnti sono rimasti fermi a febbraio, sono proseguiti gli andamenti misti dei tassi sui nuovi depositi a tempo, in aumento nel caso di quelli corrisposti sui nuovi depositi con durata prestabilita delle famiglie e, viceversa, in calo su quelli delle società non-finanziarie.
Per quest’ultimi, il ribasso registrato in quattro mesi è impressionante, pari a -77pb, tanto che il tasso sui depositi a tempo delle società non-finanziarie è arrivato a sfiorare lo zero, posizionandosi a 0,01%, il minimo storico.
Con riguardo ai tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie, si sono registrate lievi limature e anche i tassi sui flussi di prestiti alle famiglie per acquisto abitazioni sono risultati leggermente in calo, per poi stabilizzarsi a marzo.
Prima della diffusione dell’epidemia, i prestiti alle società non-finanziarie continuavano a mostrarsi in calo, del -1,3% a/a a febbraio. All’opposto, proseguiva la crescita dei prestiti alle famiglie, al ritmo di +2,5% a/a.
I flussi lordi mensili di prestiti per acquisto abitazioni erano ancora sui massimi. La loro crescita, già a due cifre da ottobre 2019, risultava ulteriormente rafforzata e superiore al 50% a/a. All’aumento dei flussi di mutui contribuivano sia le rinegoziazioni, sia i nuovi contratti.
Le erogazioni a tasso fisso aumentavano di circa il 90% a/a, rappresentando quasi l’83% del totale. La diffusione dell’epidemia rappresenta un elemento di forte rottura di questo quadro, prefigurando una caduta delle erogazioni di mutui.
Prosegue la notevole dinamica dei conti correnti, che a febbraio hanno visto un afflusso mensile di 19,5 miliardi e un tasso di crescita del +8,3% a/a.
Il rimbalzo è stato ancora una volta trainato dai conti correnti delle società non-finanziarie, su cui è affluita liquidità per ben 13,4 miliardi mensili, col tasso di crescita salito a +14,9% a/a. Ciò sostiene la dinamica dei depositi da clientela, rafforzatasi di 1 punto percentuale a +6,2% a/a.
Diversamente, per le obbligazioni, si conferma il ritorno in calo.
Grazie alla dinamica dei depositi, la raccolta complessiva da clientela continua a crescere a un ritmo robusto, salito a 5,2% a/a a febbraio e visto tornare su un sentiero leggermente più moderato a marzo, secondo le anticipazioni ABI.

 


Indice dei contenuti

• Aspettando la fase 2 (p. 2 )
• Produzione industriale prevista in deciso calo a marzo e aprile, possibile ripresa a maggio (p. 14 )
• I dati sull’industria probabilmente sottostimano l’entità della caduta di attività (p. 15 )
Le costruzioni, meno colpite in una prima fase, hanno poi risentito pesantemente del lockdown (p. 16 )
I servizi sono stati sin dal principio il comparto più colpito dalla crisi (p. 17 )
• Gli alimentari trainano le vendite al dettaglio, ma l’effetto dello shock sui consumi sarà assai negativo (p. 18 )
• La contrazione dell’attività economica avrà effetti rilevanti sul mercato del lavoro (p. 19 )
• È in atto una decisa contrazione degli scambi con l’estero (p. 20 )
• L’inflazione tornerà negativa nei prossimi mesi (p. 21 )
• Sfiorano lo zero i tassi sui nuovi depositi a tempo delle imprese (p. 22 )
• Il 2020 era iniziato bene per i mutui, ma flussi attesi in brusca frenata (p. 26 )
• A febbraio, conti correnti delle imprese di nuovo in forte aumento (p. 29 )

 


LEGGI il documento completo

Aprile 2020