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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti e Paolo Mameli


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Nel DEF il governo ha ammesso che la crescita 2019 sarà di molto inferiore alle previsioni iniziali, ma ha rimandato ai prossimi documenti di finanza pubblica le scelte per il 2020, in merito alla copertura sia delle clausole di salvaguardia che di eventuali nuove misure espansive (“flat taxin primis).
Il deficit tendenziale (al netto di un aumento IVA che i membri dell’esecutivo ripetono di voler evitare) è già attorno al 3,5%, a nostro avviso, e la traiettoria del debito è tornata a essere crescente.
Si prospetta una sessione autunnale di bilancio molto “calda”.
Lo scorso 9 aprile, il Governo ha approvato il DEF 2019 e ha scelto di attribuire un effetto espansivo di appena un decimo ai due provvedimenti di stimolo recentemente approvati, lo “sblocca-cantieri” e il “decreto-crescita”. Per gli anni successivi, il PIL programmatico cresce dello 0,8% per tutto il triennio 2020-22 (da circa 1% precedente).
Nel 2019, l’indebitamento netto è pari al 2,4% del PIL da un precedente target di 2%, per poi ridursi al 2,1% nel 2020 e 1,8% nel 2021; nel 2022 il deficit è atteso tornare a peggiorare a 1,9%.
Nonostante la revisione al rialzo sul deficit nominale, la variazione del deficit strutturale è ora più favorevole che in precedenza: il saldo 2019 è visto in peggioramento di appena 0,1% (da 0,2% precedente). Il Governo parla perciò di rispetto “sostanziale del braccio preventivo del Patto di stabilità.
Il debito (nel quadro programmatico) è visto in ulteriore salita quest’anno, di quasi mezzo punto a 132,6%, mentre in precedenza era visto in calo di un punto.
Dove il quadro programmatico si discosta dal tendenziale è in una maggiore crescita degli investimenti pubblici nel 2021-22.
Nel Programma Nazionale di Riforma, il Governo fornisce maggiori dettagli sulla strategia di politica fiscale che intende perseguire negli anni a venire: l’obiettivo è la graduale estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15% e 20%, a partire dai redditi più bassi.
La nostra valutazione sul DEF è in sintesi la seguente:  lo scenario per l’anno in corso presenta criticità; la previsione di crescita per il 2020 non è coerente con lo scenario di finanza pubblica; ad oggi, appare quantomeno sfidante l’obiettivo, nella prossima Legge di Bilancio, di una manovra netta da almeno 40 miliardi.
Giova infine ricordare che l’effetto dell’aumento IVA va valutato non tanto in sé, ma a confronto con: 1) lo scenario di copertura in deficit delle clausole; 2) misure alternative per la copertura delle clausole. Come rilevato dallo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio, per ottenere la discesa progressiva del disavanzo programmata nel DEF occorrerebbero risorse complessive per circa 25 miliardi nel 2020, 36 miliardi nel 2021 e circa 45 miliardi a fine periodo.
La produzione industriale è salita a sorpresa anche a febbraio, di +0,8% m/m dopo il +1,9% m/m di gennaio (rivisto al rialzo di due decimi). Era da fine 2017 che non si vedeva un bimestre così positivo per l’output.
A febbraio, il fatturato dell’industria è aumentato di 0,3% m/m, mentre gli ordinativi sono calati di -2,7% m/m. Si registra in entrambi i casi una dinamica congiunturale negativa sul mercato estero (-6% m/m gli ordini). Nel frattempo, le indagini di fiducia nel manifatturiero hanno continuato a peggiorare.
La fiducia delle imprese nel settore dei servizi secondo l’indagine Istat è tornata a calare in misura consistente ad aprile. Decisamente più incoraggianti le indicazioni dal PMI servizi, che è balzato assai più del previsto a marzo.
A marzo, le costruzioni sono state l’unico settore che ha registrato un ulteriore miglioramento della fiducia delle imprese secondo l’indagine Istat: la produzione nelle costruzioni è salita per il quarto mese consecutivo a febbraio, ma nel frattempo i prezzi delle abitazioni sono calati ancora nel 4° trimestre 2018, in una fase in cui prosegue la ripresa dei volumi di compravendita.
Le vendite al dettaglio sono risultate poco variate a febbraio, ma il morale dei consumatori è sceso per il terzo mese consecutivo.
Il tasso di disoccupazione è aumentato al 10,7% a febbraio, da 10,5% precedente. Il dato ha sorpreso verso l’alto. La salita è dovuta sia al calo degli occupati che alla diminuzione degli inattivi.
Il tasso di disoccupazione giovanile è calato marginalmente. Nel complesso, è in aumento il rischio che il tasso di disoccupazione possa interrompere il trend di continuo miglioramento degli ultimi anni.
I dati di febbraio sul commercio estero hanno evidenziato una correzione per le esportazioni (-1,1% dopo il +2,6% m/m di gennaio) a fronte di importazioni stabili. Tuttavia, gli scambi commerciali dovrebbero aver dato un contributo ancora positivo al PIL a inizio 2019.
L’inflazione è rimasta invariata a marzo, all’1% a/a secondo l’indice nazionale e all’1,1% in base all’armonizzato.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Il mese di febbraio non ha portato sostanziali novità sul versante dei tassi passivi.
E’ proseguito il calo del costo medio dello stock di raccolta da clientela, grazie anche alla riduzione del tasso sulle obbligazioni in essere.
D’altro canto, si è confermata la ripresa dei tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita.
Dal lato dei tassi sui nuovi prestiti, il medio sulle erogazioni alle società non-finanziarie è tornato a salire, dopo la stabilità di gennaio, trainato dal tasso sulle erogazioni di minore importo e da un effetto composizione, per l’aumento della componente con pricing più elevato.
Diversamente, i tassi sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono riaggiustati leggermente verso il basso, soprattutto il tasso variabile, come prevedibile dopo l’aumento di inizio 2019. Tuttavia, le stime ABI vedono un calo anche a marzo.
A febbraio l’andamento dei prestiti alle società non finanziarie è migliorato leggermente, anche se la variazione dello stock è rimasta in negativo. I dati dei prestiti vivi mostrano che il recupero è stato trainato dai finanziamenti alle imprese del manifatturiero mentre per quelli alle costruzioni il calo dello stock si è intensificato.
I flussi lordi mensili sono tornati in aumento, ma il cumulato dei primi due mesi è rimasto in calo.
La dinamica dello stock di prestiti alle famiglie si è confermata, pari a +2,6% come nei due mesi precedenti. Febbraio è stato un mese ancora negativo per le erogazioni di mutui e le indicazioni provenienti dalla domanda sono peggiorate.
Infatti, a marzo si è verificato un calo accentuato delle richieste di nuovi mutui e surroghe, pari a -9,2% a/a, che fa prospettare risultati ancora negativi per le erogazioni.
Nel complesso, a febbraio la crescita dei prestiti al settore privato è migliorata lievemente a +1,2% a/a dallo 0,9% di gennaio e le stime ABI per marzo confermano il trend più debole, con una variazione dell’1%.
A febbraio, i conti correnti hanno mantenuto il trend più moderato, per effetto della frenata di quelli delle società non finanziarie. In parallelo, anche il secondo mese dell’anno ha visto un flusso netto positivo verso i depositi con durata prestabilita, sia delle famiglie sia delle imprese.
I depositi complessivi sono quindi rimasti in crescita, del 3% per le famiglie e del 2,8% per l’aggregato totale, un ritmo che dovrebbe essere proseguito a marzo secondo le anticipazioni ABI.
Inoltre, le obbligazioni hanno confermato il calo più moderato. Nel complesso, la raccolta da clientela è risultata in crescita sia a febbraio sia a marzo, secondo le stime ABI.

 

 


Indice dei contenuti

• Un DEF più interlocutorio che mai (p. 2 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 8 )
• Produzione industriale in crescita per il secondo mese a febbraio… (p. 9 )
• …ma fiducia, fatturato e ordini non mostrano ancora un recupero (p. 10 )
• Indicazioni contrastanti sui servizi (p. 11)
Prosegue la ripresa nelle costruzioni (p. 12 )
Segnali meno positivi sui consumi (p. 13 )
• Sta tornando ad aumentare la disoccupazione (p. 14 )
• Il commercio estero resta debole, ma contribuisce al PIL (p. 15 )
• Inflazione invariata a marzo, possibile un calo nei prossimi mesi (p. 16 )
• Tassi sui nuovi mutui alle famiglie riaggiustati verso il basso (p. 17 )
• In calo di circa un terzo le rinegoziazioni dei mutui stipulati dalle famiglie (p. 21 )
• La crescita dei depositi delle famiglie prosegue al ritmo del 3% (p. 24 )

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Aprile 2019