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6 Giugno 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’indice PMI dei servizi a maggio è calato a 53,7 da 55,7, con indicazioni di un rallentamento dell’attività ed una correzione delle aspettative.
L’indicatore rimane comunque ancora su livelli espansivi e superiori alla lettura di marzo

FRANCIA – Venerdì la produzione industriale ad aprile è calata per il terzo mese, di -0,1% m/m; dopo la crescita registrata a inizio anno l’industria potrebbe frenare il PIL nel trimestre corrente

AREA EURO – Ad aprile le vendite al dettaglio sono calate di -1,3% m/m, la prima flessione dopo tre mesi di crescita.
Nei prossimi mesi gli acquisti di beni dovrebbero restare deboli frenati dall’elevata inflazione e dallo spostamento della domanda verso i servizi.

STATI UNITI
 – Venerdì, il rapporto sul mercato del lavoro di maggio ha dato indicazioni positive, con una variazione di occupati non agricoli pari a 390 mila, dopo +436 mila di aprile (aumento medio 12 m: 545 mila).
Il settore privato ha creato 333 mila posti, con una crescita diffusa alla maggior parte dei settori.
Nel settore pubblico, l’aumento di 57 mila posti è spinto dall’occupazione statale.
Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile a 3,6% per il terzo mese consecutivo e i disoccupati sono poco variati a 6 mln, circa in linea con i livelli di febbraio 2020.
Il tasso di partecipazione è risalito di 1 decimo a 62,3%, all’interno dell’intervallo fra 62,2- 62,4% visto da inizio anno, grazie a un rialzo della forza lavoro di 333 mila unità in linea con la variazione degli occupati.
I salari orari sono aumentati di 0,3% m/m (5,2% a/a, media 3m ann. 4,5%) per il secondo mese consecutivo, ma il rialzo per i lavoratori senza mansioni di coordinamento (non supervisory workers) è ancora ampio a 0,6% m/m: la dinamica salariale rimane incompatibile con l’obiettivo di inflazione della Fed.
Le informazioni del mercato del lavoro restano coerenti con le aspettative di rialzi dei fed funds di 50 pb prospettate dalla Fed per il “prossimo paio di riunioni” e il CPI di maggio in uscita questa settimana dovrebbe dare supporto al sentiero atteso per i tassi.
– L’ISM dei servizi di maggio ha registrato un calo a 55,9 da 57,1, con una correzione a 54,4 dell’indice di attività e un aumento di ordini e occupazione a 57,6 e 50,2, rispettivamente.
Gli indici dei prezzi e dei tempi di consegna, se pure in calo, restano vicini ai record recenti.
Le imprese riportano problemi di scarsità di input, sia di beni intermedi e macchinari, sia di lavoro, e di pressioni sui prezzi.

CINA – L’aumento del PMI del settore dei servizi rilevato da Caixin Markit è stato modesto e inferiore a quello rilevato dal NBS (pubblicato la scorsa settimana e salito da 40 in aprile a 47,1 in maggio), segnalando una ulteriore contrazione dell’attività del settore dei servizi in maggio a causa delle misure di contenimento del Covid-19.
L’indice è salito da 36,2 in aprile a 41,4 in maggio, molto meno delle attese di consenso (Bloomberg: 46), rimanendo poco al di sotto del livello di marzo (42,2), ossia segnando il secondo peggior risultato da febbraio 2020.
Gli ordini hanno continuato a contrarsi seppur ad un ritmo inferiore a quello di aprile mentre le aspettative sono migliorate.
Le imprese hanno continuato a ridurre il personale con la componente occupazione scesa da 49,3 in aprile a 48,5 in maggio, il livello più basso da marzo 2021.
La dinamica delle componenti dei prezzi segnala che i prezzi degli input sono saliti a maggio anche se a un ritmo inferiore a quello di aprile e i prezzi di vendita sono aumentati solo lievemente.

 

COMMENTI:

BCE – L’evento principale della settimana sarà la riunione di politica monetaria della BCE, giovedì 9 giugno.
Ci si attende che la BCE annunci che gli acquisti netti APP si concluderanno il 1° luglio, e che le condizioni per avviare una fase di rialzo dei tassi ufficiali sono ormai soddisfatte.
I mercati sono già posizionati per una sequenza di rialzi molto aggressiva, che porterebbe il tasso sui depositi a 0,75% a fine anno e che inizierebbe il 21 luglio con una mossa di 25 o 50 punti base (noi pensiamo di 25 p.b.).
La BCE comunicherà anche la revisione delle proiezioni macroeconomiche e potrebbe forse definire meglio la strategia che potrebbe essere seguita in caso di eccessiva divergenza delle condizioni finanziarie fra i paesi dell’area euro.

AREA EURODomenica 12 giugno è in calendario il primo turno delle elezioni legislative in Francia e di quelle amministrative in Italia, dove si vota anche per 5 quesiti referendari in tema di giustizia (questi ultimi, più o meno ignorati da partiti politici ed elettori).

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in leggero recupero sulla parziale risalita dei rendimenti, mostrandosi però volatile in funzione dei dati che hanno fornito segnali non omogenei (migliore del previsto l’ISM manifatturiero, peggiore del previsto invece il numero degli occupati ADP, positivo ma con qualche indicazione contrastante l’employment report).
Questa settimana il focus sarà sui dati di inflazione (venerdì), attesi elevati, ma non in ulteriore ascesa, il che dovrebbe portare a una tendenziale stabilizzazione del biglietto verde, salvo sorprese o delusioni, in attesa dell’importante FOMC della settimana prossima, che fornirà indicazioni più precise sul sentiero dei tassi.
Il dollaro risentirà comunque di riflesso all’euro anche dell’esito della riunione BCE e potrà essere ancora influenzato dall’evoluzione della risk aversion.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in solo marginale arretramento, restando in area 1,07 EUR/USD, a parte un breve calo in area 1,06 EUR/USD sull’ISM manifatturiero USA che aveva sorpreso positivamente.
L’evento chiave sarà la riunione BCE di giovedì, che confermerà lo scenario di avvio del ciclo di rialzi dei tassi a luglio, a fronte di una revisione verso l’alto delle previsioni di inflazione, ma verso il basso di quelle di crescita.
L’euro dovrebbe trarre complessivamente beneficio dal consolidarsi della prospettiva di un’azione BCE più incisiva.
Tuttavia, la positiva reazione d’impatto potrebbe essere contenuta perché il mercato già sconta un sentiero di rialzi BCE più deciso e perché la combinazione di maggiore inflazione/minor crescita per via del conflitto russo-ucraino rimane un fattore negativo per l’area euro.
Il focus sarà comunque sull’entità dei rialzi: il mercato già contempla la possibilità di un rialzo di 50 pb tra luglio e settembre, ed eventuali conferme in tale direzione dovrebbero favorire l’euro.
Le resistenze chiave da monitorare sono quelle collocate in area 1,08 EUR/USD (intorno a 1,0850).

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 1,26 a 1,24 GBP/USD, sia contro euro da 0,84 a 0,85 EUR/GBP, penalizzata dal generalizzato recupero del dollaro.
In assenza di spunti sul fronte domestico, la sterlina dovrebbe seguire ancora i driver di dollaro, riflettendo anche la reazione dell’euro all’esito della riunione BCE.
Tendenzialmente dovrebbe stabilizzarsi, in attesa di spunti invece più rilevanti dalla riunione BoE della settimana prossima.
Oggi il cambio potrebbe risentire del voto di sfiducia nei confronti del premier Boris Johnson in programma nel pomeriggio – per gli assembramenti cui aveva partecipato sotto lockdown.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in ampio indebolimento sia contro dollaro da 126 a 130 USD/JPY – riavvicinando qui i minimi di maggio – sulla risalita dei rendimenti a lunga USA, sul rientro della risk aversion e sull’aumento dei prezzi del petrolio, sia contro euro da 136 a 140 EUR/JPY, aggiornando qui i minimi recenti di aprile per andare a rivedere i livelli d’inizio 2015.
Se i rendimenti USA proseguiranno la rimonta, l’indebolimento dello yen potrà proseguire.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Per quanto concerne i dati macroeconomici, è la settimana della produzione industriale di aprile.
Si prevede una contrazione in Italia, dopo l’inattesa tenuta del mese precedente, mentre in Germania output e ordinativi potrebbero rimbalzare solo in parte dopo le pesanti flessioni di marzo.
Le prospettive per la manifattura nei prossimi mesi restano comunque deboli.
– Nell’eurozona verrà diffusa anche la terza stima del PIL, con lo spaccato delle componenti di domanda.

STATI UNITI
– Ci sono pochi dati in uscita questa settimana, ma il CPI di maggio terrà alta l’attenzione dei mercati, alla vigilia della riunione del FOMC di metà giugno.
L’inflazione core a maggio dovrebbe segnare un aumento mensile di 0,5% m/m, anche se in termini tendenziali si dovrebbe confermare che il picco ciclico è stato toccato ad aprile.
Il dato headline sarà spinto anche da contributi positivi di energia e alimentari.
– La fiducia dei consumatori dovrebbe registrare un modesto rimbalzo a giugno, mentre il deficit della bilancia commerciale di aprile è previsto in ampio ridimensionamento.