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31 Ottobre 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Venerdì i primi dati di contabilità nazionale relativi al 3° trimestre hanno registrato modesti ritmi di crescita del PIL in Germania (0,3% t/t), Francia (0,2% t/t) e Spagna (0,2% t/t).
L’economia belga si è invece contratta marginalmente (-0,1% t/t).
– Le indagini di fiducia di ottobre della Commissione Europea hanno riportato un calo dell’indice composito ESI a 92,5 coerente con un’economia già in contrazione.
– Le stime flash dei prezzi al consumo di ottobre hanno riportato ampie sorprese al rialzo in Germania, Francia e Italia.
In Germania l’inflazione armonizzata è salita all’11,6% a/a (10,4% su base nazionale, un record dagli anni ‘50) mentre in Francia si è portata al 7,1% a/a.
In Italia è balzata al 12,8% a/a da un precedente 9,4% (11,9% da 8,9% sull’indice nazionale, sui massimi dalla prima metà degli anni ’80).
Sul mese i prezzi sono cresciuti di 3,5% m/m sul NIC e di 4% m/m sull’IPCA spinti soprattutto dall’energia e dai prodotti alimentari.
Ci aspettiamo che nei prossimi mesi l’inflazione possa salire ancora nei tre paesi e toccare un picco a cavallo d’anno.

GERMANIA – Poco fa le vendite al dettaglio tedesche hanno mostrato un aumento di +0,9% m/m a settembre, dopo il -1,4% m/m (rivisto al ribasso di un decimo) di agosto.

STATI UNITI – Venerdì, i dati hanno dato supporto alla previsione di iniziale svolta in atto per le pressioni su prezzi e salari, pur a fronte di una tenuta migliore delle attese sul fronte dei consumi.
A settembre, la spesa personale è aumentata di 0,6% m/m, come ad agosto, con una ripresa dei servizi (0,8% m/m) e variazioni positive anche per i beni (0,3% m/m) in termini reali, la spesa è in aumento di 0,3% m/m per il secondo mese consecutivo, con indicazioni migliori delle attese.
Il reddito personale è in rialzo di 0,4% m/m, con il reddito disponibile reale invariato su base mensile. Il tasso di risparmio in costante calo, a 3,1%, segnala che la tenuta dei consumi è fondata sull’utilizzo del risparmio accumulato durante la fase pandemica.
Il deflatore dei consumi aumenta di 0,3% m/m (6,2% a/a), con i prezzi dei beni in calo di -0,1% m/m (principalmente per la correzione della benzina) e quelli dei servizi in rialzo di 0,6% m/m (per abitazione e trasporti).
Il deflatore core è in rialzo di 0,5% m/m (5,1% a/a). L’abitazione registra un incremento di 0,8% m/m, mentre la sanità è in rialzo contenuto (0,2% m/m).
Il chiaro trend verso il basso dei prezzi delle case e degli affitti dà indicazioni di probabile rallentamento della dinamica mensile del deflatore core nell’arco di qualche mese.
– Egualmente importanti sono i segnali dell’Employment Cost Index del 3° trimestre, in aumento di 1,2% t/t (5% a/a), in rallentamento da 1,3% t/t (5,1% a/a) di giugno e 1,4% t/t di marzo.
In particolare, la variazione dell’indice dei salari nel settore privato rallenta a 1,2% t/t, da 1,6% t/t di giugno, con segnali incoraggianti per la maggior parte dei settori.
Nell’insieme, i dati di venerdì dovrebbero suggellare la svolta attesa verso una “calibrazione” dei rialzi dei tassi ufficiali da dicembre in poi.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a ottobre (finale) è rimasta circa invariata rispetto alla lettura preliminare.

CINA – Gli indici PMI rilevati dal NBS hanno registrato nel mese di ottobre una contrazione dell’attività economica moderata ma superiore alle attese di consenso, estesa a tutti i settori e tipologie di imprese.
Le principali cause della contrazione sono state il calo della produzione, degli ordini e dell’occupazione, sia nel settore manifatturiero sia in quello non manifatturiero.
L’indice PMI manifatturiero è sceso da 50,1 in settembre a 49,2 in ottobre, spinto al ribasso soprattutto dal calo delle componenti della produzione, degli ordini totali e dell’occupazione.
La componente degli ordini esteri è risalita da 47 in settembre a 47,6 in ottobre rimanendo comunque in territorio di contrazione.
Le scorte di beni finiti si sono contratte seppur ad un ritmo lievemente inferiore a settembre mentre i prezzi degli input sono saliti.
Il PMI del settore non manifatturiero è sceso di più, portandosi da 50,6 in settembre a 48,7 in ottobre, a causa del calo sia del PMI dei servizi sia di quello del settore costruzioni.
Il PMI dei servizi è diminuito per il quarto mese consecutivo passando da 48,9 in settembre a 47 in ottobre, con le componenti ordini e occupazione rimaste ampiamente sotto 50 e un minimo aumento delle aspettative.
Il PMI delle costruzioni, dopo il rimbalzo di quasi quattro punti che in settembre lo aveva portato a 60,2, è sceso in ottobre a 58,2, rimanendo comunque al di sopra di agosto.
La componente ordini, dopo quattro mesi al di sopra di 50, è scesa a 48,9 in ottobre e le aspettative sono lievemente salite.

 

COMMENTI:

GERMANIA – Migliaia di lavoratori dell’industria metalmeccanica hanno scioperato per diverse ore durante il fine settimana, mentre il sindacato IG Metal ha minacciato nuovi scioperi se la richiesta di aumento dei salari dell’8% dovesse rimanere inascoltata.

BCE – L’indagine BCE presso le imprese non finanziarie evidenzia attese di ulteriore deterioramento dell’attività nel quarto trimestre, anche se nel comparto dei beni di investimento l’arretrato di ordini da evadere sosterrà l’attività fino all’inizio del 2023.
Le condizioni del mercato occupazionale sono definite “tese”, anche se con un rallentamento della domanda di lavoratori temporanei.
Le pressioni sui prezzi sono in leggero allentamento, grazie alla stabilizzazione e al calo che ha interessato alcuni settori, ma la trasmissione dei rincari energetici è ancora in corso.
Le imprese si attendono una crescita salariale del 4% o più nel 2023, un fattore che alcune imprese vedono come negativo per la propria redditività.

STATI UNITI – La riunione del FOMC dovrebbe concludersi con il quarto rialzo consecutivo di 75pb e fed funds al 4%.
Il focus sarà sulla conferenza stampa di Powell che dovrebbe aprire a una fase di “calibrazionedei rialzi, preparando un futuro rallentamento del ritmo di restrizione senza modificare l’impegno a riportare l’inflazione sotto controllo.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – I dati sul PIL nel 3° trimestre dovrebbero registrare un rallentamento della crescita su ritmi modesti in Italia e nel complesso dell’Eurozona, prevediamo a 0,1% t/t e 0,2% t/t rispettivamente.
– Il dato preliminare di ottobre dovrebbe vedere una accelerazione dell’inflazione in area euro, al 10,9%.
– Questa settimana sono in calendario anche i dati occupazionali di settembre in Italia e nell’Eurozona, e di ottobre in Germania, e le rilevazioni di settembre sulla produzione industriale francese e gli ordini all’industria tedeschi.

STATI UNITI
 – Oggi non ci sono dati in uscita, ma l’agenda della settimana è fitta di dati ed eventi cruciali per il quadro economico.
Sul fronte dei dati, l’employment report dovrebbe mostrare occupati in aumento, ma a un passo più contenuto rispetto ai mesi precedenti.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe risalire marginalmente a 3,6%.
– Gli indici ISM di ottobre dovrebbero correggere, segnalando indebolimento della crescita ma restando ancora in territorio espansivo.