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31 Maggio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Per quanto riguarda l’andamento dell’attività economica, l’indice composito di fiducia economica ESI della Commissione Europea è rimasto sostanzialmente stabile a maggio (105 da 104,9 di aprile), su livelli ancora superiori alla media di lungo periodo.
Il morale è calato nell’industria mentre è migliorato ancora nei servizi.
La correzione degli indici relativi a commesse industriali e aspettative nel terziario segnala la presenza di rischi al ribasso circa la tenuta della domanda nei prossimi mesi.

GERMANIA – L’inflazione armonizzata è salita all’8,7% a/a dal 7,8% precedente, ben oltre le attese, e si è portata sui massimi dall’inizio delle rilevazioni nel 1997.
Su base nazionale l’inflazione è balzata al 7,9% a/a dal 7,4% di aprile, record toccato solamente durante i mesi a cavallo tra il 1973 e il 1974 (durante la prima crisi petrolifera).

BELGIO – L’inflazione armonizzata è al 9,9% a/a ed è spiegata in gran parte dal contributo della componente energetica.

SPAGNA – Anche l’inflazione spagnola è cresciuta più del previsto, all’8,5% a/a dall’8,3% precedente sull’indice armonizzato.

GIAPPONE
 – I dati di aprile danno segnali misti per il quadro congiunturale.
La produzione industriale (dato preliminare) è calata più delle attese (-1,3% m/m, contro -0,2% m/m del consenso), con contributi negativi di elettronica, macchinari e auto, legati ai persistenti problemi dal lato dell’offerta.
Le previsioni per i prossimi mesi (generalmente troppo ottimistiche) sono di ripresa a maggio (4,8% m/m) e moderato calo a giugno (-0,8% m/m), con indicazioni per una variazione di circa 1% t/t rispetto al 1° trimestre.
– Le vendite al dettaglio hanno registrato una variazione di 2,9% a/a, dopo 0,7% a/a di marzo, con un rialzo di 0,8% m/m, nonostante un calo nel settore auto, grazie alla riapertura delle attività dopo la fine delle restrizioni dovute a Covid.
In termini reali, le vendite sono però in calo di -1,3% m/m, e sono invariate rispetto alla media del 1° trimestre.
– Il tasso di disoccupazione è sceso di 1 decimo a 2,5%, grazie a un aumento degli occupati superiore a quello della forza lavoro.
Il jobs-to-applicant ratio ha segnato un nuovo rialzo, a 1,23, con indicazioni positive per lo scenario del mercato del lavoro.

CINA – Gli indici PMI del NBS relativi al mese di maggio sono migliorati più delle attese di consenso, prefigurando un minor ritmo di contrazione dell’attività economica rispetto al mese di aprile, in particolare nel settore dei servizi.
Il PMI del settore manifatturiero è salito da 47,4 in aprile a 49,6 in maggio (Consenso Bloomberg: 49), portandosi poco al di sopra del valore di marzo (49,5).
Tutte le componenti hanno registrato un aumento anche se rimangono in territorio di contrazione ad eccezione della componente prezzi, che è scesa da 64,2 in aprile a 55,8 in maggio, segnalando un rallentamento dell’inflazione dei prezzi degli input.
Il ritmo di contrazione degli ordini esteri appare maggiore di quello delle commesse domestiche, seppur in miglioramento rispetto ad aprile.
La scomposizione per tipologia di impresa indica un miglioramento per le grandi imprese, dove l’indice è risalito a 51 in maggio da 48,1 in aprile, mentre l’attività rimane in contrazione, seppur ad un ritmo meno sostenuto rispetto ad aprile, nelle medie e, soprattutto, nelle piccole imprese.
La difficoltà delle piccole e medie imprese è testimoniata anche dall’ulteriore calo del PMI di Standard Chartered, sceso da 49,4 in aprile a 48,5 in maggio, con un netto calo di produzione e ordini.
Il PMI non manifatturiero è salito da 41,9 in aprile a 47,8 in maggio (Consenso Bloomberg: 45,5), con una dinamica simile al manifatturiero per gli ordini e con un’ulteriore contrazione dell’occupazione.
Il miglioramento è avvenuto principalmente grazie ad un aumento dell’indice PMI servizi, che è rimbalzato da 40 in aprile a 47,1, incorporando una minor contrazione degli ordini e un aumento delle aspettative.
Il PMI del settore costruzioni, pur rimanendo in territorio espansivo, ha registrato una flessione da 52,7 in aprile a 52,2 in maggio, evidenziando un calo dei prezzi degli input e dei prezzi di vendita, mentre le aspettative sono salite lievemente.
Il miglioramento delle condizioni sia nel settore manifatturiero sia in quello non manifatturiero ha contribuito a far risalire il PMI composito da 42,7 in aprile a 48,4 in maggio.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Il Consiglio Europeo ha raggiunto un accordo politico sul divieto di importazione di petrolio e prodotti petroliferi dalla Russia, con l’eccezione delle consegne effettuate via oleodotto.
Riguardo a queste ultime, Germania e Polonia si sono impegnate a chiudere il ramo settentrionale dell’oleodotto Druzhba, rinunciando all’esenzione.
Approfitteranno dell’esenzione, invece, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, sebbene con l’impegno a sospendere le importazioni “il prima possibile”.
L’accordo necessita ora dell’approvazione del Consiglio.
Le nuove sanzioni includeranno anche la sospensione dell’accesso alla rete SWIFT per Sberbank.
Oggi il Consiglio Europeo tornerà sul tema energetico discutendo il piano REPowerEU della Commissione.

STATI UNITI – Dalla Fed, Waller (Board Fed) ha detto di essere favorevole ad attuare rialzi dei tassi di 50 pb a “diverse riunioni” e non modificherebbe tale ritmo di interventi fino a quando non vedrà l’inflazione scendere più vicino all’obiettivo del 2%.
Commentando le aspettative di mercato, che vedono i tassi in aumento di altri 1,75 pb entro fine anno, Waller ha affermato che questo scenario implica “un grado significativo di restrizione” ma ha aggiunto che se sarà necessario fare di più, la Fed “lo farà”.
Waller ha ribadito che il Comitato è unito nell’impegno di fare quello che è necessario (“commitment to do what it takes”) per ridurre l’inflazione.
Waller ha minimizzato i rischi di una recessione causata dalla restrizione monetaria.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in marginale calo ieri, ma con i mercati USA che erano chiusi il movimento riflette perlopiù il rafforzamento dell’euro, per cui il vero test si avrà nei prossimi giorni con gli ISM e l’employment report.
A meno di sorprese eclatanti comunque o di un nuovo significativo deterioramento di sentiment, il biglietto verde dovrebbe tendere a stabilizzarsi dopo il ritracciamento delle ultime due settimane.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo ieri da 1,0724 a 1,0786 EUR/USD favorito dalla salita dei rendimenti in funzione delle sorprese verso l’alto dai dati di inflazione spagnoli e tedeschi.
L’accordo politico (che necessita ora dell’approvazione del Consiglio) raggiunto ieri dal Consiglio Europeo sul divieto di importazione di petrolio dalla Russia aumenta il rischio di un protrarsi delle pressioni verso l’alto sulla dinamica dei prezzi.
Anche l’inflazione aggregata dell’area stamani ha sorpreso verso l’alto salendo più delle attese di consenso, ma oggi l’euro apriva in leggero arretramento, in parte fisiologico dopo l’ascesa recente, e al momento non sta traendo beneficio dal dato, sia perché la reazione è stata perlopiù già ieri sia perché il mercato incorpora già un sentiero di rialzi dei tassi BCE relativamente robusto.
Il consolidarsi tuttavia di tale scenario BCE dovrebbe riuscire comunque a favorire ancora l’euro prossimamente.

GBPLa sterlina ha aperto la settimana consolidando ieri contro dollaro in area 1,26 GBP/USD ma si tratta di una dinamica “inerziale” in assenza di spunti nuovi sul fronte domestico e a mercati USA chiusi.
Oggi infatti sta ritracciando e nei prossimi giorni dovrebbero essere i driver di dollaro a guidare il cambio.
La valuta britannica potrebbe tendenzialmente stabilizzarsi se non vi saranno spunti in grado di far rimbalzare rapidamente il biglietto verde.
Contro euro si sta mantenendo in range tra 0,84 e 0,85 EUR/GBP, dinamica che dovrebbe prevalere anche nei prossimi giorni.

JPYLo yen ha aperto la settimana in calo contro dollaro da 126 a 128 USD/JPY tra ieri e oggi, sulla scia di un generale ridimensionamento della risk aversion e sull’apertura al rialzo oggi dei rendimenti a lunga USA.
Questi saranno il driver principale, per cui una prosecuzione di tale movimento indebolirebbe ulteriormente la valuta nipponica.
Lo yen si è indebolito anche conto euro da 136 a 137 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– Oggi il tasso di disoccupazione è atteso invariato al 5% a maggio, mentre in Francia la spesa per consumi potrebbe risultare stagnante ad aprile dopo l’ampio calo di marzo.
– In calendario anche le stime finali del PIL nel 1° trimestre, che ci aspettiamo confermino le letture preliminari in Italia (-0,2% t/t), Francia (0%) e Belgio (0,3%).
– Ma i dati più attesi sono le stime preliminari dell’inflazione armonizzata nel mese di maggio in Italia, vista al 7,1% dal 6,3%, in Francia, attesa al 5,7% dal 5,4%, e nell’Eurozona, che ora ci attendiamo salga all’8,2%, alla luce dei dati preliminari pubblicati ieri da alcuni Paesi.

STATI UNITI
 – Oggi viene pubblicata la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board, prevista in calo moderato, a 104,5 a maggio, da 107,3 di aprile: la tenuta del mercato del lavoro dovrebbe in parte controbilanciare le preoccupazioni per il rialzo dell’inflazione.
– L’indice dei prezzi delle case Case-Shiller a maggio sarà importante per avere conferma della stabilizzazione dell’aumento annuo dei prezzi intorno a 20% a/a.