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30 Settembre 2022 – nota economica giornaliero

GERMANIA – Ieri, l’inflazione è cresciuta ben oltre ogni attesa, portandosi al 10,9% a/a dall’8,8% precedente sull’indice armonizzato UE (massimo dall’inizio delle rilevazioni nel 1997).
Su base nazionale l’inflazione è balzata al 10% a/a dal 7,9% di agosto, record dagli anni ’50.
Lo spaccato parziale dell’indice nazionale suggerisce come siano ancora le componenti energia (43,9% a/a) ed alimentari (a 18,7% da 16,6% precedente) a trainare l’inflazione ma con un’accelerazione della crescita dei listini diffusa anche ai servizi (3,6% a/a da 2,2%).
Cala invece all’1,7% a/a l’inflazione degli affitti.
Sul dato ha inciso il venir meno della riduzione a 9€ al mese dell’abbonamento per il trasporto pubblico.

ITALIA – Un segnale piuttosto allarmante sul fronte delle pressioni inflazionistiche nell’eurozona è venuto anche dal dato sul PPI italiano di agosto, che ha raggiunto un nuovo massimo storico assoluto a 40,1% a/a (50,5% sul mercato interno).

SPAGNA – Viceversa, l’inflazione spagnola è calata più del previsto a settembre, al 9,3% a/a dal 10,5% precedente sull’indice armonizzato ed al 9% da 10,5% di agosto su base nazionale; anche l’inflazione di fondo (sul CPI) è scesa, di due decimi al 6,2% a/a.

AREA EURO – Le indagini della Commissione Europea hanno concluso la tornata di indagini di settembre confermando un quadro di deciso rallentamento del ciclo tra l’estate e l’autunno e di aumento dei rischi recessivi per i prossimi mesi.
L’indice ESI è calato più del previsto a 93,7 da 97,3 con flessioni diffuse a tutti i macro-settori.

STATI UNITI
 – Ieri, la terza stima del PIL del 2° trimestre ha confermato la variazione di -0,6% t/t ann. vista con la seconda stima, pur con una revisione verso l’alto dei consumi e verso il basso delle esportazioni.
La divergenza fra PIL e reddito nel primo semestre si è chiusa in parte con un’ampia revisione verso il basso del reddito.
L’aggiornamento delle serie annuali dal 2016 al 2021 vede una crescita media annua di 2,1%, 0,2 pp al di sopra delle stime precedenti.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione al 24 settembre hanno registrato un nuovo calo, a 193 mila, sui minimi da maggio, da 213 mila della settimana precedente, e la media a 4 settimane è scesa a 207 mila.
I dati confermano la persistenza di un mercato del lavoro sotto pressione e danno indicazioni in linea con un employment report forte anche a settembre.

GIAPPONE
– La produzione industriale ad agosto ha sorpreso ampiamente verso l’alto, con un incremento di 2,7% m/m (5,1% a/a), spinta da macchinari, metallurgia e chimica, mentre elettronica e auto hanno continuato a contrarsi.
Le proiezioni raccolte dal METI sono positive anche per i prossimi due mesi, con aspettative di rialzi di 2,9% e 3,2% m/m a settembre e ottobre, rispettivamente.
Fatturato e scorte sono in aumento ad agosto, con indicazioni positive per la crescita del 3° trimestre.
– Il tasso di disoccupazione ad agosto è calato a 2,5% da 2,6% dei tre mesi precedenti, con la correzione della forza lavoro che ha più che compensato la modesta flessione degli occupati.
Il jobs to applicants ratio ha toccato il massimo da aprile 2020, a 1,32, segnalando persistente eccesso di domanda di lavoro.
– Le vendite al dettaglio ad agosto sono aumentate di 1,4% m/m (4,1% a/a).
La crescita è diffusa alla maggior parte dei beni non durevoli, mentre per i beni non durevoli persiste il trend negativo dovuto alle strozzature all’offerta.

CINA
 – Gli indici PMI di settembre confermano che le misure di contenimento dei contagi continuano ad avere un impatto rilevante sull’attività del settore dei servizi.
Il rallentamento della domanda estera comincia a pesare sull’attività del settore manifatturiero che, nonostante i miglioramenti concentrati soprattutto nelle grandi imprese, rimane comunque fiacca.
Il PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è sceso da 49,5 in agosto a 48,1 in settembre, più delle attese di consenso (Bloomberg: 49,5), a causa di un calo generalizzato di tutte le componenti e, in particolare, della produzione (da 50,5 in agosto a 47,3 in settembre), degli ordini esteri (da 48,6 in agosto a 45,5 in settembre) e di quelli interni (da 48,9 in agosto a 47,1 in settembre).
– Il PMI manifatturiero rilevato dal NBS è, invece, lievemente salito, da 49,4 in agosto a 50,1 in settembre, sostenuto da un miglioramento delle componenti della produzione (da 49,8 in agosto a 51,5 in settembre), delle scorte di prodotti finiti (che rimane al di sotto di 50) e da un significativo rimbalzo della componente dei prezzi degli input (da 44,3 in agosto a 51,3 in settembre).
È scesa invece la componente degli ordini esteri (da 48.1 in agosto a 47 in settembre) mentre, nonostante un lieve miglioramento, quella degli ordini totali è rimasta in territorio di contrazione.
– Il PMI non manifatturiero del NBS è sceso di due punti (da 52,6 in agosto a 50,6 in settembre), più delle attese di consenso (Bloomberg 52,4), trainato al ribasso dal calo del PMI del settore dei servizi (da 51,9 in agosto a 48,9 in settembre).
Il PMI del settore costruzioni è invece salito a 60,2 in settembre), più che recuperando il calo di agosto (a 56,5 da 59,2 in luglio), pur con un rallentamento degli ordini.

 

COMMENTI:

GERMANIA – Il Governo ha annunciato che il Fondo per la stabilizzazione dell’economia che era stato creato nel marzo 2020 per fronteggiare la pandemia e utilizzato fino allo scorso giugno, verrà riattivato nelle prossime settimane per essere usato come “scudo” contro la crisi energetica, con una dotazione massima da 200 miliardi fino al marzo/aprile 2024.
I dettagli non sono ancora disponibili, ma le nuove misure dovrebbero includere un meccanismo per introdurre una sorta di tetto ai prezzi del gas (senza però rimuovere l’incentivo a ridurre i consumi) per imprese e famiglie, con prelievi sugli extra-profitti dei produttori, e il taglio dell’IVA sul gas dal 19% al 7% fino alla primavera 2024.

ITALIA – L’ARERA ha annunciato un aumento del 59% dal 1° ottobre per la bolletta elettrica per la famiglia tipo in tutela (senza l’intervento dell’Autorità e del Governo, l’aumento sarebbe stato del 100%).
La spesa per la sola bolletta elettrica della famiglia-tipo nel 2022 sarà di circa 1.322 euro, dai 632 euro del 2021.

BCEDe Cos (Banca di Spagna) ha dichiarato che i modelli suggeriscono che i tassi ufficiali BCE potrebbero toccare il picco a 2,25-2,50%, sulla base delle informazioni correnti.
Il tasso terminale potrebbe essere ridotto dalla riduzione del portafoglio APP.
Riguardo a quest’ultima possibilità, De Cos ha avvisato che la BCE potrebbe decidere di avviarla prima di quanto i mercati scontano, ma che tale passo dovrà essere valutato con attenzione a causa del rischio che provochi turbolenze sui mercati finanziari.
Secondo Lane, il canale del cambio è troppo debole per pensare che la BCE debba usare la politica monetaria per rispondere a movimenti dei mercati valutari.

STATI UNITI – Dalla Fed, Daly (San Francisco Fed) ha detto di essere in linea con la previsione mediana del FOMC di tassi fra 4,5% e 5% nel 2023, stabili per tutto il prossimo anno.
A suo avviso non sarà necessaria una recessione per riportare l’inflazione sotto controllo.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha proseguito il ritracciamento ribassista avviato due giorni fa, seguendo l’analogo movimento di rientro di rendimenti e risk aversion.
L’arretramento ha in parte anche natura tecnica e suggerisce che all’avvicinarsi della fase di chiusura del ciclo di rialzi Fed l’upside del dollaro dovrebbe andare riducendosi.
Nel breve tuttavia, fino a che i dati di inflazione USA non danno segnali convincenti di rientro e il quadro globale rimane fragile, il biglietto verde può tornare a rafforzarsi ancora.
Già questa mattina infatti ha ripreso a salire.
Da seguire oggi intanto i deflatori, per verificare la permanenza o meno di elevate pressioni inflazionistiche.

EURDi riflesso al ritracciamento del dollaro e in correlazione positiva con la sterlina l’euro ha proseguito il rialzo salendo da 0,96 a 0,98 EUR/USD.
Nonostante il rafforzarsi di attese di un altro rialzo dei tassi BCE di 75 pb alla prossima riunione di fine ottobre, sulla scia di varie dichiarazioni BCE e dei dati di inflazione che hanno mostrato un ulteriore aumento superiore al previsto, questo recupero del cambio non è dovuto a fattori di forza propria.
La prospettiva di un’accelerazione del sentiero di rialzi BCE non dovrebbe essere in grado – autonomamente – di preservarlo da rinnovata debolezza, se i dati dell’area confermeranno un rischio di recessione e la Fed non rallenterà il ritmo dei rialzi.
Oggi, infatti è tornato a scendere in area 0,97 EUR/USD dopo i dati di inflazione dell’area che hanno mostrato un aumento superiore alle attese.
Tecnicamente, fino a 1,01-1,02 EUR/USD il fronte ribassista resta intatto.

GBPLa sterlina ha accelerato il recupero contro dollaro salendo tra ieri e oggi da 1,07 a 1,12 GBP/USD, aiutata dall’effetto rassicurante della BoE che ha proseguito ieri gli acquisti di titoli governativi avviati due giorni fa per contrastare la correzione dell’obbligazionario.
Potenzialmente positiva anche la notizia che oggi la premier Truss e il ministro delle finanze Kwarteng hanno avuto un incontro con l’OBR (Office for Budget Responsibility), fatto inusuale in quanto potrebbe essere interpretato come tentativo di ingerenza del governo nell’attività di un organismo che invece è indipendente.
Tuttavia, un’altra interpretazione potrebbe essere quella di una condivisione di informazioni volta a verificare i margini di manovra ai fini di rivedere almeno in parte il programma annunciato venerdì scorso, onde ridurre l’impatto negativo sui conti pubblici, e riguadagnare credibilità anche di fronte alla crescente opposizione interna.
A conclusione dell’incontro infatti il responsabile dell’OBR, Richard Hughes, ha comunicato che si è discusso dello scenario economico e fiscale.
Hughes ha anche annunciato che l’OBR la settimana prossima renderà noto un programma per la pubblicazione delle proprie previsioni e intanto fornirà a Kwarteng una prima bozza delle proprie previsioni il 7 ottobre.
Un comunicato ufficiale dell’OBR sull’incontro odierno verrà rilasciato più tardi in giornata.
Eventuali notizie positive che dovessero trapelare dall’incontro favorirebbero ulteriormente la sterlina, che altrimenti resta esposta a nuovi cali già nel breve.
La sterlina tra ieri e oggi ha recuperato anche contro euro, riportandosi da 0,89 a 0,87 EUR/GBP.

JPYLo yen si è stabilizzato contro dollaro in area 144 USD/JPY a un soffio dalla soglia critica dove la settimana scorsa le autorità sono intervenute sul cambio (quota 145 USD/JPY).
La stabilizzazione riflette soprattutto il parziale rientro dei rendimenti a lunga USA, ma anche il monitoraggio vigile delle autorità, pronte a intervenire nuovamente se necessario, sta in parte contribuendo a contenere il downside.
Oggi il ministero delle finanze ha pubblicato le cifre dell’intervento di giovedì scorso: ha speso una cifra record di 2838 miliardi di yen (quasi 20 miliardi di dollari), superiore all’analogo intervento del 1998 (2620 miliardi).
Con un ammontare di riserve valutarie giapponesi pari a 1300 miliardi di dollari, di cui il 10% circa (135,5 miliardi) sotto forma di depositi – quindi facilmente spendibili per interventi valutari – vi sarebbe spazio per altri cinque interventi analoghi a quello della settimana scorsa, in caso di necessità.
Nel breve infatti il rischio che lo yen torni a indebolirsi contro dollaro appena i rendimenti a lunga USA riprendono a salire rimane.
Contro euro lo yen è sceso da 139 a 142 EUR/JPY, sul recupero dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – In calendario per oggi ci sono le letture dei prezzi al consumo di settembre.
L’inflazione è attesa toccare un nuovo massimo a settembre: l’indice headline dovrebbe salire al 9,9% a/a da 9,1% precedente, mentre la dinamica core BCE (al netto di alimentari freschi ed energia) è vista accelerare al 5,8% da 5,5% di agosto.
Sul mese, i prezzi al consumo dovrebbero essere cresciuti di 0,7%, ancora sopra l’usuale profilo stagionale.
– In agenda anche i dati sulla disoccupazione, attesa stabile a 6,6% nell’Eurozona ad agosto e in aumento in Germania e Italia (rispettivamente al 5,6% a settembre e all’8% ad agosto).

ITALIA – L’inflazione potrebbe salire ancora a settembre, toccando un nuovo massimo dalla metà degli anni ’80, a 8,8% a/a sull’indice nazionale e a 9,5% sull’armonizzato.
Nel mese i prezzi al consumo sarebbero cresciuti di due decimi sul NIC e di 1,7% m/m sull’IPCA.

FRANCIA
– L’inflazione è attesa salire a 6,1% da 5,9% precedente sul CPI e a 6,7% a/a da 6,6% sull’armonizzato. Nel mese, i prezzi al consumo dovrebbero mostrare una stagnazione sull’indice domestico e un calo di -0,1% m/m sull’IPCA, per via della flessione dei listini energetici.
– Infine, ad agosto, i consumi privati dovrebbero riportare un nuovo calo, stimiamo di -0,5% m/m (si tratterebbe del terzo dato negativo mensile consecutivo).

STATI UNITI
 – Oggi l’agenda ha diversi discorsi dalla Fed e alcuni dati di rilievo.
La spesa personale di agosto dovrebbe mostrare un rialzo di 0,2% m/m, dopo 0,1% m/m, con un calo nel comparto dei beni dovuto all’ampia correzione della benzina e una variazione più sostenuta per i servizi.
Il reddito personale è previsto in aumento di 0,3% m/m, con conferme di una ripresa della dinamica mensile del reddito reale, come già visto a luglio.
Il deflatore dovrebbe registrare una variazione di 0,1% m/m (6% a/a), mentre l’indice core dovrebbe riaccelerare, con un aumento di 0,5% m/m dopo 0,1% m/m di luglio, e rischi verso l’alto per la variazione a/a, alla luce della revisione verso l’alto del deflatore nel PIL del 2° trimestre.
Le misure di inflazione da monitorare per prevedere l’andamento dei prezzi e della politica monetaria sono la mediana e la media troncata sia per il CPI sia per il deflatore, che danno il quadro della dispersione dei rincari di dimensione elevata.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a settembre (finale) è attesa in modesto rialzo a 60 da 59,5 della lettura preliminare, con una conferma del calo delle aspettative di inflazione a 1 e a 5 anni viste nella precedente rilevazione.