Seguci su twitter

Categorie

30 Settembre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – I prezzi alla produzione nell’industria sono saliti di un decimo ad agosto (spinti dal mercato interno), per una variazione annua pari a -3% (da -3,5% di luglio, e dal minimo di -5,3% toccato lo scorso maggio).
Nel mese, le uniche significative pressioni al rialzo (sul mercato domestico) sono venute dai beni di consumo non durevoli (+0,5% m/m); sull’anno, i beni durevoli vedono rincari dell’1,7%, a fronte di un eccezionale ribasso per i prodotti energetici (-12,2%).
Al netto dell’energia, il PPI sul mercato interno vede una crescita di un decimo sul mese e un calo di altrettanto sull’anno. Tra i non energetici, significativi ribassi su base annua si notano per metallurgia e chimica.

AREA EURO
– A settembre continua la ripresa dell’indice ESI di fiducia economica, cresciuto da 87,5 a 91,1.
Il recupero è più forte nei servizi, passati a -11,1 (+6,1punti rispetto al valore di agosto); migliorano anche l’industria a -11,1 (da -12,8 di agosto), e il commercio al dettaglio a -8,7 (da -10,5).
L’indice delle costruzioni ha segnato anch’esso un aumento a -9,6 (+2,2 rispetto al valore precedente).
Il livello rimane comunque ben al di sotto della media storica, e coerente con un ritmo di espansione ancora inferiore alla norma.
Le aspettative di inflazione restano più basse del dato pre-COVID.
Lo spaccato per Paese indica che l’ESI è cresciuto in tutte le maggiori economie dell’Eurozona: tra i paesi coinvolti nell’indagine, l’Italia ha registrato l’aumento più forte (+8,4 punti rispetto al dato precedente).
Nei servizi, il clima di fiducia è del tutto normalizzato nel segmento trasporto e magazzinaggio (0.3), riflesso della buona ripresa nella produzione di beni. Nei servizi di alloggio e nella ristorazione, si nota un nuovo ampio miglioramento in settembre, ma i livelli restano molto bassi (rispettivamente -33,5 e -26,8), e le aspettative sulla domanda sono negative. Anche nei servizi professionali (-13,3) e in quelli amministrativi (-12,5) la fiducia resta ben sotto la norma.
Il dato finale della fiducia dei consumatori del mese di settembre conferma il valore della stima flash di -13,9. Ci aspettiamo una risalita lenta e discontinua nei prossimi mesi, a causa dell’incertezza generata dalla crescita dei contagi.
(BCE) La scorsa settimana gli acquisti netti del PEPP sono stati pari a 16,8 miliardi. Il flusso netto è stato invece di 8,6 mld nel PSPP, 2,6 mld nel CSPP e 1,8 mld nel CBPP3.
Gli acquisti netti totali sono tornati al livelli di fine luglio, dopo il calo di agosto e inizio settembre.

GERMANIA
– Le vendite al dettaglio sono cresciute più delle attese ad agosto, passando a 3,1% m/m e anche il dato di luglio è stato rivisto al rialzo da -0,2% m/m a 0,2% m/m.
I consumi sono stati trainati dal boom degli acquisti online e dagli articoli per la casa, mentre abbigliamento e accessori per la persona hanno segnato il passo. Già ad agosto i consumi sono del 5,8% superiori al loro livello di febbraio.
Sull’anno la variazione passa a 3,7% da 5,0%.Nel 3° trimestre i consumi sono attesi in robusta risalita dopo il crollo dei mesi primaverili, che comunque era stato meno marcato che negli altri Paesi dell’Eurozona.
– I dati flash dai Länder indicano che a settembre i prezzi al consumo sono calati più delle attese e precisamente di -0,2% m/m (da -0,1% m/m) sull’indice nazionale e di -0,4% m/m (da -0,2% m/m) su quello armonizzato.
Nel mese la discesa è spiegata principalmente dal taglio dell’IVA scattato il primo luglio e dalla flessione del costo dell’energia. L’inflazione di riflesso sarebbe rallentata di altri due decimi scendendo in territorio negativo, rispettivamente da zero a -0,2% sull’indice nazionale e di tre decimi da -0,1% a -0,4% su quello armonizzato.
Il taglio dell’IVA rimarrà in vigore fino a fine anno e contribuirà a mantenere l’inflazione debole.

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a settembre aumenta a 101,5 (dati raccolti fino al 18 settembre) da 86,3 di agosto.
La situazione corrente balza da 85,8 a 98,5; anche le aspettative segnano un rialzo ampio, passando da 86,6 a 104.
L’incremento di settembre segue due contrazioni consecutive e indica valutazioni migliori sia per il breve sia per il medio termine riguardo al mercato del lavoro, alle prospettive dell’economia e del reddito.
Le famiglie riportano anche maggiore ottimismo riguardo alle finanze personali, con indicazioni moderatamente favorevoli per il proseguimento della crescita dei consumi.
Nonostante i rialzi di settembre, i livelli della fiducia e dei sotto indici restano al di sotto di quelli pre-Covid.

CINA – L’indice PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è sceso marginalmente da 53,1 di agosto a 53 a settembre, ma rimanendo su livelli elevati e registrando un miglioramento in quasi tutte le componenti, in particolare negli ordini sia interni sia esteri, questi ultimi balzati da 50,7 a 54,4.
La componente della produzione, pur in calo di due punti, a 54 è rimasta ampiamente in territorio espansivo.
Il miglioramento generalizzato delle componenti ha riguardato anche il PMI manifatturiero rilevato dal NBS, che è salito da 51 a 51,5, registrando un aumento esteso a tutte le tipologie di imprese.
Il PMI non manifatturiero è salito a settembre  a 55,9 (da 55,2 di agosto), grazie ad un aumento del PMI dei servizi, arrivato a 55,2 a settembre( da 54,3 in agosto) e alla stabilità su livelli elevati del PMI del settore costruzioni (60,2), entrambi con le componenti delle aspettative in aumento.
In generale i dati segnalano che l’attività economica ha continuato ad accelerare in settembre grazie ad un miglioramento diffuso sia nel settore manifatturiero sia nel settore dei servizi, e ad un aumento delle esportazioni segnalato dal balzo degli ordini esteri.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Governo è atteso approvare la Nota di Aggiornamento al DEF, nella quale dovrebbe rivedere le stime sul PIL al ribasso per il 2020 (da -8% a -9%) e al rialzo per il 2021 (a 6%, da un precedente “tendenziale” a 4,7%). Quest’anno, il debito potrebbe sfiorare il 160% del PIL. Il disavanzo nel 2021 si attesterebbe attorno al 6% del PIL.
La manovra per l’anno prossimo è vista valere circa 30 miliardi, non meno di un terzo dei quali (circa 10 mld) arriveranno dal Recovery Fund; di questi, 5 miliardi dovrebbero essere destinati alla decontribuzione del lavoro dipendente, mentre il resto potrebbe essere usato per gli sconti fiscali per le imprese che investono in tecnologia e per la riconversione ecologica degli immobili.
Il documento dovrebbe contenere anche una prima scansione temporale nell’utilizzo delle risorse dal Recovery Fund.

STATI UNITI
 – Il primo dibattito presidenziale fra Trump e Biden si è svolto in un clima di forte tensione e di toni aggressivi, che hanno prevalso sull’obiettivo di offrire una visione per i prossimi 4 anni convincente per gli elettori indecisi. Gli scontri accesi durante il dibattito hanno riguardato la gestione della pandemia, i temi razziali e le proteste sociali, la nomina di un giudice della Corte Suprema a poco più di un mese dalle elezioni, la riforma sanitaria, l’integrità del voto e i risultati dell’attività politica dei due candidati.
Su tutti i punti, il moderatore ha cercato di permettere uno scambio di opinioni, senza grandi risultati. Trump ha evitato di affermare che accetterà in modo pacifico i risultati elettorali, ha ribadito di non aver voluto sottolineare la pericolosità di Covid per non fare generare panico e ha ripetuto che il virus è “colpa della Cina”.
Trump ha anche evitato di criticare gruppi suprematisti, ribadendo che la violenza viene per lo più dalla sinistra e dal movimento “antifa.
Biden è stato attaccato sulla protezione dell’ordine e sui mancati risultati dei democratici in termini di riduzione dei problemi razziali, oltre che su questioni personali come i problemi di droga del figlio Hunter.
I toni del dibattito sono stati definiti appropriatamente da Biden come “non presidenziali”.
L’evidenza del passato mostra che i dibattiti sono pressoché irrilevanti per il risultato elettorale e, sulla scia della performance di ieri, sembra probabile che il vantaggio di Biden non venga eroso.
Pelosi e Mnuchin hanno discusso oggi la possibilità di un nuovo pacchetto di stimolo fiscale.
Pelosi ha detto di esser fiduciosa di poter raggiungere un accordo con il segretario del Tesoro entro questa settimana.
Anche Meadows, capo dello staff di Trump, ha dato dei segnali incoraggianti riportando di aver avuto un colloquio con Mnuchin e Trump e di vedere dei progressi per fornire supporto all’economia.
I democratici hanno sottolineato che la recente presentazione di un nuovo pacchetto per 2,2 tln mirava a ridare vigore ai negoziati, mentre Meadows ha ricordato che l’amministrazione concorda su un intervento per circa 1,5 tln.
Kaplan (Dallas Fed) ha detto che si aspetta tassi fermi fino al 2022 o 2023, ma ha aggiunto che tassi vicini a zero per un periodo prolungato possono creare effetti negativi per i risparmiatori, incoraggiare l’assunzione di rischi eccessivi e creare distorsioni sui mercati finanziari.
Kaplan ha ribadito che oltre allo stimolo monetario, la ripresa richiederà ulteriore supporto fiscale.
Secondo Kaplan è cruciale che vengano estesi trasferimenti a stati e a enti locali, le cui finanze sono sotto “un massiccio stress”. La mancanza di nuovi trasferimenti ai governi statali e locali rappresenta un rischio cruciale per le previsioni economiche del 2020 e 2021.
Kaplan aveva dissentito alla riunione di settembre perché avrebbe voluto avere una formulazione della forward guidance più flessibile rispetto a quanto adottato dal FOMC.
Williams (NY Fed) ha sottolineato l’importanza degli interventi della Fed in primavera per stabilizzare i mercati e garantirne il funzionamento regolare dopo lo shock del lockdown.
Il presidente della NY Fed ha anche detto che la ripresa è stata più robusta di quanto atteso ed è “ottimista” sulla previsione di proseguimento della crescita nel resto dell’anno e nel 2021, con il raggiungimento del pieno impiego in circa tre anni.
Secondo Williams ulteriore supporto fiscale contribuirebbe a migliorare lo scenario per il prossimo anno, ma la traiettoria è comunque positiva.
– Un lavoro della San Francisco Fed (R. Beauregard, Mark Spiegel, Commercial Banks under Persistent Negative Rates, 28 settembre 2020) analizza l’esperienza di Area Euro e Giappone con tassi negativi e conclude che, su periodi prolungati, si riscontra un calo di profittabilità delle banche e di attività di prestiti.
La valutazione dei casi considerati è quindi generalmente negativa, dato che nell’esperienza europea e giapponese viene messa in dubbio proprio una delle principali motivazioni per adottare tassi negativi. Precedenti analisi condotte da economisti della San Francisco Fed avevano dato invece valutazioni moderatamente positive riguardo ai tassi negativi come strumento di policy.

CINA – Il Politburo ha annunciato ieri che la quinta riunione plenaria del 19° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) si terrà tra il 26 e il 29 ottobre 2020. Nella riunione verrà presentata la bozza del 14° piano di sviluppo economico quinquennale 2021-2025 (che sarà poi ulteriormente discusso nella Central Economic Work Conference a dicembre e successivamente approvato dal Parlamento a marzo 2021) nonché un piano strategico al 2035.
Il Plenum dovrà inoltre approvare un nuovo regolamento riguardante il funzionamento del Comitato Centrale del PCC.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto ulteriormente ieri, in vista del primo dibattito presidenziale fra Trump e Biden tenutosi questa notte, che ha preso il sopravvento sugli altri temi e sui dati, compresa la fiducia dei consumatori che è salita più delle attese.
Il comportamento del biglietto verde è giustificabile alla luce della portata delle ormai imminenti presidenziali, soprattutto se si considera che i programmi di politica economica rivestono un’importanza maggiore rispetto al solito a causa della pandemia.
La reazione del dollaro al dibattito di questa notte è stata per ora marginale in quanto secondo gli analisti nessuno dei due candidati è uscito dal confronto con un vantaggio decisivo.
In caso di vittoria di Biden si avrebbe probabilmente una politica fiscale più espansiva, il che andrebbe a favore del dollaro, ma se non vi fosse una maggioranza chiara al Senato l’incertezza sarebbe elevata, il che ridurrebbe il potenziale rialzista della valuta statunitense.
Tra oggi e venerdì i riflettori torneranno ad essere puntati sull’atteso pacchetto di stimolo fiscale, la cui dimensione sarà però probabilmente inferiore a quanto ipotizzato inizialmente.
Pertanto per il dollaro i rischi verso il basso non si possono ancora considerare svaniti. Sul fronte dati oggi dagli occupati ADP e dal PMI di Chicago si attendono segnali positivi.

EURL’euro si è rafforzato ulteriormente ieri da 1,16 a 1,17 EUR/USD favorito dal generalizzato calo del dollaro in attesa del primo dibattito presidenziale USA.
Sul fronte dei dati la fiducia dell’area è salita più delle attese, ma la reazione del cambio è stata marginale. Come detto sopra per il dollaro in questo momento il tema delle elezioni USA passa in primo piano.
La reazione del cambio al dibattito presidenziale di questa notte è stata ridotta e l’euro apre questa mattina in leggero arretramento.
I temi USA resteranno comunque il driver principale almeno da qui a venerdì in attesa di notizie sul nuovo pacchetto di stimolo fiscale.

GBPLa sterlina è salita ieri contro dollaro da 1,28 a 1,29 GBP/USD su rumour di stampa positivi in merito alla possibilità di un esito favorevole del round di negoziati post-Brexit di questa settimana.
La valuta britannica è poi però in parte arretrata sulle dichiarazioni del governatore della BoE, Bailey, che ha sottolineato il rischio che la ripresa post-pandemia non sia solida al di là della prima fase di recupero attesa nel 3° trimestre, aggiungendo che oltre a QE e forward guidance la BoE dispone anche dello strumento dei tassi di interesse negativi, nonostante al momento non ci sia ancora un consenso interno sull’opportunità o meno di ricorrervi.
Contro euro la sterlina è scesa da 0,90 a 0,91 EUR/GBP, per via del maggior rafforzamento dell’EUR/USD. Il driver principale della valuta britannica sarà l’esito del round negoziale post-Brexit che si concluderà venerdì: eventuali progressi ne favorirebbero infatti un rafforzamento.
Anche la reazione della sterlina al dibattito presidenziale USA è stata ridotta: la valuta britannica apre in leggero arretramento sul dollaro questa mattina.

JPYLo yen è sceso marginalmente ieri contro dollaro mantenendosi però in area 105 USD/JPY mentre è sceso ampiamente contro euro da 122 a 124 EUR/JPY per via del rafforzamento dell’EUR/USD.
La reazione al dibattito presidenziale USA è stata un parziale rafforzamento dello yen.
I temi USA resteranno il driver principale anche nei prossimi giorni.

 

PREVISIONI:

ITALIA – L’inflazione è attesa poco variata a settembre a -0,4% da -0,5% precedente sull’indice NIC (nel mese i prezzi sarebbero calati di mezzo punto).
Sull’indice armonizzato, per via del rinvio dei saldi estivi, l’inflazione è vista temporaneamente in netto calo, a -1,6% a/a (+0,2% m/m); il gap tra le due misure dovrebbe tornare ad annullarsi da ottobre.
A settembre i ribassi sull’indice domestico dovrebbero riguardare soprattutto i trasporti e le spese per il tempo libero.
L’inflazione di fondo è vista a 0,4% da 0,3% precedente. Ci aspettiamo un’inflazione ancora poco variata da qui a fine anno.

GERMANIA – La disoccupazione è attesa stabile al 6,4% a settembre. Dopo il rapido aumento tra marzo e maggio, le misure prese dal governo federale sembra stiano riuscendo a limitare l’aumento dei disoccupati. In media annua 2020, la disoccupazione è vista al 6%.

FRANCIA – La stima flash potrebbe indicare un calo dei prezzi al consumo di -0,6% m/m su entrambe le misure a settembre (da -0,1% m/m di agosto), sulla scia di un calo dei prezzi dell’energia.
Sull’anno, l’inflazione è attesa azzerarsi sull’indice nazionale e scivolare a -0,1% su quello armonizzato (da +0,2% di agosto su entrambe le misure).
L’inflazione è attesa rimanere assai debole per tutta la restante parte dell’anno.

STATI UNITI
– La stima finale del PIL del 2° trimestre dovrebbe essere poco variata rispetto alla seconda lettura e registrare una variazione di -31,7% t/t ann., con i consumi che potrebbero essere rivisti modestamente verso il basso.
– La stima ADP degli occupati non agricoli privati di settembre è vista dal consenso a 600 mila, da 428 mila di agosto.