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30 Ottobre 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La fiducia delle imprese è salita ancora a sorpresa a ottobre, mentre il morale delle famiglie è calato (in linea con le aspettative di consenso).L’indice composito Istat sulla fiducia delle imprese è salito a 92,9 da 91,3 di settembre, raggiungendo il livello più alto dallo scorso febbraio (98,7).
Il miglioramento è diffuso a tutti i macro-settori, con la rilevante eccezione dei servizi, dove il morale è sceso, sia pur moderatamente, per la prima volta nel postlockdown, a 88,1 da 88,7 precedente.
Tuttavia, il dettaglio dell’indagine non è uniformemente negativo, in quanto migliorano i giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari (da -10,3 a -9,1 e da -12,2 a -10,4, rispettivamente), mentre peggiorano le aspettative sugli ordini (da -1,5 a -6,6); non sorprendentemente, il calo è particolarmente pronunciato per i servizi turistici.
Al contrario, il morale delle imprese è migliorato nelle costruzioni (tornando molto vicina a massimi pluriennali), nel commercio al dettaglio (pur rimanendo notevolmente inferiore rispetto ai livelli pre-COVID) e nel manifatturiero. In quest’ultimo, l’indice di fiducia è salito a sorpresa a 95,6 in ottobre da 92,6 di settembre.
La ripresa è stata guidata dalle valutazioni ordini correnti delle aziende su ordini e produzione, ma le aspettative sia sugli ordinativi che sull’output sono meno ottimistiche rispetto al mese scorso. Le scorte sono ulteriormente diminuite, da 4 a 2,6, raggiungendo il livello più basso in 3 anni (si tratta, ceteris paribus, di un indicatore positivo per la produzione futura). Le aspettative delle imprese sull’economia e sull’occupazione hanno mostrato un ulteriore recupero, anche se in misura minore rispetto a settembre.
Il morale delle famiglie è sceso, in linea con le attese, a 102 da 103,3 il mese scorso. L’indice resta sensibilmente inferiore al livello di febbraio (110,6). Tutte le componenti sono peggiorate, ma il calo è stato più marcato per il clima economico nazionale che per la situazione personale delle famiglie, e per le aspettative più che per il clima corrente. I timori occupazionali delle famiglie, dopo essere diminuiti per quattro mesi consecutivi, sono tornati a salire in misura significativa, a 92,5 (massimo dallo scorso giugno) da 73,3 precedente.
In sintesi, le indagini sono migliori del previsto. In particolare, la fiducia delle imprese nel settore manifatturiero non sembra risentire della “seconda ondata” di COVID-19, e dei timori di possibili ulteriori restrizioni alle attività economiche.
Le indagini rimangono coerenti con una crescita del PIL ancora positiva nel quarto trimestre (sia pure in deciso rallentamento congiunturale dal picco del terzo trimestre). Tuttavia, i rischi dovuti all’accelerazione della curva dei contagi sono in rapido aumento, e potrebbero pesare in misura significativa sul rimbalzo del PIL previsto in media annua nel 2021.

ITALIA – Le retribuzioni contrattuali sono aumentate di un decimo a settembre, per una variazione annua stabile a 0,5%, ai minimi da oltre tre anni. L’incremento del mese è dovuto soprattutto all’edilizia (+1,6%). Sull’anno, i settori più dinamici sono energia elettrica e gas (+2,8%) e credito e assicurazioni (+2,2%), mentre numerosi comparti mostrano una stagnazione delle paghe orarie.
Nel 3° trimestre 2020, sono stati approvati tre nuovi accordi contrattuali (alimentari; vetro e gomma; materie plastiche), e nessuno è scaduto.
Alla fine di settembre risultano in attesa di rinnovo il 77,8% dei contratti. In assenza di rinnovi, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie resterebbe stabile allo 0,5% sino al prossimo mese di febbraio, per rallentare a 0,4% a marzo.

AREA EURO – A ottobre frena la ripresa, iniziata a maggio, dell’indice ESI di fiducia economica, stabile a 90,9 punti. Lo spaccato per settore segnala un’economia a due velocità: se da un lato i servizi scendono a -11,8 (-0,6 punti rispetto al valore di settembre), spinti al ribasso dal peggioramento delle aspettative, dall’altro migliora l’industria a -9,6 (da -11,4 di settembre).
L’indice delle costruzioni ha segnato anch’esso un aumento a -8,4 (+1,1 rispetto al valore precedente), come anche il commercio al dettaglio (da -8,6 a -6,9). Il livello rimane comunque ben al di sotto della media storica, e coerente con un rallentamento del ritmo di espansione.
Le aspettative di inflazione restano più basse del dato pre-COVID.
Lo spaccato per Paese indica sostanziali divergenze tra le maggiori economie dell’Eurozona: l’ESI segna un miglioramento in Germania (+1,5), ma peggiora in Francia (-4,5 punti rispetto al mese precedente); l’indice è quasi stabile in Italia e Spagna (+0,3 e -0,2 punti, rispettivamente).
Il dato finale della fiducia dei consumatori del mese di settembre conferma il valore della stima flash di -15,5 punti.
Ci aspettiamo un calo, probabilmente discontinuo e differenziato, degli indici di fiducia nei prossimi mesi, a causa della seconda ondata di contagi.

FRANCIA – La stima flash ha mostrato un rimbalzo del PIL superiore alle attese: nel terzo trimestre la crescita è balzata del +18,2% t/t dopo il crollo di -13,7% t/t registrato nei mesi primaverili (quest’ultimo dato è stato rivisto al rialzo di un decimo).
Il dato è spiegato da un contributo massiccio della domanda interna, con i consumi privati in crescita del 17,3% t/T e quelli pubblici del 15,4% t/t.
Gli investimenti produttivi sono balzati del 23,3%.
Anche il canale estero ha dato un contributo positivo di 1,2.
La variazione annua passa a -4,3%, da -19,0% precedente.
Nella parte finale dell’anno prevediamo un ampio rallentamento del PIL ma non possiamo escludere persino una contrazione dopo la decisione del Governo di imporre un nuovo confinamento che durerà per lo meno per tutto il mese di novembre.

GERMANIA
– Le vendite al dettaglio sono calate del -2,2% m/m a settembre da 1,8% m/m precedente (il dato di agosto è stato rivisto al ribasso da 3,1% m/m). La variazione annua passa da 3,0% a 6,5%.
Nel mese si sono registrati un sensibile aumento degli acquisti di beni alimentari e un balzo degli acquisti via internet. Il dato di settembre porta la spesa delle famiglie del 2,8% oltre i livelli di febbraio.
– La stima flash di inflazione dei Länder sorprende al rialzo. Su base mensile, in ottobre i prezzi al consumo sono cresciuti di un decimo sull’indice nazionale e sono rimasti invariati sull’armonizzato, dopo essere calati di due decimi sull’indice nazionale e di quattro sull’armonizzato il mese prima.
Il consenso prevedeva una nuova discesa dei prezzi nel mese: a pesare sono stati nuovamente il calo del prezzo dell’energia e dei listini del manifatturiero, mentre i prezzi nei servizi sono stabili e quelli degli alimentari in aumento.
L’inflazione di riflesso rallenta meno del previsto, a -0,2% sull’indice nazionale, mentre scende a -0,5% sull’armonizzato.
Le stime preliminari a settembre e ottobre potrebbero aver sovrappesato il taglio dell’IVA e non escludiamo una revisione al rialzo anche del dato finale di settembre (che verrà pubblicato in occasione della seconda lettura del dato di ottobre, attesa il 12/11).
Il profilo dell’inflazione tedesca nei prossimi mesi è visto rimanere assai debole ma dovrebbe tuttavia risalire leggermente sopra lo zero.
– Secondo i dati provvisori, la disoccupazione a ottobre sorprende positivamente calando di un decimo a 6,2% (da 6,3%). Nel mese il numero di disoccupati è calato di poco meno di 3 mila unità, mantenendo il ritmo costante registrato da maggio. Sul fronte occupazionale, a settembre gli occupati erano pari a 44,7 milioni, 13mila in meno rispetto ad agosto e dell’1,4% inferiori ai livelli di febbraio.
Tuttavia, da agosto la variazione mensile degli occupati è tornata positiva, mentre sul confronto annuo la variazione degli occupati rimane stabile attorno a -1,3% da maggio.
Il mercato del lavoro tedesco era riuscito dopo la prima ondata epidemica ad arginare i danni economici, mostrando già segni di ripresa ad agosto.
Sulla base dei dati finora disponibili, la seconda ondata che ha imposto nuove misure restrittive pensiamo potrebbe congelare il trend in atto ma non invertirlo.

STATI UNITI
 –  Il PIL nel 3° trimestre (stima advance) aumenta di 33,1% t/t ann., dopo -31,4% t/t ann. della primavera.
La crescita è trainata, come atteso, da un rimbalzo dei consumi di 40,7% t/t ann. (dopo -33,2% t/t), spinto da contributi positivi sia dei servizi (ripresa nella sanità, nella ristorazione e nell’accoglienza) sia dei beni (principalmente auto, ma anche abbigliamento e calzature).
Gli investimenti fissi non residenziali sono in rialzo di 20,7% t/t ann., dopo -27,2% t/t ann., grazie a una variazione di 70,1% t/t ann. dei macchinari, che ha più che compensato il calo delle strutture (-14,6% t/t. ann.).
Gli investimenti residenziali superano le aspettative, con un aumento di 59,3% t/t ann., dopo -35,6% t/t ann.
La spesa pubblica è in calo di -4,5% t/t ann., dopo 16,4% t/t ann. della primavera, per via dell’effetto confronto con il trimestre precedente, quando erano stati erogati i prestiti del Paycheck Protection Program.
Le scorte danno un ampio contributo positivo (+6,6 pp), mentre il canale estero sottrae -3,1 pp, sulla scia di variazioni positive di esportazioni (59,7% t/t ann.) e importazioni (91,1% t/t ann.), con contributi di 4,9 pp e -8 pp, rispettivamente.
Il forte incremento di consumo di beni, con un’elevata quota di importazioni, e la debolezza generalizzata a livello internazionale della domanda di servizi, ha determinato un forte aumento del deficit commerciale, destinato a durare ancora per diversi trimestri.
I dati del 3° trimestre lasciano ancora il PIL al di sotto del livello di fine 2019, con prospettive incerte per i prossimi trimestri, alla luce del peggioramento del quadro sanitario e del mancato rinnovo delle misure di stimolo fiscale in scadenza.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 24 ottobre calano a 751 mila, da 791 mila della settimana precedente. Su base non destagionalizzata, le richieste di sussidi sono in calo a 732.223 (-28.354), mentre i sussidi federali per la pandemia si attestano a 359.667.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 17 ottobre correggono a 7,756 mln da 8,465 mln, con una variazione di -709 mila.
I dati non destagionalizzati nella settimana conclusa il 10 ottobre riportano un totale dei sussidi in calo a 22,654 mln (da 23,070 mln della settimana precedente).
L’accelerazione del calo dei sussidi esistenti fa prevedere una variazione ancora solida degli occupati non agricoli a ottobre.

GIAPPONE
– La produzione industriale a settembre (prelim.) sorprende verso l’alto, con un rialzo di 4% m/m (-9% a/a), dopo 1% m/m ad agosto.
Le proiezioni per i prossimi due mesi sono positive, con aspettative di aumenti di 4,5% m/m e 1,2% m/m, rispettivamente a ottobre e a novembre e indicazioni di ripresa solida nel 4° trimestre.
La variazione in autunno in base alle proiezioni del METI (sempre eccessivamente ottimistiche) sarebbe pari a 8,2% t/t, e la previsione realistica è di incremento intorno al 3-4% t/t.
Le consegne a settembre sono in crescita di 3,8% e il rapporto scorte/fatturato corregge di -3,7%m7m, sulla scia di un calo delle scorte di -0,3% m/m.
– Il tasso di disoccupazione a settembre è stabile a 3%, con un calo di forza lavoro di -37 mila e un aumento di disoccupati di 42 mila.

 

COMMENTI:

BCE – La Banca Centrale Europea ha preparato il terreno a possibili novità sul fronte della politica monetaria, che potrebbero essere annunciate a dicembre.
Già nel comunicato, segnala che “il nuovo esercizio delle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema a dicembre consentirà un riesame approfondito delle prospettive economiche e del quadro complessivo dei rischi”, e precisa che “i rischi sono chiaramente orientati al ribasso”.
In conclusione, “il Consiglio direttivo ricalibrerà i suoi strumenti, ove opportuno, al fine di rispondere all’evolvere della situazione”. Lo scopo delle misure avrà duplice natura:
• “assicurare che le condizioni di finanziamento restino favorevoli per sostenere la ripresa economica…”.
Diversi strumenti possono influire sulle condizioni di finanziamento: il programma TLTRO-III (ritenuto dalla BCE molto efficace nell’allentare le condizioni del credito), i programmi di acquisto (abbassando la curva dei tassi e contenendo la volatilità degli spread sovrani), i tassi ufficiali (abbassando il limite inferiore per i tassi, con ripercussioni anche sui tassi a medio e lungo termine).
• “…e contrastare l’impatto negativo della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione”.
Lo strumento più efficace a questo fine dovrebbero essere i programmi di acquisto. Le minacce specificamente legate alla pandemia dovrebbero trovare risposta in un potenziamento del PEPP, più ancora che dell’APP.
Riteniamo che le misure più probabili siano costituite da un potenziamento dei programmi di acquisto, PEPP in primis, e da un ritocco ai termini delle TLTRO-III per rendere più appetibili le ultime due aste (ad esempio, un allungamento del periodo di applicazione dei tassi più favorevoli). Il mix dipenderà dagli sviluppi pandemici in novembre, e non è predeterminato.
A tale riguardo, il rapporto settimanale dell’ECDC sul rischio pandemico mostra che pressoché tutti i paesi monitorati presentano una combinazione sfavorevole di parametri di rischio:
22 paesi hanno già livelli di mortalità elevati o in rapida crescita;
24 hanno tassi di ospedalizzazione e di occupazione delle terapie intensive elevati;
22 riscontrano tassi di positività elevati e/o in crescita;
28 hanno livelli elevati o in sostenuta crescita delle notifiche di positività.
Per la dinamica attuale, è probabile che le misure restrittive si diffondano nelle prossime settimane.

STATI UNITI
– Il voto anticipato continua a segnare nuovi record. A oggi, hanno votato 82 mln, con 28,4 mln in persona e 53,6 mln per posta. Ci sono ancora 36,8 mln di schede postali consegnate e non ancora restituite. In molti stati gli elettori possono scegliere di votare in persona anche se hanno richiesto la scheda postale, seguendo una procedura di sicurezza che garantisca che il voto sia espresso solo una volta. La previsione è che l’affluenza totale superi i 150 mln, da 138 mln del 2016.
– La presidente della Camera Pelosi ha detto che intende raggiungere un accordo per un nuovo pacchetto di stimolo fiscale subito dopo le elezioni, in modo da offrire il necessario supporto a famiglie e imprese e da iniziare a sostenere il lavoro del futuro presidente, che a suo avviso sarà Biden.
Il vantaggio di Biden nei sondaggi nazionali è poco variato a 7,4 punti, la media dei sondaggi nei principali stati chiave è di 3,2 punti (medie realclearpolitics).
– I nuovi contagi toccano un nuovo massimo a 86.600, e sono su trend in rialzo in 42 stati.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è salito ulteriormente ieri, rivedendo massimi di un mese fa. Questa volta il movimento è solo in parte collegato all’aumento della risk aversion, sia perché questa è parzialmente rientrata a livello intra-day, sia perché in parte riflette il calo dell’euro.
Il rimbalzo del PIL USA nel 3° trimestre è risultato più ampio delle attese (+33,1% t/t ann. contro attese per 31,0%), ma è poco rilevante in termini di impatto di mercato, perché il vero test sarà la crescita del 4° trimestre. Anche i dati sui sussidi di disoccupazione sono stati migliori del previsto.
Il PMI di Chicago oggi è atteso in arretramento, ma a pochi giorni dalle Presidenziali è l’evoluzione del sentiment di mercato – e della risk aversiona fare da driver principale del dollaro.

EURL’euro ha corretto ulteriormente in seguito alla riunione BCE, da 1,17 a 1,16 EUR/USD, rivedendo minimi di un mese fa.
La BCE ha lasciato invariati i parametri di policy ma ha preparato il terreno per nuove misure di stimolo alla prossima riunione di dicembre.
Lagarde ha infatti spiegato che i recenti sviluppi sfavorevoli sul fronte della pandemia rinnovano i rischi verso il basso sulla crescita, comportando un chiaro deterioramento dello scenario di breve. La ripresa si sta indebolendo, più rapidamente del previsto.
Abbiamo di conseguenza rivisto al ribasso le previsioni di breve dell’euro a 1,16-1,17 EUR/USD a 1m-3m dalle precedenti 1,19-1,20 EUR/USD.
Quand’anche i dati di PIL dell’area per il 3° trimestre oggi dovessero sorprendere verso l’alto, il quadro dell’euro non si modificherebbe, perché – come per gli USA – il vero banco di prova per valutare la forza o meno della ripresa sarà il 4° trimestre, e la BCE ieri ha già indicato che i dati non stanno fornendo indicazioni favorevoli per l’ultimo quarto dell’anno.

GBPLa sterlina è scesa ieri contro dollaro da 1,30 a 1,28 GBP/USD, compici il generalizzato rafforzamento di quest’ultimo e i rischi di ulteriori misure di contenimento nel Regno Unito, mentre è salita contro euro, restando comunque in area 0,90 EUR/GBP, per via del maggior calo post-BCE dell’EUR/USD.
Si tratta comunque di movimenti di scarso rilievo, in attesa che arrivino novità più sostanziali sul fronte dei negoziati post-Brexit con l’UE che nel frattempo proseguono.

JPYLo yen ieri è sceso contro dollaro, pur restando in area 104 USD/JPY, mentre è salito contro euro da 122 a 121 EUR/JPY per via del maggior calo post-BCE dell’EUR/USD.
A frenare l’upside dello yen ha contribuito il parziale rientro a livello intra-day della risk aversion, che rimane il driver principale della valuta nipponica.
Oggi la valuta nipponica apre al rialzo sia contro dollaro sia contro euro sul calo della borsa giapponese.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Ci attendiamo un rimbalzo del PIL dell’ordine del 12,5% t/t nel terzo trimestre, dopo il crollo di -13% t/t visto nei tre mesi precedenti. Il PIL rimarrebbe in ampio calo sull’anno, a -7,7% (da -18% precedente).
Il recupero del trimestre è dovuto all’allentamento delle restrizioni imposte alle attività economiche nei mesi primaverili, e sarà guidato dai consumi dal lato della domanda, e dall’industria dal lato dell’offerta; un contributo positivo dovrebbe venire sia dalla domanda interna sia dagli scambi con l’estero. La crescita su base congiunturale potrebbe riavvicinarsi a zero nell’ultimo trimestre dell’anno.

ITALIA – L’inflazione potrebbe risalire a ottobre, pur restando in territorio ampiamente negativo, a -0,4% da -0,6% sull’indice nazionale e a -0,5% da -1% sulla misura armonizzata UE.
Nel mese i prezzi dovrebbero essere saliti di un decimo sul NIC e di sette decimi sull’IPCA (per via della fine dei saldi estivi). I rincari di ottobre sono guidati dalle tariffe su luce e gas (+15,6% e +11,4%, rispettivamente). Anche l’inflazione di fondo potrebbe risalire lievemente, a 0,3% da 0,1%.
L’inflazione potrebbe tornare a calare di qualche decimo da qui a fine anno, e restare negativa fino alla prossima primavera.

ITALIA – Il tasso di disoccupazione è atteso tornare ad aumentare a settembre, al 10,2%, dopo il calo a sorpresa a 9,7% registrato ad agosto.
Riteniamo che ci sia ancora ampio spazio per un aumento del tasso dei senza-lavoro, che potrebbe toccare un punto di massimo non prima della primavera 2021.

AREA EURO
 – La stima preliminare del PIL dovrebbe far segnare un balzo di oltre il 10,0% t/t (-6,3% a/a) nel 3° trimestre 2020, forse anche +11% t/t alla luce dei dati francesi già usciti. Il recupero è legato all’alleggerimento delle misure restrittive avvenuto alla fine del 2° trimestre.
Dal lato della domanda, la crescita sarà trainata soprattutto dai consumi, ma anche investimenti fissi ed export dovrebbero aver contribuito positivamente.
Dal lato dell’offerta, la produzione di beni dovrebbe riprendersi più di quella di servizi, dove alcuni settori (come ristorazione, alloggio, trasporti e turismo) continueranno a essere penalizzati almeno fino alla primavera 2021.
Riteniamo che la crescita su base congiunturale possa tornare a rallentare nel 4° trimestre, avvicinandosi a zero.
– La stima flash dell’inflazione di ottobre è attesa stabile a -0,3% a/a, come anche l’indice core al netto di alimentari freschi ed energia (+0,4% a/a).
Sul mese, l’indice generale è visto in aumento di +0,1% m/m, mentre i prezzi dei prodotti energetici dovrebbero registrare una crescita più marcata (+0,5% m/m).
Prevediamo un rialzo dell’inflazione verso l’1% medio nel 2021, dopo lo 0,3% atteso per quest’anno, ma i rischi sulla previsione sono chiaramente orientati al ribasso.
– La disoccupazione è attesa in aumento all’8,2% a settembre, dall’8,1% di agosto.
Il dato resterebbe ben al di sotto delle aspettative di inizio pandemia. Ciononostante, il tasso dei senza-lavoro è atteso in ulteriore salita nei prossimi mesi.

FRANCIA – L’inflazione è attesa rimanere stabile a zero su entrambe le misure a ottobre. I prezzi al consumo sono visti in calo di un altro decimo (da -0,5% m/m sull’indice nazionale e -0,6% m/m sull’armonizzato a settembre). Vediamo un’inflazione negativa nei prossimi mesi.

GERMANIA – La stima flash potrebbe indicare un rimbalzo del PIL del 6,8% t/t nel terzo trimestre, dopo il -9,7% t/t dei mesi estivi. La variazione annua migliorerebbe da -11,3% a -5,5%.
La domanda interna dovrebbe avere dato il maggior contributo, grazie al rimbalzo sia dei consumi, sia, verosimilmente, degli investimenti. Ci aspettiamo un rallentamento piuttosto marcato nel trimestre finale dell’anno.

SPAGNA – La prima stima del PIL del 3° trimestre dovrebbe registrare un rimbalzo pari a +14,5% t/t (-10,4% a/a), dopo il -17,8% t/t (-21,4% a/a) precedente.
Il contributo principale dovrebbe arrivare dalla domanda interna; un ulteriore apporto, sia pur solo moderatamente positivo, potrebbe arrivare dal commercio estero.
Stimiamo una crescita ben più contenuta nel quarto trimestre (+0,6% t/t), sulla scia delle misure restrittive prese per combattere la seconda ondata di contagi.

STATI UNITI
– La spesa personale a settembre è prevista in rialzo, con una variazione attesa di 1% m/m.
La spesa dovrebbe essere sostenuta da solidi rialzi per il comparto dei beni sia durevoli, sia non-durevoli (come evidenziato dalle vendite al dettaglio del mese scorso), ma frenata dai servizi per via del calo nelle utility. A settembre dovrebbe esserci stata una ripresa del consumo di servizi ex-utility sulla base dei dati settimanali disponibili.
Il reddito personale è atteso crescere di 0,5 % m/m, dopo -2,7% m/m, grazie a una ripresa dei pagamenti federali ai percettori dei sussidi di disoccupazione (con fondi erogati dal FEMA ed esauriti comunque a settembre) e alla crescita moderata del reddito da lavoro.
Il tasso di risparmio dovrebbe continuare a scendere, passando da 14,1% di agosto a 13,6%.
Il deflatore dei consumi a settembre dovrebbe aver registrato una variazione di 0,2% m/m (1,5% a/a), come per il CPI. La variazione prevista per il deflatore core è di 0,2% m/m (1,7% a/a), con qualche rischio verso il basso collegato ancora alla performance dei prezzi nel comparto dei servizi, in particolare per la sanità (alla luce delle informazioni del PPI) e per l’abitazione (sulla scia dei dati del CPI).
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a ottobre (finale) dovrebbe confermare il rialzo visto con la lettura preliminare, e attestarsi a 81,5, con una sostanziale conferma delle indicazioni della prima metà del mese, in attesa di variazioni potenzialmente più ampie con la rilevazione di novembre dopo le elezioni.