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30 Marzo 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La fiducia delle imprese manifatturiere è scesa da 98,8 a 89,5a marzo, un minimo da aprile 2013. Il calo nel mese è il più accentuato dal crollo delle Torri Gemelle.
I giudizi sugli ordini sono calati da -15,6 a -23,9, e le aspettative di produzione da 0,7 a-17,1.
L’indice composito di fiducia delle imprese è precipitato a 81,7 da 97,8. È un minimo da maggio 2013, e si tratta dalla diminuzione su base mensile più accentuata di sempre. Il settore meno colpito, come atteso, è quello delle costruzioni, dove il morale è sceso in misura tutto sommato contenuta, da 142,3 a 139 (con un calo dei giudizi su ordini e piani di costruzione, e delle attese sull’occupazione).
La fiducia delle imprese dei servizi è crollata da 97,6 a 79,6, un minimo da ottobre2013, con una diminuzione in particolare delle aspettative sugli ordini.
Nel commercio al dettaglio, l’indice è precipitato da 106,9 a 97,4, ai minimi da novembre2014, spinto dalle attese sugli affari futuri (da 28 a-9.4). Sia peri servizi che per il commercio, è la diminuzione più marcata di sempre su base mensile.
La fiducia dei consumatori è crollata anch’essa, a 101 da 110,9 precedente, ai minimi da gennaio 2015. Anche in questo caso la diminuzione rispetto al mese precedente è un record.
In particolare, il clima nazionale è passato da 121,9 a 96,2, le aspettative per il futuro da 112 a 94,8.
Le indagini sono state condotte tra il 2 e il 13 di marzo, quindi non incorporano pienamente l’impatto delle ulteriori misure restrittive prese dal governo nel corso del mese (11 marzo: chiusura di quasi tutte le attività commerciali, 21 marzo: sospensione delle attività produttive considerate non essenziali).
Pertanto, c’è spazio per un ulteriore calo della fiducia ad aprile, che potrebbe questa volta riguardare più manifatturiero e costruzioni che servizi e commercio.
Si prospetta una contrazione del PIL già molto significativa nel 1° trimestre, e verosimilmente molto più accentuata nel 2° trimestre.

STATI UNITI – La spesa personale a febbraio aumenta di 0,2% m/m. La correzione della spesa per beni (-0,3% m/m) è dovuta ai beni durevoli (-0,5% m/m, in particolare auto)e, in misura minore, a quelli non durevoli (-0,2% m/m).
I servizi sono in rialzo di 0,4% m/m, sulla scia della ripresa dei consumi per le utility. In termini reali, la spesa aumenta solo marginalmente, +0,1% m/m, per via del freno nel comparto dei beni durevoli (-0,7% m/m).
Il reddito personale segna una variazione di 0,6% m/m, con un aumento del reddito disponibile di 0,5% m/m (+0,4% m/m in termini reali).
Il reddito personale è stato spinto verso l’alto dalla componente salari e stipendi (+0,5% m/m) e dai trasferimenti agli agricoltori (2,8% m/m). Il deflatore dei consumi aumenta di 0,1% m/m e il deflatore core è in rialzo di 0,2% m/m. Entrambi gli indici segnano una variazione di 1,8% a/a.
I dati danno un quadro di rallentamento della dinamica della spesa reale (tre variazioni consecutive di 0,1% m/m) prima della diffusione dell’epidemia a marzo.
Nella parte finale del 1° trimestre i consumi dovrebbero subire un ampio calo causato dalle prime misure di contenimento dell’epidemia e preludere a un vero e proprio tracollo, senza precedenti storici, nel 2° trimestre.

 

COMMENTI:

ITALIA – Come annunciato dal Presidente del Consiglio Conte sabato sera, il nuovo DPCM del 28 marzo ha disposto che siano anticipati ai comuni i 4,3 miliardi di pertinenza del Fondo di solidarietà comunale. Inoltre, 400 milioni saranno resi subito disponibili ai Comuni (già domani) per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare (l’80% del fondo sarà distribuito in base alla popolazione, e l’altro 20% si concentrerà nelle zone più povere); vista la platea limitata, il valore del buono pro-capite dovrebbe aggirarsi attorno a 400 euro.
In un’intervista a El Pais, il Presidente del Consiglio ha affermato che il picco dell’emergenza sanitaria potrebbe essere vicino, e che il blocco delle attività produttive non essenziali non può durare a lungo; in ogni caso, l’allentamento del lockdown sarà graduale.
Secondo il ministro per gli Affari regionali Boccia appare inevitabile prorogare oltre il 3 aprile le misure restrittive, come già annunciato, per ciò che riguarda le scuole, dalla ministro dell’Istruzione Azzolina.

STATI UNITI – Covid-19 update
– La Camera ha approvato il disegno di legge del Senato “Coronavirus Aid, Relief, And Economic Security (‘CARES‘) Act”, che prevede interventi per circa 2,3 tln di dollari, e il presidente lo ha firmato, dandogli forza di legge.
Per quanto riguarda gli accrediti alle famiglie (stimati dal Joint Committee on Taxation in 290 mld di dollari), secondo la Tax Foundation l’ammontare medio sarà di 1523 dollari, pari al 2,6% del reddito netto.
La Tax Foundation stima che quasi tutti i contribuenti al di sotto dell’80mo percentile della distribuzione del reddito tassabile riceveranno un contributo.
I leader democratici e repubblicani stanno già considerando un nuovo pacchetto di stimolo, definito “fase 4”, mirato a sostenere le finanze di stati ed enti locali e, probabilmente, a estendere alcune delle misure incluse nella manovra appena approvata con interventi per circa 2 tln di dollari.
Lo Stato di New York ha deciso di posporre le primarie democratiche programmate per il 28 aprile, al 23 giugno.
– L’amministrazione Trump ha annunciato l’estensione delle misure di “social distancing” fino alla fine di aprile. Le misure indicate dall’iniziativa non sono vincolanti e quello che conta per l’attività negli USA sono le restrizioni imposte dagli Stati (che sono vincolanti) e il cambiamento dei comportamenti individuali. Inoltre, dopo aver considerato un blocco dell’area “New York-New Jersey-Connecticut”, l’amministrazione ha solo emesso una direttiva per i residenti dei tre stati a evitare viaggi non essenziali, al fine di non diffondere l’epidemia in altre zone.
Trump ha utilizzato le stime del dr Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, per sottolineare i probabili successi dell’amministrazione nella gestione dell’epidemia. Trump infatti ha detto che, grazie alla sua leadership, si potrà evitare lo scenario peggiore prospettato da Fauci come “altamente improbabile”, di circa 2,2 mln di morti in USA, e indicando che il raggiungimento di un risultato di circa 200 mila morti (scenario più favorevole prospettato da Fauci) come un segnale che l’amministrazione “ha fatto un ottimo lavoro”. I dati al 30 marzo hanno registrato 125.197 contagiati e 2.917 morti in USA.
P. Navarro, responsabile della task force istituita dal presidente Trump per determinare l’utilizzo del Defense Production Act (DPA), ha detto che per ora le imprese stanno volontariamente riconvertendo la produzione per coprire le necessità collegate all’emergenza sanitaria, ma ha aggiunto che non ci saranno esitazioni nell’intervenire per forzare gli eventi in caso di scarsità di offerta.
La settimana scorsa l’amministrazione aveva annunciato il ricorso al DPA per accelerare la produzione di ventilatori da parte di General Motors.
Il Defense Production Act è una legge del 1950 (guerra di Corea), che prevede tre tipi di interventi (fonte: CNN):
1) priorità e allocazione della produzione, che dà il potere di obbligare le imprese ad accettare e dare priorità a contratti per fornire beni e servizi considerati cruciali per la difesa;
2) espansione e della capacità produttiva e dell’offerta che dà il potere di fornire incentivi alle imprese per ampliare la produzione;
3) linee generali che dà il potere al governo di contrarre accordi con le imprese, bloccare fusioni con aziende estere e selezionare manager del settore privato che volontariamente possono essere chiamati a collaborare con il settore pubblico.
– Una breve analisi della St Louis Fed utilizza le informazioni disponibili sul mercato del lavoro fino a febbraio e, con alcune ipotesi sull’estensione dello shutdown dell’economia nei prossimi tre mesi, calcola in modo “semplice” (“back of the envelope calculation”) il possibile livello del tasso di disoccupazione alla fine del 2° trimestre. La base di partenza è il livello degli occupati nei settori interessati dal blocco di attività. Una classificazione si può fare per esclusione (occupati che non sono in settori “essenziali, che non possono lavorare da remoto e che sono dipendenti): una stima con questa metodologia è pari a 66,8 mln.
Un’alternativa è definire gli occupati a rischio di perdita di lavoro in modo “positivo”, cioè aggregando i lavoratori dei settori con attività “aggregative” e a contatto con il pubblico. Qui la stima è di circa 27,3 mln.
Utilizzando una media fra questi due valori (47 mln) come la stima degli individui che perderanno il lavoro nel 2° trimestre e ipotizzando che non ci sia un calo della partecipazione, l’autore dell’analisi conclude che i disoccupati totali alla fine della primavera potrebbero essere pari a 52,8 mln (somma di 47 mln, nuovi disoccupati, più 5,8 mln, disoccupati a febbraio), con un tasso di disoccupazione pari a 32,1%.
Questo calcolo dà un livello probabilmente eccessivo, perché il livello di occupati nei settori non essenziali della prima forma di calcolo include anche i dipendenti nei settori sanità e istruzione (circa 10 mln), che non dovrebbero subire effetti dallo shutdown. Con definizioni più “fini” degli occupati a rischio, in ogni caso, il tasso di disoccupazione potrebbe essere compreso fra il 10 e il 30% ed essere anche contenuto dagli effetti delle misure fiscali approvate in Congresso.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata con un ampio calo, che riassorbe quasi completamente i rialzi della settimana precedente. Dopo il Senato, anche la Camera ha approvato il pacchetto di stimolo fiscale da circa 2300 miliardi e il Presidente lo ha firmato. I dati in uscita questa settimana (tra i quali gli indici ISM ei sussidi di disoccupazione) saranno negativi a causa del coronavirus.
Ora che, anche grazie agli interventi attivi di stimolo fiscale e monetario, la domanda di dollari si è almeno in parte ri-bilanciata, il biglietto verde potrebbe mantenersi sulla difensiva. Non si esclude tuttavia ancora elevata volatilità.

EURDi riflesso alla correzione del dollaro l’euro ha chiuso la settimana passata in ampio rialzo, da 1,06 a 1,11 EUR/USD, recuperando così quasi pienamente la correzione della settimana precedente.
I dati in uscita questa settimana, indici di fiducia e stime finale dei PMI, sono attesi negativi per via del coronavirus, e l’inflazione in calo per la discesa dei prezzi del petrolio. Ulteriori rialzi del cambio potrebbero quindi rivelarsi più faticosi.
Da monitorare la resistenza chiave a 1,1170 EUR/USD. Tuttavia, il driver potrebbe restare ancora la dinamica generalizzata del dollaro e la volatilità confermarsi ancora elevata.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in ampio recupero sia contro dollaro da 1,14 a 1,24 GBP/USD sia contro euro da 0,93 a 0,89 EUR/GBP, riassorbendo del tutto la correzione della settimana precedente. Tra i dati in uscita questa settimana rilevano le stime finali dei PMI.
In ogni caso il driver principale resterà probabilmente anche in questo caso la dinamica del dollaro e comunque, alla luce della duplice incertezza sul decorso dell’epidemia e sui negoziati con l’UE, le basi su cui poggiano i rialzi della valuta britannica restano fragili.

JPYLo yen ha chiuso la settimana al rialzo contro dollaro da 111 a 107 USD/JPY sia per il generale calo del dollaro sia per i flussi di rimpatrio in vista della chiusura dell’anno fiscale di fine marzo. Più movimentata la dinamica contro euro, per via dei movimenti dell’EUR/USD, con un calo iniziale da 117 a 121 e poi un rafforzamento finale fino a 118 EUR/JPY.
Questa settimana uscirà il Tankan, atteso negativo, ma i driver resteranno probabilmente la dinamica del dollaro e i flussi di rimpatrio, per cui lo yen potrebbe rimanere supportato.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– L’indice ESI di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è atteso in forte calo a marzo, a 93,0 da 103,5. L’indice per l’industria è visto in flessione, a -16,0 da -6,1 di febbraio, mentre il calo potrebbe essere decisamente più severo nel settore dei servizi (-5,0 da 11,2 precedente). A pesare sarebbero le drastiche misure di contenimento del COVID-19 adottate dalla maggior parte dei Paesi.
Il dato finale dell’indice di fiducia dei consumatori dovrebbe subire una revisione al ribasso, a -15 da -11,6 della stima preliminare.
– I dati in calendario mostreranno solo in parte gli effetti dell’emergenza COVID-19. L’indagine della Commissione UE e la seconda stima dei PMI di marzo confermeranno un primo forte impatto sulla fiducia, particolarmente delle imprese dei servizi (che potrebbe diventare più pronunciato, anche nell’industria, ad aprile). L’inflazione è vista in deciso calo spinta dall’energia, a 0,6% a/a per la media dell’eurozona.

GERMANIA – A marzo, prevediamo che l’inflazione scenderà all’1,3% a/a dal picco di 1,7% registrato a febbraio, secondo l’indice nazionale dei prezzi al consumo. L’indice armonizzato dovrebbe scendere dall’1,7% all’1,2% a/a.
I prezzi sono attesi invariati nel mese, nonostante la stagionalità positiva, principalmente per via dei ribassi sui carburanti. L’indice PMI dei costi è in calo sia nei servizi, sia nel manifatturiero.

STATI UNITI – Verranno pubblicati i principali dati di marzo, ma in parte saranno già obsoleti. Il focus sarà sui nuovi sussidi di disoccupazione, attesi ancora su livelli eccezionali dopo i 3,283 mln della settimana conclusa il 21 marzo.
L’employment report di marzo, irrilevante perché basato su dati raccolti prima dello scoppio dell’epidemia in USA, dovrebbe registrare un moderato aumento di occupati e un tasso di disoccupazione poco variato.
Gli indici ISM di marzo dovrebbero seguire il sentiero delle altre indagini, con un crollo su minimi storici per il non-manifatturiero e una correzione più modesta per il manifatturiero.
Anche la fiducia dei consumatori a marzo dovrebbe essere in violento calo, verso i livelli registrati durante la crisi finanziaria.
La spesa in costruzioni a febbraio dovrebbe essere in modesto rialzo grazie alla componente privata residenziale, che però a partire da marzo dovrebbe registrare una brusca frenata.